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“Perché le donne abortiscono, Maria?” Intervista ad un’ostetrica per la vita

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Di Marjan Apostolovic|Shutterstock

La Croce - Quotidiano - pubblicato il 25/02/21

Si chiama Maria Pellegrini e per decenni ha lavorato come ostetrica in ospedale, aiutando tutte le donne che incontrava. Chi ha messo al mondo il suo bambino non finisce di ringraziarla, chi ha ceduto all'aborto vive in un dolore che, senza il balsamo del perdono di Dio e della fede, resta inguaribile.

Di Rachele Sagramoso

Maria Pellegrini è una donna con voce rassicurante che per decenni ha fatto l’ostetrica e, una volta in pensione, ha risposto al telefono di SOS Vita. Con lei si sono confidate mamme che hanno abortito e mamme che erano indecise se abortire o meno. E lei le ha ascoltate tutte e per tutte ha avuto parole di conforto, di accoglienza, di affetto.

Ciao Maria, sono una tua collega con un millesimo di esperienza rispetto a te. Ti ho chiamato perché ci sono tante ostetriche giovani e meno giovani, che mi stanno chiedendo chiarezza nei confronti della professione…

Eh, cara, hai ragione. Capisco. La faccenda del dolore dell’aborto è ancora messa a tacere.

Ma anche di Metodi Naturali, di femminilità…

Eh nei corsi a scuola (scuola di Ostetricia, ora divenuta Università, ndr) non ne vogliono sentir parlare… Troppa competenza alle donne, temo. Hanno paura che le donne sappiano troppo la verità.




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Maria Pellegrini non si perde in chiacchiere e va al nocciolo della questione: lei con le donne ci ha parlato per decenni. Sia quelle che si recavano in ospedale ad abortire, sia quelle che hanno abortito. È stata ostetrica per tanti anni e ha risposto al telefono di SOS Vita per un tempo tale che le ha consentito di dare ascolto e voce alle donne sofferenti. 

Sono stata capo-ostetrica anche della sala operatoria e ricordo che parlavo con tutte le donne che venivano in ospedale per abortire: ne facevano otto alla volta. Una volta ne vennero quattro, le misi in macchina e me le portai a casa. E sono tornata in ospedale a lavorare. Quando sono arrivati i medici abortisti, non c’erano donne: gli avevo tolto il lavoro (si rifà al periodo in cui i medici abortisti venivano pagati apposta perché venivano da fuori città). Ricordo che scrissero su l’Unità che “I Fabbri e i Pellegrini devono lasciare quanto prima l’ospedale di Mirano” (Fabbri era il suo primario, ndr). Quello che non volevano era che io parlassi con le donne…

Ne ho portate a casa tante che non hanno abortito e sono state mamme felicissime! Purtroppo alcune che ho provato a convincere, poi mi hanno detto: “Perché non ti ho ascoltato, Maria?”.

Perché le donne abortiscono, Maria?

Perché adesso alle donne incinte viene chiesto: “Sei sicura?”, “Lo tieni?”, “Ma guarda che poi è un problema mantenerlo…”.

Un rapporto di forza, insomma: fanno sentire le donne insicure, inducendo un dubbio sulle loro capacità e sulle loro possibilità…

Sì. Gli abortisti sono più forti e sono dappertutto: Consultori, ambulatori… da tutte le parti.

Perché hai scelto di fare l’ostetrica, Maria?

Io ero la sesta di sette figli, e mio fratello insegnava Lettere. Quando veniva a casa nostra un sacerdote amico suo, io stavo lì ad ascoltare perché raccontavano la Storia della mia zona (vicentino, ndr). Un giorno questo sacerdote – avevo sì e no sette anni – mi chiese cosa avrei fatto da grande. Io gli risposi che avrei fatto Lettere come mio fratello. E allora lui mi disse che avrei dovuto fare l’ostetrica “Perché un domani ci sarà bisogno anche di te per difendere la vita”. Non sapevo neppure cosa stesse a significare quel termine.

Di nascosto andai a cercare sul vocabolario e lessi: Commare – Colei che sta con la madre -, Levatrice – Colei che ‘toglie’ il bambino -, Ostetrica. E me le tenni per me. Quel sacerdote si ammalò e morì di TBC, aveva quasi trentacinque anni. Gli scrissi una lettera dicendo che pregavo per lui, perché guarisse e fosse di nuovo sano. Lui mi rispose: “Prega per me perché io sia un santo, prima di un sano”. Poi aggiunse che io dovevo applicarmi e studiare perché: “TU SAI CHE PROFESSIONE DEVI FARE: CI SARÀ BISOGNO ANCHE DI TE PER DIFENDERE LA VITA”. Ecco perché ho fatto l’ostetrica.

Quel sacerdote è poi morto come un santo, perché si accasciò improvvisamente, poi si destò per qualche minuto con le braccia sollevate esclamando “Paradiso! Paradiso! Paradiso!” ed è morto sorridendo. Lui mi ha sempre protetta. Al lavoro mi trovavo le notti ad assistere dieci parti contemporaneamente: all’epoca i bambini nascevano! Ero sola e ci sono state volte che sono stata tre giorni senza vedere il letto! Ma per mia incuria non è morto mai nessuno: anche perché io lo chiamavo sempre e gli dicevo, raccomandandomi, che se fosse successo qualcosa, era colpa sua che mi aveva fatto quel lavoro!

