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Non ci sono prove che mostrino che i vaccini provocano infertilità o aborti

Happy Young Pregnant Woman on the Beach at the Atlantic Ocean

Klimamarina / Shutterstock

Verificat - pubblicato il 05/06/21

Quello che può accadere è che dopo aver ricevuto il vaccino si verifichi una serie di fattori che portano a una riduzione della produzione di spermatozoi, ma è una questione temporanea


Un sito web che si definisce cattolico ha pubblicato un articolo sostenendo che i vaccini a m-RNA, come quelli Pfizer o Moderna, provocano aborti o infertilità. Non ci sono prove a sostegno di questa affermazione, e i casi riportati non hanno mai confermato che la causa dell’aborto sia stato il vaccino.

“I vaccini a m-RNA provocano infertilità, aborti spontanei […] in tutto il mondo”, si legge.

Medici di ogni Paese sottolineano che i pazienti che vanno da loro chiedono se esista un rischio di sterilità e/o aborto dopo averli ricevuti, e di fatto i sistemi di sorveglianza sui farmaci come quello della Food and Drug Administration (FDA) statunitense, chiamato VAERS, ha ricevuto finora 162 notifiche di aborti spontanei di donne dopo che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid-19. Ad ogni modo, non ci sono prove della diminuzione della fertilità maschile o femminile dopo aver ricevuto il vaccino, né di un aumento degli aborti spontanei per via delle iniezioni (andrebbe ricordato che i casi di aborto riportati al VAERS non includono necessariamente causalità, né un collegamento provato, tra un evento del genere e i vaccini, ma solo una coincidenza temporale).

“Non ci sono prove del fatto che i vaccini, in particolare quelli contro il Covid-19, possano avere un impatto sulla fertilità, né sull’uomo né sulla donna”, ha riferito con decisione Adelaida Sarukhan, immunologa e autrice scientifica presso l’Istituto di Salute Globale (ISGlobal in catalano) di Barcellona, a Verificat. A febbraio, l’Association of Reproductive and Clinical Scientists e la British Fertility Society hanno pubblicato una guida in cui insistevano sul fatto che “non ci sono prove che uno dei vaccini possa influire sulla fertilità di donne o uomini”.

Fattori temporali

Quello che può accadere è che dopo aver ricevuto il vaccino si verifichi una serie di fattori che portano a una riduzione della produzione di spermatozoi, ma è una questione temporanea: “Alcuni hanno la febbre per uno o due giorni dopo aver ricevuto il vaccino, ed è noto che la febbre può provocare occasionalmente una diminuzione temporanea degli spermatozoi”, ha sottolineato la Sarukan.

Ad ogni modo, ha concluso, “questo effetto è temporaneo”, e simile a quello che una persona potrebbe sperimentare “se si ha la febbre per altre ragioni, ad esempio per un raffreddore”.

Dall’altro lato, la guida ricorda anche la possibilità di prendere alcune precauzioni nel caso in cui si venga sottoposti a un trattamento per la fertilità, come la fecondazione in vitro o il congelamento di ovuli. Si propone, ad esempio, di distanziare i due eventi (vaccino e cure per la fertilità) per riconoscere se gli effetti collaterali sono collegati a un evento o all’altro: “Può essere ragionevole separare la vaccinazione per qualche giorno nel caso in cui si sia coinvolti in procedure di trattamento (ad esempio raccolta di ovuli in una fecondazione in vitro), di modo che qualsasi sintomo, come la febbre, possa essere attribuito correttamente al vaccino o alla procedura di trattamento”, concludono.

Le donne incinte devono consultare il loro medico

Finora, i vaccini contro il Covid-19 non sono stati raccomandati in modo universale alle donne incinte o che allattano perché sono state escluse dalle prove cliniche e sono a disposizione pochi dati sull’efficacia e la sicurezza in questo gruppo, ma ci sono già alcuni studi che indicano che almeno i vaccini a m-RNA sono sicuri per le donne in gravidanza.

Questi resoconti hanno fatto sì che alcune agenzie, come i Centers for Disease Control and Preventionnegli Stati Uniti o il Joint Committee on Vaccination and Immunisation nel Regno Unito raccomandino il vaccino alle donne incinte. In altri Paesi, invece, la decisione dev’essere presa dalla donna dopo aver consultato il proprio medico per valutare i rischi e i benefici che la vaccinazione avrebbe su di lei in base al rischio potenziale di esposizione al virus o se soffre di qualche patologia che possa peggiorare la sua situazione in caso di infezione.

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