Tra tutti i lacci del diavolo che cercano di farci dimenticare Dio, l’attivismo è uno dei più insidiosi. Si tratta di un complesso spirituale che si radica nel legittimo proposito di lavorare alle opere di Dio. Il demonio, che è tutto fuorché sciocco, non attaccherà mai frontalmente un credente convinto per indurlo ad abbandonare la vigna del Signore. Al contrario, utilizzerà perfidamente il suo zelo per allontanarlo insidiosamente da Dio. Come? Persuadendolo ad agire senza posa, a disperdersi in tutte le direzioni. In questo modo, il Maligno cerca di persuadere il credente convinto che più si dimenerà a destra e a manca e più contribuirà alla gloria di Dio.
Il diavolo, lusingatore della nostra inferiorità
Che cos’è che induce il diavolo a questa tattica? Per comprendere le ragioni dello stratagemma diabolico è necessario risalire più a monte, alle fonti delle motivazioni che lo spirito malvagio ha nei nostri riguardi. Da una parte il demonio, nella sua superbì, è persuaso che la nostra promozione battesimale sia immeritata e che egli solo sia degno di onori divini; d’altra parte, per lusingarci e fraudolentemente trascinarci nella sua caduta, intende lavorare per trasformare i figli adottivi del Padre – quali noi siamo – in… lavoratori infaticabili!
Agendo in tal modo, lo spirito malvagio desidera farci dimenticare che da noi Dio si aspetta anzitutto che intratteniamo con Lui una relazione filiale. Ora, questa relazione col Creatore implica due cose: anzitutto riconoscerLo come Padre, quindi acconsentire al nostro status di figli di Dio. E allora, prima di lanciarci di gran carriera nella missione, Dio ci chiede di confortare la nostra interiorità spirituale. Prima di agire, si tratta di essere.