È a dir poco commovente la storia della 25enne Alessia, riportata da varie testate giornalistiche che si sono occupate della sua malattia e della straordinaria forza di volontà che nonostante tutto è riuscita ad esprimere.
La storia di Alessia
Affetta fin da ragazza da una grave forma di distrofia muscolare che non le aveva impedito di affrontare gli studi universitari, anche se con notevoli difficoltà motorie, nel 2020 a causa di una cardiomiopatia dilatativa scompensata si era dovuta sottoporre al trapianto di cuore presso l’ospedale delle Molinette di Torino, operata dall’equipe del prof. Mauro Rinaldi.
All’intervento erano seguite varie complicanze, compresa la difficoltà di trovare un farmaco efficace per evitare il rigetto dell’organo trapiantato, quando improvvisamente è andata incontro ad una trombo-embolia cerebrale che le ha causato una tetraparesi con afasia.
Alessia colpita da un grave ictus
Ha dovuto trascorrere circa un anno tra la Cardiochirurgia e la Cardiorianimazione, per poi essere trasferita presso la Neurorianimazione del Cto a seguito dell’ictus.
Nel marzo di quest’anno, dato che le condizioni cliniche generali sembravano essersi sufficientemente stabilizzate, ha subito un nuovo trasferimento nel reparto di Recupero e Riabilitazione funzionale dell’Unità Spinale Unipolare dello stesso Cto.
Ma qui si è nuovamente aggravata a causa di polmoniti e sepsi recidivanti per cui ha perso molto peso, costringendo i sanitari ad alimentarla con la PEG.
Molto provata e depressa
Già sofferente di ipotiroidismo, le viene diagnosticata anche la ridotta funzionalità delle ghiandole surrenali, per cui deve stabilmente assumere una terapia cortisonica grazie alla quale la situazione clinica ha iniziato finalmente a migliorare.
Così può riprendere la riabilitazione neuromotoria, logopedica e cognitiva della paziente che però è molto provata e depressa per tutto quanto attraversato.
Alessia e il suo mito: Alberto Angela
Grazie alla madre si pensa di contattare Alberto Angela, noto divulgatore scientifico, oltre che conduttore televisivo, giornalista e scrittore, da sempre ammirato da Alessia e con il quale – incontrato casualmente prima del trapianto – aveva fatto una foto in un bar.
Il video di Alberto Angela e la forza di ricominciare a lottare
Lui le ha così indirizzato un video di incoraggiamento a superare questo momento di sconforto, insieme al suo ultimo libro. Grazie a questo stimolo Alessia ha ripreso a combattere, iniziando ad utilizzare il macchinario della tosse per vicariare la scarsa efficienza dei muscoli respiratori, e riprendendo a sopportare meglio l’alimentazione enterale.
La voglia di terminare gli studi e laurearsi
A questo punto la ragazza comunica alla madre la volontà di laurearsi, dato che le mancava un solo esame e la tesi era già stata preparata prima del trapianto. Con i professori che l’avevano conosciuta si organizzano le modalità dell’esame che viene affrontato con l’IPAD poiché Alessia non riesce a parlare ma è molto migliorata nelle capacità di comprensione.
La discussione in ospedale
Con l’aiuto della mimica e delle poche parole che ha nuovamente imparato la paziente si è recentemente laureata via internet in Lingue con 98/110, con i docenti schierati, il relatore e il personale sanitario della Neuroriabilitazione plaudenti e festanti alla proclamazione del titolo accademico, raggiunto con una determinazione veramente “eroica”.
La gioia del primario per il risultato di Alessia
Il professor Beatrici, primario del reparto dove sta attualmente seguendo il percorso di riabilitazione, sottolinea come
Alessia è una afasica intelligente, che ha adoperato molto bene il cervello in precedenza e che si impegna moltissimo perché ha una voglia di vivere fuori dal comune. Prima del danno vascolare che le ha tolto la parola parlava due lingue straniere perfettamente. Con noi ha recuperato la comprensione di un linguaggio semplice, basato su domande chiuse. Ma è incarcerata nel suo corpo. Aiutarla a laurearsi, con la collaborazione dell’Università, è un riconoscimento per lei ma spero anche un modo per accendere i riflettori su pazienti che hanno un grande bisogno di aiuto.
(torino.repubblica.it)
“Alessia è uno dei tanti pazienti che mi hanno dato più di quanto io ho potuto dare loro”
E aggiunge:
Qualcuno pensa che questi malati siano degli zombie, invece hanno una vita e ci insegnano ad apprezzare le cose. Alessia è uno dei tanti pazienti che mi hanno dato più di quanto io ho potuto dare loro. Ha superato cose di fronte alle quali chiunque avrebbe rinunciato, e questo ti dà la carica per cercare di fare ancora di più. Perché questi pazienti sono molto soli, soprattutto dimessi dall’ospedale (…) Ha recuperato più di quanto avremmo mai sperato e ha il solo desiderio di vivere fino in fondo la sua difficile vita. Quando abbiamo deciso di far sapere che si era laureata, il suo ragazzo è venuto da me e mi ha detto che Alessia era contenta, così si sarebbe parlato un po’ di questi pazienti orfani, i malati come lei.
(Ibidem)
Alessia ha un futuro ancora incerto, ha dovuto riprendere la terapia antibiotica per un germe che è entrato nel suo corpo e non ne vuole sapere di abbandonarlo, ma vista la sua grinta siamo autorizzati a sperare che vincerà anche questa battaglia.