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Il trauma da pandemia: a rischio la salute mentale di un milione di italiani

DEPRESSION,

Marjan Apostolovic | Shutterstock

Silvia Lucchetti - pubblicato il 18/02/21

Quando il virus "contagia" la mente: l’allarme lanciato da due importanti Associazioni mediche che richiamano l’attenzione sul dilagante aumento dei disturbi psichici innescati dalla pandemia

Su DottNet.it del 28 gennaio e del 15 febbraio scorsi sono riportati due interessanti articoli che intendono richiamare fortemente l’attenzione degli addetti ai lavori e non sugli effetti per la salute mentale della pandemia in corso.

L’allarme viene lanciato in contemporanea dalla Società Italiana di Psichiatria (Sip) e dalla Società Italiana di Neuropsicofarmacologia (Sinpf), che da due prospettive complementari si concentrano su questo dilagante fenomeno.

La pandemia oltre il corpo aggredisce la psiche: la paura del contagio, i lutti e la crisi economica costituiscono un mix denominato “sindemia” da cui si potrebbero sviluppare fino ad un milione di casi di disturbi mentali. (dottnet.it)

Che cos’è la sindemia?

A differenza della pandemia, che indica il diffondersi di un agente infettivo in grado di colpire più o meno indistintamente il corpo umano con la stessa rapidità e gravità ovunque, la sindemia implica una relazione tra più malattie e condizioni ambientali o socio-economiche. L’interagire tra queste patologie e situazioni rafforza e aggrava ciascuna di esse. (Treccani.it)
IN THOUGHT
Josu Ozkaritz | Shutterstock

La salute mentale dei contagiati

Circa la metà di coloro che si sono contagiati manifesta problemi psichiatrici con presenza nel 42% di ansia e insonnia, nel 28% di disturbo post-traumatico da stress, nel 20% di disturbo ossessivo-compulsivo; oltre il 30% evidenzia sintomi depressivi, una percentuale quintupla rispetto alla popolazione generale. (dottnett.it)

Si prevede che nei prossimi mesi possano manifestarsi fino a 800.000 nuovi casi di depressione, 150.000 dei quali causati dalla disoccupazione.

Ma non si esclude uno scenario peggiore in quanto “fragilità sanitaria, emotiva e sociale moltiplicano le conseguenze sul benessere psico-fisico”. (Ibidem)

Fino al 10% di chi ha perso un familiare andrà a soffrire di un lutto complicato, anche a causa delle restrizioni anti-contagio che hanno impedito a molti di loro di rivedere il proprio caro.

La situazione che stiamo vivendo da oltre un anno rischia di intaccare anche a lungo termine la salute mentale, e non solo dei sopravvissuti al virus, degli operatori sanitari e delle famiglie delle oltre 90.000 vittime fino ad oggi registrate.

La Sindrome Post-traumatica da Stress

Tra coloro che hanno superato la malattia oltre il 95% sperimenta i sintomi della “Sindrome Post-traumatica da Stress” (PTSD), che in casi eccezionali può esitare in suicidio. (dottnet.it)


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L’impatto più grave viene evidenziato da quanti sono stati costretti a vivere l’incubo della ventilazione meccanica: fino alla metà di loro rischia di sviluppare una forma più marcata con allucinazioni, attacchi di panico e ansia pervasiva.

Più a rischio la salute mentale delle donne

Nella popolazione generale sono le donne il gruppo maggiormente a rischio perché il lockdown, nelle sue varie forme, ha inciso più che mai su di loro, gravate dalle incombenze del ruolo materno e di quello lavorativo.

Gli studi dimostrano che a compromettere l’equilibrio psichico femminile sono stati principalmente l’isolamento, le limitazioni alla libertà, le preoccupazioni per gli effetti del virus su quante hanno portato avanti una gravidanza. (dottnet.it)

Anche la condizione degli operatori sanitari desta preoccupazione: in una rassegna degli studi condotti su questa categoria, che hanno preso in esame circa 70.000 soggetti, sono state riscontrate percentuali di PTSD che vanno dal 7,4 al 37,4%, con sintomi che tendono a cronicizzare anche molto a lungo.

Consigli di carattere generale

Quali rimedi possono essere messi in campo in un momento così difficile? Intanto diamo dei consigli di carattere generale.

– Non chiudersi in se stessi, e non tenere solo dentro di sé le proprie paure ma condividerle con persone di fiducia in modo da valutare i proprio timori realisticamente.

Cercare per quanto possibile di mantenere inalterate le proprie routine.

Oltre a adoperarsi per proteggere il corpo è necessario coltivare la propria spiritualità perché gli studi finora condotti evidenziano che…

(…) il più grande fattore protettivo (dal rischio di sviluppare disturbi psichici NdR.) sembra essere una condizione di benessere spirituale. (dott.net)

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Di Photographee.eu|Shutterrstock

L’aiuto dei professionisti

Quando i problemi sperimentati assumono caratteristiche o dimensioni preoccupanti, c’è bisogno di un aiuto professionale.

Per la Sip la risorsa più utile va trovata nella telemedicina; questa modalità permette di offrire un’alternativa efficace di supporto psicoterapico tempestivo per elaborare il trauma da Covid-19.  Per la Sinfp è invece fondamentale assumere i medicinali, che si rivelano sicuramente efficaci per i vari quadri descritti, sotto attento controllo medico.

Il “faidate” farmacologico è invece assolutamente da proscrivere perché potrebbe rivelarsi ben peggiore dei mali che cercasse, anche con le migliori intenzioni, di lenire.

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