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Lezioni da una mistica cristiana medievale sulla depressione post-partum

MARY OF KLOPAS

Rogier van der Weyden | Public Domain

padre Michael Rennier - pubblicato il 15/06/21

La vita affascinante di Margery Kempe può ispirare le donne moderne a far fronte alla malattia e a guarire

Ho conosciuto madri che poco dopo aver partorito erano diventate così depresse da essere fisicamente incapaci di prendersi cura del proprio figlio. Crea un senso di fallimento. Oltre alla sofferenza di un’intensa depressione post-partum, che è già abbastanza difficile, queste donne soffrono per il fatto di non riuscire a prendersi cura del figlio. Immagino che il peso a livello psicologico sia enorme. Vogliono disperatamente assumere il loro ruolo materno, prendersi cura del proprio bambino, ma fisicamente non sono in grado di farlo.

Chi non è mai stato depresso potrebbe meravigliarsi all’idea che questa malattia possa far stare così male qualcuno da non poter gioire per la nascita di un bambino. Non sono una madre, ma ho sofferto di depressione, e ci sono stati giorni in cui riuscivo a malapena a prendermi cura di me stesso. Non riesco nemmeno a immaginare di dover curare anche qualcun altro in quei momenti oscuri. È difficile spiegare cosa si prova, ma è davvero debilitante. Anche se la depressione non è una ferita visibile dall’esterno, è molto reale. Allo stesso tempo, una persona che soffre di depressione non può evitare di pensare che si sta abbattendo e sta abbattendo gli altri, il che peggiora le cose.

La depressione post-partum è una malattia seria – ne soffre circa il 15% delle donne –, ed è presente fin dalla notte dei tempi.

Un amico mi ha parlato di recente di Margery Kempe, una donna inglese vissuta all’inizio del XV secolo, e di come sembri aver sofferto di depressione dopo la nascita del suo primo figlio. Una diagnosi di depressione non sarebbe esistita all’epoca, ma abbiamo degli indizi dalla sua descrizione della propria vita. Margery in seguito divenne famosa come veggente spirituale che dettò le sue visioni di Cristo in quello che è noto come Il Libro di Margery Kempe, nel quale descrive come da giovane abbia condotto una vita piuttosto normale. Apparteneva alla classe media, era interessata alla moda e sposò John Kempe, un uomo che la trattava gentilmente.

Tutto cambiò con la nascita del primo figlio. Margery ricorda che durante la gravidanza sperimentò “grande malessere fisico, per il quale perse la ragione per molto tempo”. “Dopo aver concepito”, continua, “venne afflitta da vari attacchi di malattia fino alla nascita del bambino”. Il parto la lasciò così debole che pensò che non sarebbe sopravvissuta. Si riprese piuttosto bene e sembrava essere a posto dal punto di vista fisico, ma è qui che la sua storia subisce una svolta.

Margery si era sempre definita di tendenze depressive, pensando che meritava di morire e di andare all’inferno per via di peccati segreti e inconfessati. Dopo la nascita di suo figlio, le sue condizioni mentali si deteriorarono rapidamente. Disse di se stessa: “Questa creatura è uscita di senno ed è stata straordinariamente disturbata e tormentata dagli spiriti per sei mesi, otto settimane e strani giorni”. Ebbe visioni del demonio, che le disse di abbandonare fede, famiglia, amici, speranza del Paradiso e autostima.

Margery scrisse: “Si sarebbe uccisa varie volte”. Non tentò mai il suicidio, o almeno non ne parla mai, iniziò a mutilarsi il corpo, strappandosi la pelle vicino al cuore con le unghie.

Guardando indietro alla sua descrizione dell’esperienza vissuta, è difficile dire se soffrisse di una depressione post-partum clinica o forse della ancor più rara e ben peggiore psicosi post-partum. È chiaro, però, che la gravidanza scatenò qualcosa in lei.

In base alla mia esperienza, la depressione si cura al meglio in due modi simultanei: il primo è l’aiuto di professionisti sanitari che possono prescrivere i farmaci adatti e offrire consigli su alimentazione e terapia professionale. Margery non aveva queste risorse, e quindi poteva contare solo sulla seconda possibilità, che è più personale.

Questa strada riguarda il modo in cui chi soffre risponde al fatto di vivere con la depressione. Per alcuni, ci sono periodi in cui la vita rallenta inevitabilmente fino a fermarsi, ma per la maggior parte della gente si può vivere funzionalmente con la depressione e ci sono dei modi per gestirla e procedere lentamente verso la guarigione.

Dopo la depressione, Margery non recuperò più le sue condizioni mentali precedenti. Aveva uno strano rapporto fisico con il marito, piangeva così spesso che la gente pensava che riuscisse a farlo a comando e continuava ad avere visioni mistiche, ma ha avuto molti altri figli e una vita familiare felice. Ecco come ha fatto.

Conoscenza di sé

Margery fece un esame di tutta la sua vita e andò dal suo parroco per confessarsi. In precedenza aveva evitato la Confessione, pensando che “se era in buona salute non aveva bisogno di confessarsi”. È utile sviluppare un’accurata conoscenza di sé, soprattutto perché la depressione racconta bugie. L’onestà è il primo passo per guarire.

Onestà emotiva

L’onestà si estende al fatto di riconoscere e accettare il modo in cui ci si sente. Margery era più che disposta a esprimere le proprie emozioni. Non tutti le offrivano supporto, ma lei non si faceva problemi. Quando stava lottando non lo nascondeva.

L’amore di Dio

I vicini di Margery erano inclini a chiacchierare su di lei. Spesso la gente non capisce la depressione e pensa che la gente sia pigra o irragionevole. In casi come questi Margery ricordava l’amore di Dio, che non vacilla mai.

Amicizia

Anziché assorbire negatività da chi sparlava di lei, Margery cercava conforto e consiglio da amici saggi e pazienti. “Parlava con molte anacorete”. Le anacorete, come la sua amica Giuliana di Norwich, erano donne che dedicavano la propria vita alla saggezza spirituale e alla preghiera. Erano esattamente il tipo di amici di cui ha bisogno una persona depressa. È una malattia che tende a isolare, ma stare costantemente da sole non fa che aggravarla.

Aiutare gli altri

Margery ha dettato un libro per condividere la sua esperienza. Nel corso dei secoli, questo testo è stato piuttosto utile a chi si è trovato in situazioni simili. Il sostegno reciproco e l’empatia possono fare molto. Se soffrite di depressione post-partum è importante essere chiari: non siete un fallimento. Siete e sarete una madre splendida. Margery è un meraviglioso esempio di una madre che, anche se la sua vita non è stata semplice, ha donato gioia, saggezza e amore alla sua famiglia e al mondo.

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