Soli nelle loro camerette, che negli ultimi mesi sempre più si sono assimilate a delle celle, separati dagli altri, alla lunga gli studenti stanno accusando il colpo della DAD, alcuni stanno attraversando delle vere depressioni. Aleteia vi propone alcuni riferimenti per affrontarle senza perdere la bussola.
Tutto il giorno incollato a uno schermo, Loïc non ha altra scelta che andare in visita dal medico:
Gli ho dovuto chiedere una ricetta per un ansiolitico – confida ad Aleteia il giovane studente alla Magistrale di Storia dell’Università di Rennes –: mi sento prigioniero nel mio 15 mq, ridotto al ritmo casa-lavoro-ma-sempre-in-casa. Ci sono momenti in cui scoppio, ho proprio l’impressione di essere abbandonato, invisibile, senza vita. È molto dura…
Come Loïc, molti studenti della maggior parte del mondo seguono le lezioni a distanza, da un anno a questa parte. Per alcuni il legame sociale si è gravemente indebolito. Secondo uno studio dell’Osservatorio Francese della Vita studentesca (pubblicato all’inizio di novembre), uno studente su tre presenta segni di malessere psicologico connessi all’isolamento. Se Emmanuel Macron promette un “controllo psicologico” a tutti i giovani che si sentono vulnerabili in tempo di crisi sanitaria, Aleteia propone loro un “kit spirituale” per tenere la bussola e vivere meglio la ridotta socialità.
Avere un rituale mattutino
I minuti che seguono il risveglio sono decisivi per il resto della giornata, e per questo è cosa preziosa mettere a punto una serie di abitudini positive. Per cominciare la propria giornata, e prima di ogni altra cosa, niente è come concedersi dieci minuti per pregare in silenzio. È un po’ come azzerare i contatori: significa ritrovare sé stessi, ritrovare il proprio soffio interiore. Anzitutto bisogna fare l’esperienza di una calma che rilassi il diaframma e che lasci dispiegarsi la respirazione. Respirate lentamente, profondamente e… immergetevi nel silenzio come un sottomarino che raggiunge le acque profonde. Come spiega il frate domenicano Rémi Chéno, nel suo libro Les voies du silence, questa discesa in sé stessi permette di mettersi alla presenza di Dio. Quando si comprende che il silenzio è la voce stessa di Dio, allora lo si può gustare, lo si ama e lo si assapora. È il dono più bello che possiate farvi al mattino, per uscirne carichi e centrati sull’essenziale. E perché non fare colazione, subito dopo, davanti a una decorazione accurata? Contemplare qualcosa – magari anche solo uno spicchio di cielo o una bella immagine sul computer – per qualche minuto significa evocare i vostri sogni e le vostre idee più creative.
Ritmare la giornata con delle brevi preghiere
Una delle forme di preghiera più semplici è la giaculatoria: si tratta di brevi formule “lanciate” (donde il nome, dal latino) verso Dio. Possono essere tratte dai Salmi, dalle altre Scritture o dalle parole di un santo. Ognuno può trovare la frase che lo tocca: «Gesù, confido in te» (Santa Faustina), «O Dio, vieni a salvarmi» (Salmo 70), «Mi abbandono a te» (don Dolindo Ruotolo). Lanciare verso Dio, a più riprese nella giornata, una piccola preghiera permette di restare uniti a Lui, di tornare verso Lui nei momenti di angoscia e di agire alla sua presenza. Vuol dire non sentirsi mai abbandonati, isolati e soli. Un’altra idea: incollare dei post-it con delle brevi orazioni un po’ dappertutto nella camera. Certo, non saranno come un normale tempo di preghiera, ma tengono perlomeno in stand-by l’anima lungo la giornata.
Partecipare a un ritiro spirituale da casa
La quarantena può offrire l’opportunità di vivere un tempo di ritiro spirituale senza uscire di casa. Così gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, ad esempio, possono aiutare a sfruttare questo momento di incertezza. La vocazione di Ignazio di Loyola è nata in un contesto di crisi e di grandi sconvolgimenti, e quel che viviamo assomiglia in qualche punto a quelle condizioni avverse. Ci sono poi diverse comunità monastiche che offrono ritiri online: dissipando le inquietudini, essi possono aiutare a discernere e a rileggere quel che viviamo in una prospettiva più profonda, permettendo di ritrovare la pace interiore, la gratitudine e anche la gioia.