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Clinica gratuita per i poveri dove sorgeva centro abortista

LEIRE NAVARIDAS

Instagram | @leirenavaridas

Giovanni Marcotullio - pubblicato il 01/05/21

A Manassas, in Virginia, è attivo dal 6 dicembre 2017 un ospedale completamente gratuito per i poveri: il suo direttore, il dottor Scott Ross, era tra gli attivisti prolife che si recavano costantemente a pregare davanti all'edificio quando – nella gestione precedente – vi si consumavano 1.200 aborti l'anno.

Girando per l’Europa siamo abituati a vedere antiche chiese consistenti nella cristianizzazione di antichissimi templi pagani, e siamo soliti osservare questi reperti storico-culturali con sentimenti ambivalenti:

  • da una parte infatti essi ci hanno conservato resti di edifici che altrimenti, forse, sarebbero scomparsi del tutto;
  • dall’altra li hanno trasformati così radicalmente che quanto ce ne hanno tramandato è spesso piccola e incompleta parte (è se non altro la nostra sensibilità archeologica moderna a rammaricarsi di ciò).

Al di là del lato formale, sul piano sostanziale il dilemma si ripropone, ma raramente convive nelle medesime persone:

  • ci sono infatti quanti si rallegrano della forza d’inculturazione (e di acculturazione) del cristianesimo, che ha saputo riconoscere il buono (i semina Verbi) di ogni cultura e innestarvisi con pazienza e lungimiranza; e
  • ci sono quelli che deprecano questa medesima attività dei cristiani come se fosse una delle “colonizzazioni ideologiche” biasimate dallo stesso papa Francesco.

Chiaramente tali sentimenti dovevano essere tanto più vivi quanto più si restava vicini agli anni della “rifinalizzazione” degli edifici: all’epoca di Teodosio, e ancora di più in quella di Giustiniano, moltissimi templi più o meno abbandonati furono rilevati dai cristiani e trasformati in basiliche… e i pagani – superstiti eppure impotenti – dovevano nutrire sentimenti amarognoli analoghi a quelli che noi proviamo oggi nel vedere gli esterni di quelle che nei secoli scorsi furono chiese cristiane oggi votate al commercio (perfino nel centro di Roma!).

I sacrifici umani di ieri e di oggi – e la perenne opposizione dei cristiani

Mi sono però imbattuto in un post che mi ha portato a conoscere una storia analoga e inversa: a Manassas, in Virginia, è attivo dal 6 dicembre 2017 (antivigilia dell’Immacolata Concezione) un ospedale gratuito per i poveri – The Mother of Mercy Free Medical Clinic – e se in Italia “clinica gratuita” suona poco rivoluzionario, negli Stati Uniti sembra di tornare a vedere attivi Cosma e Damiano in persona.

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Ancora nello scorso agosto, nella cittadina indiana di Meghalaya dei cristiani assaltavano e distruggevano un tempio dedicato alla dea indù Kali: pare che i sacrifici umani non facciano più parte di quel culto da molto tempo, ma l’impressione che in particolare lì dove si sopprimono degli innocenti si compia un culto demoniaco è resistente ai facili oblii…

Per questo fa particolarmente impressione che nell’edificio di Manassas che dal 2017 ospita l’ospedale gratuito per i poveri sorgesse fino al 2015 una clinica abortista – l’Amethyst Health Center for Women. In questo caso non c’è stato alcun assalto, diciamo nessuna “votazione allo sterminio”, almeno materialmente: la clinica ha chiuso quando il responsabile è andato in pensione (altre volte la dinamica è un po’ diversa), e l’edificio è stato rilevato dalla Blessed Virgin Mary Foundation, che lo ha passato “alla Caritas” della Diocesi di Arlington.

Come crollarono le mura di Gerico

Dicevamo “almeno materialmente” – quanto ai nessi causali che hanno prodotto la riconversione dell’edificio – perché il dottor Scott Ross, attuale direttore della clinica, aveva ricordato al Washington Post che per molto tempo egli stesso era stato fra quanti avevano sostato fuori dalla clinica abortista pregando perché cessasse lo sterminio che vi si perpetrava, e – lo scrive Julie Zauzmer dello stesso Washington Post – «sembra che le preghiere di Ross siano state esaudite».

Novello Giosuè, Ross è entrato in possesso della clinica infanticida (1.200 aborti l’anno) quando al termine delle preghiere le energie di questa si ritrovarono esaurite:

Tutti ci rendiamo profondamente conto di questa realtà, e ciò dà molta carica alla comunità: ora si farà qualcosa di buono in un posto dove è accaduto tanto male. […]

I bisogni sono tanti: stiamo iniziando come una goccia nel mare… ci sono persone recentemente immigrate, ci sono lavoratori non assicurati… La maggior parte delle nostre famiglie sono di persone laboriose, ma o non possono permettersi l’assicurazione medica o comunque non ce l’hanno.

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