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Perché questa immagine di alcune suore alle elezioni ha commosso il Messico?

TIJUANA

Courtesy Sor Emely Maria, Santísimo Salvador

Jesús V. Picón - pubblicato il 16/06/21

Essere scrutatori a Tijuana può essere molto pericoloso, ma queste suore di clausura non hanno esitato a offrirsi per garantire ai loro concittadini il diritto di votare

Il 6 giugno in Messico si sono svolte le elezioni per scegliere governatori, deputati e sindaci. Quel giorno, è diventata rapidamente virale in tutto il Paese una fotografia in cui apparivano delle suore come scrutatrici.

Nessuno sapeva chi fossero quelle religiose, e alcuni hanno pensato a uno scherzo o che la foto fosse falsa, ma Aleteia si è informata e ha trovato le risposte che cercava.

In questa intervista potrete conoscere tre di queste religiose che hanno deciso di essere scrutatrici in una zona in cui il narcotraffico e la delinquenza organizzata commettono atrocità e in cui le sparatorie sono frequenti e provocano terrore.

Sorelle, grazie di cuore per averci concesso questa intervista per Aleteia. Innanzitutto, come si chiama la congregazione a cui appartenete, chi l’ha fondata e qual è il suo carisma?

Apparteniamo all’Ordine del Santissimo Salvatore e di Santa Brigida, fondato da Santa Brigida di Svezia nel 1370.

Il nostro carisma consiste nel contemplare Gesù crocifisso, accompagnarlo nell’Eucaristia. Siamo di vita contemplativa, claustrali.

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Siamo Madre Verónica María del Espíritu Santo, 28 anni, di Tijuana, Baja California; suor Alma Leticia de San Agustín, 34 anni, di Torreón Coahuila; e suor Emily María del Santísimo Salvador, 27 anni, di Guerrero.

Cosa vi è successo domenica 6 giugno? Per il Messico è stato un giorno di festa civica e si sono svolte le elezioni. Come le avete vissute? Siete uscite dalla clausura e siete andate a votare?

Ci è sempre stato insegnato che dobbiamo compiere il nostro dovere civico, che è votare. Domenica abbiamo cercato di uscire molto presto dal monastero, verso le 7.30. siamo andate ai seggi elettorali per votare, per compiere il nostro dovere.

Una volta lì, però, verso le 8 di mattina, ci siamo rese conto che c’era un po’ di confusione perché gli scrutatori non erano arrivati.

C’erano molte persone in fila, e allora le incaricate dell’INE (Instituto Nacional Electoral) e dell’IEEBC (Instituto Estatal Electoral de Baja California) ci hanno chiesto se qualcuno voleva collaborare come scrutatore, e molte persone hanno risposto che dovevano lavorare e non potevano restare.

Noi abbiamo pensato che forse mancava solo qualche scrutatore, ma alla fine in tutte le sezioni, che erano 7, mancavano dei membri, e ci stavano dicendo che per questo non potevano cominciare le elezioni. Abbiamo aspettato circa un’ora e mezza per vedere se arrivavano gli incaricati, e ci siamo viste nella necessità di sostenere chi era andato ai seggi perché vi si potessero svolgere le elezioni.

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La cosa triste è che molte persone stavano andando via perché dovevano lavorare e non potevano aspettare che tutto iniziasse.

Abbiamo voluto dare una mano. Abbiamo il voto di obbedienza, e quindi abbiamo subito comunicato alla nostra badessa la situazione che si stava presentando. Eravamo 14 religiose, e avevamo pensato di tornare subito al monastero di modo che potessero poi andare a votare le altre.

La nostra badessa ci ha allora dato il permesso di aiutare ai seggi. Delle 14 suore che eravamo lì, la maggior parte è molto giovane, alcune sono nella fase dello juniorato e altre con voti perpetui.

E allora abbiamo aiutato come scrutatrici. Siamo state lì dalle 8 del mattino fino a quasi le 23, dando una mano in tutto ciò che potevamo, alcune come segretarie, altre come scrutatrici, alcune aiutando il presidente di seggio. Più che altro compiendo il nostro dovere di cittadine messicane.

Da quando siamo entrate in monastero ci hanno sempre detto questo: siamo suore, ma siamo anche Messicane, e dobbiamo compiere il nostro dovere nei confronti del Paese. Per questo domenica 6 giugno abbiamo deciso di aiutare nelle elezioni.

Cos’hanno detto i cittadini quando vedevano delle suore ai seggi? Che commenti avete ricevuto?

Abbiamo ricevuto commenti positivi, ma anche critiche. Alcuni dicevano “Avrei fatto bene a travestirmi da suora per entrare prima” anziché chiederci che facevamo lì. Altri si infastidivano e si chiedevano cosa ci stessimo a fare. Molti però ci dicevano, ed era bello sentirlo, che eravamo mandate da Dio, che li avevamo salvati, che senza il nostro aiuto avrebbero dovuto chiudere il seggio. E la verità è che ci sono stati seggi di cui ci siamo occupate quasi completamente noi suore, con soltanto un laico.

