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Troppi ritardi sui vaccini: il Papa chiede di accelerare

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Photo by Andrew Medichini / POOL / AFP

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 06/04/21

A farne le spese, dice il pontefice sopratutto i Paesi più poveri. E lancia un appello alla Comunità internazionale. Intanto in Italia si va a rilento. Ecco perchè

Troppi ritardi sui vaccini, denuncia Papa Francesco. La loro distribuzione non è equilibrata e le conseguenze peggiori le pagano i Paesi poveri. Per loro la vaccinazione resta una chimera e l’immunità di gregge è ancora più lontana che in Europa. 

L’ultimo appello sui vaccini, il Papa lo ha fatto domenica scorsa, durante la benedizione Urbi et Orbi. 

VATICAN VACCINE

“Favorire la condivisione dei vaccini”

«Tutti – ha detto Papa Francesco – soprattutto le persone più fragili, hanno bisogno di assistenza e hanno diritto di avere accesso alle cure necessarie. Ciò è ancora più evidente in questo tempo in cui tutti siamo chiamati a combattere la pandemia e i vaccini costituiscono uno strumento essenziale per questa lotta». 

«Nello spirito di un “internazionalismo dei vaccini” – continua Francesco – esorto pertanto l’intera Comunità internazionale a un impegno condiviso per superare i ritardi nella loro distribuzione e favorirne la condivisione, specialmente con i Paesi più poveri».

“E’ un’opzione etica”

In un’intervista esclusiva rilasciata di recente a Mediaset, il Papa aveva rilanciato sui vaccini dicendo: «Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino, è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri».

Mentre già a settembre 2020, aveva denunciato «interessi di parte» nella distribuzione. «Per esempio – affermava Papa Francesco – c’è chi vorrebbe appropriarsi di possibili soluzioni, come nel caso dei vaccini. E poi venderli agli altri. Alcuni approfittano della situazione per fomentare divisioni: per cercare vantaggi economici o politici, generando o aumentando conflitti».

Il “Vaccino sospeso”

Intanto, da una parte la denuncia contro una non equa distribuzione dei vaccini, e dall’altra un impegno concreto a favore dei poveri: nella settimana di Pasqua, infatti, il Papa ha dato il via all’iniziativa “Vaccino sospeso”, in Vaticano. Grazie ad essa saranno vaccinati 1200 indigenti a spese della Curia vaticana. 

Le difficoltà in Italia

I ritardi sui vaccini hanno colpito anche il nostro Paese. Infatti siamo ben lontani dall’obiettivo delle 500mila vaccinazioni al giorno.  Ma, come scrive Avvenire (6 aprile), le cause vanno cercate, in primo luogo, sulle mancate scorte di vaccino. Nel primo trimestre sono arrivati circa 14 milioni di dosi a fronte dei 28 milioni previsti dai contratti, la metà esatta.

Il ritmo dovrebbe cambiare secondo il governo. Sulla carta, si legge sul quotidiano dei vescovi, non ci sono motivi per non credere alle promesse. I vaccini in coda per l’approvazione sono molti (anche se l’Ema continua a prendersi troppo tempo per analizzarli). E le dosi pronte a fare ingresso in Italia sono almeno 8 milioni soltanto nei prossimi venti giorni (ossia quasi il 20% di tutti gli arrivi programmati da qui a giugno).

I numeri reali dei vaccini fatti in Italia

Il problema però, almeno secondo i conti delle Regioni, è che anche con questa iniezione cospicua di fiale sarà molto complicato arrivare alle 500mila somministrazioni auspicate. Troppo poche, ancora, per far ingranare le marce alla macchina vaccinale, che pure ormai è ben rodata in quasi tutto il Paese. Troppo poche, soprattutto, per arginare gli effetti della terza ondata in corso, col virus che viaggia veloce. Cioè centinaia di morti al giorno, centinaia di ricoveri. E ad essere colpito è proprio chi non fa in tempo ad essere vaccinato e messo in sicurezza prima. Anziani, fragili.

Anche qui i numeri parlano chiaro, nonostante si stia cercando di recuperare il ritardo, stavolta dovuto a scelte discutibili fatte sui territori. Tra le 11.156.326 persone vaccinate al 5 aprile (3.463.295 con due dosi) gli over 80 erano meno di 3 milioni e mezzo (il 56,76% con una dose, il 30% con due), gli over 70 solo 963mila (l’11%, con una dose, appena l’1,8% anche con il richiamo).

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