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In Mozambico, gli jihadisti sequestrano i bambini: i maschi saranno soldati, le femmine schiave sessuali

MOZAMBIQUE; AID TO THE CHURCH IN NEED

Aid to the Church in Need

Francisco Vêneto - pubblicato il 12/06/21

Nel silenzio assordante dei media, i bambini mozambicani vittime degli estremisti

In Mozambico, gli jihadisti sequestrano i bambini per costringerli a lottare come soldati nel caso dei maschi, per stuprarle come schiave sessuali nel caso delle femmine. Poco o niente di questo scandalo brutale ha meritato le attenzioni dei cosiddetti “grandi media” internazionali.

A denunciare questo orrore è soprattutto la Chiesa, in particolare attraverso la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS).

Tra gli eroi che rischiano la vita in difesa di questi bambini c’è padre Kwiriwi Fonseca, della diocesi di Pemba, attualmente una delle più colpite dal fanatismo jihadista in tutto il pianeta.

Il Mozambico vive dal 2017 l’incubo dell’invasione dei gruppi terroristici nella regione di Cabo Delgado, ricca di risorse minerarie. Da allora, gli estremisti hanno già ucciso più di 2.500 persone e provocato 750.000 sfollati dopo aver devastato cittadine e paesi.

Sequestro di bambini

Uno dei drammi più abominevoli nella regione è il sequestro di centinaia di bambini costretti a diventare jihadisti e di bambine usate come schiave sessuali o come “spose” forzate.

Non ci sono statistiche ufficiali sui sequestri. Padre Fonseca ha tuttavia dichiarato ad ACS che “si può parlare di centinaia, perché se includiamo tutti i villaggi da cui sono state prelevate le persone possiamo indubbiamente affermarlo”.

I sequestri si estendono anche agli adulti, compresi i religiosi cattolici che operano nella regione come missionari. Nell’agosto 2020, ad esempio, una delle vittime è stata una religiosa brasiliana, suor Eliane da Costa, della Congregazione di San Giuseppe di Chambéry, che ha trascorso 24 giorni nelle mani dei rapitori nascosti nella foresta.

P. Fonseca ha riferito anche il dramma di Mina, un’abitante della regione i cui figli sono stati sequestrati e ha visto assassinare suo marito e suo fratello:

“Cinque uomini sono apparsi improvvisamente, sorprendendoli, e la gente del posto si è resa conto che erano terroristi di Al-Shabaab. I terroristi hanno trovato Mina a casa con il marito, il fratello e i quattro figli. Le hanno detto: ‘Prenderemo questi due ragazzi’. Alla fine hanno preso tre ragazzi, di 14, 12 e solo 10 anni. Hanno legato suo marito e suo fratello e le hanno detto di andarsene perché li avrebbero uccisi. Si è rifiutata di andare. E così è stata costretta a guardare mentre tagliavano la gola di suo marito e di suo fratello. Non solo, anche la sua bambina di due o tre anni ha assistito agli omicidi. La bimba è tuttora sotto shock”.

Anche la religiosa portoghese Mónica da Rocha, delle Suore Riparatrici di Nostra Signora di Fatima, si trova in Mozambico, e ha confermato in alcune dichiarazioni ad ACS che il Paese vive una drammatica emergenza umanitaria. La suora ha confermato l’ondata di stupri e rapimenti, che avvenivano già prima del conflitto e ora sono aumentati in modo esponenziale.

P. Fonseca aggiunge alle preoccupazioni il processo di radicalizzazione che subiscono i giovani sequestrati e che avrà conseguenze per generazioni:

“Stiamo parlando di persone andate via l’anno scorso, l’anno precedente… Sono da molto tempo a contatto con il male, e finiscono per assimilarlo. E insisto sul fatto che l’incapacità da parte dei bambini di distinguere il bene dal male può portarli a diventare più radicali. Possono diventare i terroristi peggiori”.

La presenza dei bambini nei gruppi terroristici suscita un altro grave dilemma:

“Vari partner internazionali, vari Governi, vari Paesi vogliono aiutare il Mozambico a eliminare i terroristi. Cosa vuol dire? Vuol dire che moriranno anche molti innocenti”.

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