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Che cos’è il vaccino a mRNA?

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Di CROCOTHERY|Shutterstock

Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 17/03/21

I vaccini a RNA messaggero sono una terapia genica che apre nuove possibilità per la lotta contro le malattie virali.
Cerchiamo ora di comprendere il loro funzionamento.

Due vaccini contro il nuovo Coronavirus, sviluppati da Moderna e Pfizer-BioNTech, sono stati realizzati con una nuova tecnologia. Entrambi questi vaccini sono a base di RNA messaggero (o mRNA), una delle due molecole che contengono le informazioni genetiche specifiche per ogni organismo vivente. L’altra molecola è il DNA. Il compito dell’RNA è trasmettere il messaggio di vita contenuto nel DNA in modo che la cellula possa utilizzarlo per produrre tutte le proteine che ci permettono di respirare,
pensare, muoverci…vivere.

Mentre il DNA può sopravvivere per giorni o settimane a temperatura ambiente e si conserva addirittura per decine di migliaia di anni in alcuni fossili, l’RNA è una molecola effimera, fragile, che è presente nella cellula unicamente durante lo svolgimento della sua specifica funzione e si degrada molto facilmente. Per questo motivo i vaccini a mRNA sviluppati per sconfiggere la pandemia da SARS-CoV-2 devono essere conservati a temperature fino a 80 gradi sotto lo zero. All’interno del vaccino, l’mRNA è protetto, incapsulato all’interno di sfere fatte di grassi (liposomi), simili a quelli presenti delle nostre cellule.

Come funziona il vaccino a mRNA?

Una volta iniettati nel nostro corpo, i liposomi liberano l’mRNA che contiene le informazioni necessarie per produrre la proteina spike del virus. Questa proteina normalmente viene utilizzata dal virus come una sorta di uncino, per agganciarsi alle
cellule delle nostre vie respiratorie, entrare al loro interno e moltiplicarsi causando la malattia. In tutte le nostre cellule ci sono delle piccole fabbriche, i ribosomi, che traducono l’informazione dell’mRNA in proteine.

L’mRNA innesca la produzione della proteina spike

L’mRNA che si trova nel vaccino, una volta entrato nelle cellule viene letto dai ribosomi che produrranno tante copie della proteina spike del SARS-CoV-2. Una volta che le nostre cellule avranno prodotto la proteina spike, questa uscirà dalla cellula e verrà riconosciuta come estranea dal sistema immunitario.

Risposta immunitaria senza la malattia

L’importante è che la proteina spike, da sola, attiva una reazione immunitaria ma non è in grado di provocare la malattia perché rappresenta soltanto una piccola parte del virus. A questo punto il sistema immunitario fa il suo lavoro. Produce le armi specifiche, gli anticorpi contro la proteina spike del SARS-CoV-2 e le cellule della memoria. Gli anticorpi bloccheranno la proteina spike e impediranno al virus di infettarci. Le cellule della memoria rimarranno nel nostro corpo e serviranno a proteggerci per mesi – forse per anni – nel caso il virus ritornasse. Se noi non ci infettiamo, non possiamo nemmeno contagiare chi ci sta vicino. Quindi, il vaccino protegge ognuno di noi ma anche gli altri.

Terapia genica e vaccini a RNA

Ci vogliono in media circa 10 anni per sviluppare un vaccino convenzionale. La velocità con cui questo tipo di vaccini è stato sviluppato è sbalorditiva.
Ci sono voluti 42 giorni per ottenere un mRNA utilizzabile come vaccino, dopo che gli scienziati cinesi hanno pubblicato la sequenza genetica completa del SARS-CoV-2.
Gli ingenti fondi e il capitale umano investiti nello sviluppo hanno permesso di avere risultati in tempi da record, senza mai trascurare la sicurezza.

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Va ricordato che gli scienziati di Moderna e BioNTech lavoravano da almeno 20 anni su terapia genica e vaccini a RNA. Avevano perciò molta esperienza nell’uso di queste molecole sull’uomo e sapevano quello che facevano.

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