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In generale abbiamo ricevuto commenti positivi, ci dicevano che senza di noi in quelle sezioni non avrebbero potuto svolgersi le elezioni e che Dio ci aveva inviate per questo.

Quante di voi sono state al seggio, e in quante sezioni?

Eravamo andate a votare in 14 e siamo rimaste tutte. In alcune sezioni c’erano 2-3 suore, ma ce n’era un altro con 4 religiose e un unico laico, che faceva da presidente, mentre la prima segretaria, la seconda segretaria e le scrutatrici erano suore.

Nel mio caso, ero l’unica religiosa della sezione che mi è spettata, e c’erano altre due persone che erano in fila e che dopo gli inviti che ci sono stati rivolti hanno voluto partecipare. In media in ogni sezione c’erano 1 o 2 suore.

Siete rimaste lì tutto il giorno. Chi vi ha portato da mangiare? Chi vi ha assistite?

Quando siamo uscite per andare a votare non avevamo fatto colazione, ma quando abbiamo ottenuto il permesso di restare dalla Madre badessa le altre suore del monastero si sono messe a cucinare e sono venute a portarci qualcosa da poter mangiare.

All’ora di pranzo le persone dell’INE ci hanno offerto del cibo. C’è stata anche gente che ci ha offerto da mangiare, ma le nostre consorelle ci avevano già aiutato in questo senso.

È stato bello perché visto che alcuni degli altri non avevano portato del cibo l’abbiamo potuto condividere.

Nella nostra comunità quel giorno c’era la vendita, dovevamo vendere tamales [un piatto tipico messicano, ndt.] per sostenerci, e allora ne hanno portati alcuni per noi, e noi li abbiamo condivisi con gli altri del seggio.

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Avete recitato qualche preghiera durante la giornata elettorale? Siete andate a Messa?

Come religiose siamo consapevoli del fatto di dover rispettare la nostra vita di preghiera. Siamo uscite per andare a votare e la nostra intenzione era quella di tornare subito in monastero per continuare la nostra vita quotidiana.

Avevamo la Santa Messa alle 12.30, e noi che siamo rimaste al seggio purtroppo non abbiamo potuto partecipare. Era una delle nostre preoccupazioni, perché sapevamo che se ci fossimo offerte di aiutare avremmo dovuto rimanere lì fino alla fine.

Avevamo pensato che forse, terminato il processo elettorale, avremmo avuto la possibilità di assistere alla Messa più tardi. È stato l’aspetto triste nel nostro caso, perché come cattolici si ha il dovere di assistere alla Messa, è un comandamento della Chiesa.

È stato parte del sacrificio, oltre al nostro lavoro. È stata una giornata molto pesante, e abbiamo offerto al Signore per il nostro Paese il fatto di non poter essere andare a Messa e di dover stare lì tutto il giorno.

Ciascuna, però, nella propria sezione, ha pregato perché nostro Signore permettesse al nostro Paese di seguire la strada giusta, perché illuminasse le persone che stavano votando e il governatore, i sindaci e i deputati che si stavano eleggendo.

Essendo consacrate, tutto quello che facciamo durante la giornata è consacrato, anche quello che abbiamo fatto domenica senza che fosse stato pianificato; lo abbiamo offerto a Dio come un sacrificio e una preghiera per il nostro Paese.

Cosa vi aspettate dal popolo messicano dopo queste elezioni?

Speriamo che il popolo messicano torni a nostro Signore e alla Madonna, che ha deciso di rimanere tra noi.

È stato triste vedere il dispiacere delle persone che non volevano dare una mano; altri gridavano gli uni agli altri, mentre quelli dell’INE cercavano di controllare la situazione ma non ci riuscivano. È stato allora che abbiamo detto che volevamo offrire un sostegno alla nostra comunità, al nostro Paese.

Molti pensano che la vita consacrata, e soprattutto quella claustrale, non serva a niente, perché non facciamo altro che stare chiuse qui, ma credo che domenica scorsa sia stata una prova del fatto che la preghiera dà frutto e che siamo al servizio degli altri.

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È stato triste anche vedere che moltissima gente non è andata a votare, che c’è poco interesse in Messico a partecipare alle elezioni; si dice che si vuole un cambiamento per il benessere di tutti ma poi non si esercitano i propri diritti.

Invitiamo a questo: se tutti vogliamo il meglio per il nostro Paese e cerchiamo davvero la pace e il bene e ci viene offerto il modo per farlo, allora facciamolo in modo pacifico, libero. Domenica, che era un giorno così importante, vedere quanti non sono andati a votare è stato molto triste; e la maggior parte di quelli che non hanno votato era composta da giovani, il che è ancora più triste, perché la gioventù è il nostro futuro, e non abbiamo quasi visto la sua presenza. Dove sono i giovani?

