C'è tanto essere e vita e presenze dentro il tempo sospeso di questa fragilità. C'è tanto da raccogliere insieme, altro che da perdere.
Diciamo che non avevo bisogno di una grande spinta, ma solo di un soffio. Mi sono vista, e mi vedo, come madre che è accanto ai propri figli in questo gran putiferio della pandemia. E quel che vedo non mi entusiasma: sono stanca, amareggiata, sfiduciata, impaurita, fragile, instabile, facile all’ira. Tutto questo trabocca dal vaso della mia testa e si riversa su chi ho attorno. La fase de «il lockdown ci farà riscoprire il valore della famiglia stando in casa» è passata da un bel po’. Ora è tutto palude e passi sporchi, inzaccherati di lamentele.
Mi vedo e non mi piace. Mi è bastato un soffio, dunque, per tirar fuori quel che sotto covava come brace. Ho letto sul New York Times un contributo intitolato Genitori, smettetela di dire che è un anno perso. Ecco quel che c’è da gridare. Ma non agli altri, a me per prima.
Cosa significa perso?
Gli esperti dicono che alcune preoccupazioni dei genitori sono giustificate – ma solo fino a un certo punto. Non c’è dubbio che la pandemia esiga una tassa pesante dal benessere emotivo degli adolescenti. Secondo un’indagine che viene citata spesso del Centers for Disease Control and Prevention, i dati sulle emergenze relative al disagio mentale dei ragazzi tra i 12 e i 17 anni parlano di un aumento di casi del 31% dall’aprile all’ottobre 2020 rispetto al 2019. E non c’è dubbio che vedere la solitudine dei ragazzi, le difficoltà con le lezioni a distanza e le ore infinite sui social abbia procurato un grande stress agli adulti che si curano di loro.
Da New York Times
Mi accorgo che basta un nulla a innescare un flusso di parole sulla paura, sulla fatica di questi lunghi mesi di smart workind e Dad. Figuriamoci se arrivano ricerche accreditate e dati statistici incontrovertibili! Sì, i miei figli hanno sicuramente sentito uscire dalla mia bocca tantissimi discorsi sull’anno trascorso come se fosse una perdita irrevocabile che segnerà la loro crescita con molte ferite.