Da oggi e fino al 20 giugno 6 atleti amputati tentano la scalata al Monte Rosa. Li guida Moreno Pesce con questo passo di marcia: "Il vero traguardo è il provarci e vivere una bella avventura in sicurezza con un compagno".
La Monte Rosa SkyMarathon® è la gara più alta d’Europa, si svolge su sentieri di montagna con tratti impegnativi in salita e discesa, tratti innevati, ghiacciai con crepacci, tratti esposti, ripidi pascoli e pietraie per 35 chilometri con 7000 metri di salita e discesa. Il traguardo è la Capanna Margherita a quota 4554 metri.
Mentre scrivo, qualcuno si è già messo in viaggio su questo percorso impegnativo. Da oggi e fino al 20 giugno si svolge AMA-Bilmente, l’impresa di 6 atleti amputati che tentano di fare lo stesso percorso della Monte Rosa SkyMarathon®. Li guida il 46enne Moreno Pesce di Noale. In seguito a un incidente motociclistico ha perso una gamba, ma ha guadagnato uno sguardo sulla vita orientato sull’entusiasmo di avere dei limiti. I limiti ci sono, camminano con noi. Farci i conti, veicola l’energia nel modo giusto, quello di chi sa bene di non essere un supereroe.
Lo scopo è di abbattere l’immensa montagna psicologica della disabilità affrontando la vera montagna. – Moreno Pesce
Scalare il Monte Rosa senza una gamba
La montagna ci offre una risorsa quasi infinita di metafore, attinenti alla fatica e ai premi conquistati un passo dopo l’altro. E’ un peccato, invece, che la parola ‘scalata’ finisca troppo spesso ad essere associata solo all’orizzonte del successo solitario, delle imprese economiche azzardate.
Lo scalatore è molto umile, il che non è in contraddizione con il suo essere coraggioso fino all’azzardo. Sa che la montagna è una forza indomabile. Vede la propria piccolezza rispetto all’imponenza dei massicci rocciosi. Conosce la fatica che rompe il respiro e spezza i muscoli.
Allora forse, proprio per questo, i 6 atleti che oggi cominciano la loro scalata al Monte Rosa hanno tutte le carte in regola per affrontare la sfida, anche se la prima cosa che saremmo tentati di notare in loro è un’assenza ingombrante. Come si fa a scalare senza una gamba?
Potrebbe essere un ossimoro: la scalata degli atleti amputati. E invece eccoli, hanno nome e cognome e ciascuno una storia: Moreno Pesce, Cesare Galli, Lino Cianciotto, Loris Miloni, Massimo Coda e Salvatore Cutaia. Tutti insieme sono il Team3gambe.
Per Moreno Pesce, che è l’anima di questo progetto, è il quinto tentativo. Speriamo sia quello buono, anche se il vero traguardo è la conquista di ogni passo, divertirsi e mandare un messaggio sociale incoraggiante.
“Nel 2018 avevo fatto qualche esperienza in quota, racconta Moreno Pesce, e non avevo incontrato particolari difficoltà. Così ho pensato di dar vita a questo progetto dove, un atleta amputato si mette alla prova su un terreno tanto severo come l’alta montagna affiancato da una guida alpina e un compagno di corda. Niente di estremo o pericoloso, non vogliamo sembrare alla ricerca di sensazionalismo ma solo di far capire che anche coloro che hanno subito amputazioni possono fare moltissimo, basta volerlo e crederci davvero”.