Della nostra comunità, posso dire che la maggior parte delle religiose è giovane – di 20 anni, 21, 18 o 19 -, e che vogliono anche loro cambiare il mondo, vogliono la pace nel mondo, e lo stanno facendo qui con la preghiera.

La foto del luogo in cui vi trovavate è diventata virale, come emblema del buon cittadino cattolico. Volete aggiungere qualcosa?

Vorrei chiarire una cosa: molti domenica ci hanno chiesto perché non avevamo seguito il corso per lavorare ai seggi.

Vorrei anche aggiungere che grazie a Dio la nostra comunità è molto collegata ai temi elettorali, visto che noi esercitiamo questo diritto all’interno del monastero, e quindi, quando è emersa la necessità, sapevamo tutte di cosa si trattasse, sapevamo tutte cosa fosse uno scrutatore, il lavoro da svolgere e come si contano i voti.

Conoscevamo tutte l’importanza della questione, ma abbiamo comunque chiesto agli altri e alle incaricate dell’INE cosa dovevamo fare e abbiamo ricontrollato rapidamente i manuali.

Siamo state lì a dare un contributo, non solo a riempire un buco. Abbiamo cercato di aiutare nel miglior modo possibile. Credo che vada detto.

Domenica siamo state anche testimoni del lavoro del nostro popolo messicano; vedevo le incaricate dell’INE e degli istituti elettorali molto stanche; sono persone veramente impegnate con il Paese.

Va anche detto che ci sono state altre persone molto impegnate, e sono rimasta sorpresa che i seggi avessero appena aperto e già ci fossero persone lì, come anche della preferenza che si dava agli anziani e ai disabili. Mi mostra che nel nostro Paese abbiamo ancora dei valori e cerchiamo di andare avanti. E scoprire questo ci ha arricchite.

Siamo monache di clausura, e quindi rimaniamo per tutto il tempo in monastero, conducendo una vita di preghiera, anche se ovviamente abbiamo le nostre attività, tra cui quella di guadagnarci il sostentamento quotidiano attraverso i prodotti che realizziamo.

E questa volta abbiamo potuto condividere un po’ della nostra vita quotidiana dando una testimonianza della nostra fede a chiunque si avvicinasse.

Siamo tornate molto stanche, e abbiamo potuto constatare la realtà del nostro Paese, cosa che ci spinge a pregare molto per il popolo messicano.

Siamo impegnate per il benessere del nostro Paese, siamo impegnate con la Chiesa, e come religiose di vita contemplativa siamo un polmone per la Chiesa, in particolare per la Chiesa del Messico.

Si può contare sul nostro monastero per il bene del nostro Paese e per quello delle anime. Per Dio non esistono coincidenze, per questo domenica scorsa alcuni si sono avvicinati a noi per chiederci delle preghiere.

Chi vi ha scattato le fotografie, e chi le ha condivise sulle reti sociali? Avete telefoni cellulari e reti sociali? Non so se sapete che ovunque i gruppi cattolici hanno iniziato a condividere el foto in rete.

Abbiamo le reti sociali per la promozione vocazionale, e con questa pandemia abbiamo dovuto usarle di più per poter vendere i nostri prodotti. Abbiamo Facebook, Instagram e YouTube.

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La foto l’ho scattata io (suor Ema); l’ho mandata alla mia badessa per dirle che stavamo lavorando, e lei l’ha condivisa con sua sorella, che a sua volta l’ha condivisa con il Frente Nacional por la Familia, e da lì è diventata virale.

Perché credete che siano mancati tanti scrutatori che erano già stati assegnati al seggio che avete aiutato? 

La zona in cui si trovava il seggio è pericolosa, mesi prima si era scatenata la violenza; questo ci ha fatto pensare che forse molti di quelli che dovevano fungere da scrutatori non siano andati per questo.

Che tipo di violenza?

Ci sono state delle sparatorie, soprattutto nella zona della scuola in cui sono state poste le sezioni in cui abbiamo servito. La nostra badessa era molto preoccupata, e persone di ogni tipo sono venute spesso a vedere se stavamo bene, e quando abbiamo finito ci hanno portate via da lì. Perché molti di quelli che abitano lì vicino erano preoccupati per noi e insistevano a dire: “Ora andate, che questa zona è pericolosa”.

Come dite voi, con Dio non esistono coincidenze. La delinquenza organizzata ha seminato molta paura tra i cittadini, che arrivano a dire “Votare non serve”. Avete avuto la grazia di essere segno della luce dello Spirito Santo, mentre Dio vi proteggeva?

Per noi è molto importante essere presenti nella nostra comunità, per mostrare Nostro Signore di fronte a tante necessità esistenti. E sicuramente Dio aveva pianificato questo.

Speriamo che la nostra testimonianza faccia sì che la gente si interessi di più al Paese, vedendo che le monache di clausura sono dovute uscire per servire. Se Dio lo ha suscitato e lo ha permesso, speriamo che la cittadinanza si svegli, perché il nostro Paese ha un grande bisogno che i cittadini lo difendano e offrano una testimonianza positiva.

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