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Parole povere, come la cenere.

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Vladyslav Trenikhin | Shutterstock

Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 17/02/21

E’ con tanta umiltà che mi rivolgo ai Potenti del mondo e a chi è chiamato a legiferare per il bene e la tutela dei piccoli. Parole povere, come la cenere, per tutti.

Non ho nessun potere, sono solo un prete cattolico, un cristiano che ha conosciuto l’amore di Dio in Cristo Gesù e crede che solo l’amore vince, appiana i conflitti, dona dignità e salute ai poveri, ai piccoli del Signore: i bambini, ai lontani e agli scarti del mondo e favorisce la possibilità che asce, pugnali e armi offensive vengano deposte.

Solo l’Amore.

Poche parole che dicono l’immensità della piccolezza dell’uomo che non può più scegliere di operare il male.
In questa Quaresima, che per noi cristiani, è tempo di conversione e di discesa nella casa umile che è la nostra esistenza, penso ai tanti bambini dimenticati, violati, disprezzati, umiliati, uccisi, abusati, manipolati e che chiedono ‘liberazione’. Lo gridano, credetemi anche nel loro semplice farfugliare.

Non ho potere se non quello dell’Amore, ma questo ‘potere’ desidero gridarlo a Voi che avete nelle mani la possibilità di cambiare strada.

Pensate che ancora i bambini possano continuare ad essere abusati, vessati, schiacciati?
Ritenete che non è possibile agire comunitariamente contro l’insana idea della tutela della privacy per non permettere l’individuazione dei soggetti che trafficano bambini e materiale pedopornografico online?
Considerate la violenza sui minori come un ‘incidente’ che si potrà facilmente dimenticare alla luce di miliardi di abusi, maltrattamenti, trascuratezze e violenze che la popolazione minorile subisce nel mondo?

Un bambino, come ogni persona umana, non è uno scarto di rifiuto. No, non è così che io vedo l’uomo e la sua umanità che per il fatto di essere tutti ‘fratelli e sorelle’ e che amano e rispettino il ‘Creato’ hanno il dovere di amarsi, sostenersi e difendersi dalle ‘insidie del male’.

E tutti noi dobbiamo farcela. Possiamo operare, di più.

Rivolgermi ai Potenti del mondo, significa rivolgermi a chi è come me: piccolo, fragile, caduco e ‘cenere’. E’ rivolgermi a chi ama la vita, e fa di tutto per custodirla. Fin dal suo primo incontro nel grembo di una madre.

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