Scherzi a parte, l’ho sentito tanto vicino…


FLORA GUALDANI

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Caspita, Maria! Ci pensi che nell’ospedale della mia zona (Versilia), che ha riunito quattro ospedali (Viareggio, Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta), a dicembre 2020 sono nati 982 bambini e ci sono stati 300 aborti?

Mamma mia! Non nascono più bambini!!

Maria ma perché le persone hanno paura del non-aborto, ovvero hanno paura della vita?

È solo propaganda. Una volta si diceva che il bambino era una benedizione. Alla donna incinta gli venivano fatte le congratulazioni! Ora dicono che la donna è libera di scegliere, ma non è vero: non può essere libera! Non lo è per nulla!

Quante donne hai ascoltato, che avrebbero voluto abortire e non l’hanno fatto, o che avevano abortito e soffrivano?

Migliaia. Io aprii tre centri di aiuto alla vita: Mestre, Noale e Mirano. Ero riuscita ad ottenere le stanze per entrare in contatto con le donne…

Ma come si convince una donna a far vivere il proprio bambino?

Le chiamavo in una stanza, mostravo loro com’era in quel momento il bambino nella pancia… Se nessuno gliene parla, del fatto che quando entra l’aspiratore nell’utero, il bambino scappa per non farsi prendere, del fatto che il battito cardiaco del feto (che normalmente va da 110 a 150 battiti per minuto) raddoppia e che apre la bocca come per piangere e far sentire alla mamma che ha paura, non è colpa loro. Semplicemente non lo sanno. Non vogliono che la donna sappia queste cose, altrimenti la donna non abortisce. Scelgono loro per la donna. La donna non ha opzioni!

Si parla con le donne del bambino: questo bambino non va via. Una donna non può mai dimenticare il figlio che è stato ucciso anche se lo dice, che lo ha dimenticato. Sai quante che mi chiamavano? Mi ricordo sempre di una che aveva abortito, che mi diceva che la notte sentiva il pianto del suo bambino…: sai quante? Erano disperate e qualcuna si è tolta la vita…Questo bambino cresce nella loro mente anche se non cresce nel loro utero. Una del mio paese per un anno è andata a prendere il bambino a scuola… Bambino che aveva abortito sette anni prima. Non sono mai più le stesse. Mai più.




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Cosa dicevi alle donne che hanno abortito?

Le ascoltavo, con amore. Dicevo loro, guardandole negli occhi, che nessuno le accusa: erano loro che affidavano a me la loro disperazione, dicendo che non potevano dirlo ad altre persone… Più di una mi ha detto che uccidere il loro bambino in utero era come uccidere il neonato: loro lo dicevano! Con amore è necessario accoglierle aiutando loro a essere consapevoli del loro gesto. Questa consapevolezza le maturava per potersi confessare e sentire accolte. Le accuse peggiori vengono dagli abortisti: se hai abortito non devi sentirti in colpa… e invece eccome se si sentivano in colpa! Ma non potevano dirlo! Non sono neppure libere di scegliere se soffrire o meno!

Come passavi il tuo tempo libero, quando non lavoravi?

Facevo i corsi dei fidanzati, facevo catechismo… una volta sono andata in ospedale e c’era un’ostetrica che mi disse che era stata una mia allieva a catechismo… Le avevo tanto parlato della vita, che aveva sentito il bisogno di seguire le mie orme!

Come mai tante ostetriche non sono obiettrici?

Bisogna vedere chi ha insegnato l’ostetricia… non basta l’embriologia, quella è scienza. Noi ostetriche dobbiamo essere per la vita! Quando studiavo c’era una sola che era per l’aborto, e infatti mi avrebbe ammazzato, se avesse potuto… Ci sono quelle che pensano davvero di fare il bene della donna: ma non sono possibili le due cose. O stai affianco alle donne, o stai per la morte del loro bambino. Infatti guarda che ora non sanno nulla di Metodi Naturali: sono ignoranti!

Però quando parli con le ostetriche pro-aborto, ci viene detto che noi cattolici odiamo le donne…

Noi non odiamo nessuno! Noi facciamo in maniera – torno a dire che ci sono quelle che si sono tolte la vita perché non si sono mai perdonate, perché questo figlio in cinque minuti lo tolgono dalla sua ‘culla naturale’ ma lui ‘si rifugia’ nel cervello e lì ‘cresce’ – che queste donne si sentano accolte e amate anche se si sentono in colpa.


SAD WOMAN,

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Come fa una donna a perdonarsi?

Con Fede e se sentono qualche donna che vuole abortire, facciano di tutto per convincerla a non farlo.

Grazie Maria. Da parte anche delle donne che hanno abortito, e soffrono.

QUI IL LINK A LA CROCE QUOTIDIANO

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