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Papa Francesco e la venerazione verso i nonni, vera radice della famiglia (GALLERY)

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Lucandrea Massaro - pubblicato il 01/02/21

Dopo l'Angelus del 31 gennaio il pontefice ricorda i santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù, esortando i ragazzi di oggi a non dimenticare le loro “radici”

Se i giovani sono alberi pronti a crescere, allora le loro radici solide sono i nonni. Così Papa Francesco prendendo spunto dalla memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, invita i giovani non dimenticare i loro cari soprattutto in questo tempo di pandemia. Ai giovani chiede un gesto d’affetto, suggerisce strade da percorrere per non far sentire soli i loro nonni: «Usate la fantasia dell’amore, fare telefonate, videochiamate, inviate messaggi, ascoltateli e dove possibile, nel rispetto delle norme sanitarie, andate anche a trovarli. Inviate loro un abbraccio» e offre uno strumento liturgico per celebrarli si terrà infatti, a partire da quest’anno, durante quarta domenica di luglio in prossimità proprio della festa dei Santi Gioacchino ed Anna, i nonni di Gesù, la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani.

Le radici del futuro

Francesco durante l’Angelus di ieri ha ripreso i versi di un poeta argentino a lui molto caro, Francisco Luis Bernárdez, già ricordato a Dublino nel 2018 all’Incontro Mondiale delle Famiglie, quando diceva che “i bambini non crescono nell’amore se non imparano a comunicare con i loro nonni”. Per essere solidi, infatti, bisogna avere radici solide. Radici che hanno un nome: i nonni.

«Loro sono le vostre radici – dice ancora il Papa -. Un albero staccato dalle radici non cresce, non dà fiori e frutti. Per questo è importante l’unione e il collegamento con le vostre radici. Quello che l’albero ha di fiorito viene da quello che ha di sotterrato, dice un poeta della mia patria. Per questo vi invito a fare un applauso grande ai nostri nonni, tutti!»

Ma la riflessione sugli anziani non si ferma qui e Bergoglio anticipa il tema della Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, il prossimo 2 febbraio, quando proprio due anziani, Simeone ed Anna, «illuminati dallo Spirito Santo, riconobbero in Gesù il Messia». E questa è la prima grandezza di chi, nel cammino della vita, ci ha preceduto: «Lo Spirito Santo ancora oggi suscita negli anziani pensieri e parole di saggezza: la loro voce è preziosa perché canta le lodi di Dio e custodisce le radici dei popoli. Essi ci ricordano che la vecchiaia è un dono e che i nonni sono l’anello di congiunzione tra le diverse generazioni, per trasmettere ai giovani l’esperienza di vita e di fede».

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