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Come Gesù ha salvato il loro matrimonio dopo i tradimenti e una separazione

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Fred de Noyelle / Godong

Mathilde De Robien - pubblicato il 16/06/21

Pierre e Catherine, sposati da 32 anni, rendono testimonianza con forza e umiltà della maniera con cui Gesù è venuto a salvarli – individualmente e come coppia. Una storia dolorosa e luminosa al contempo, che mostra la potenza del sacramento matrimoniale.

Sguardi complici, grandi sorrisi, voci dinamiche ed entusiaste… Niente lascia sospettare lo tsunami che ha travolto la coppia di Pierre e Catherine* una ventina d’anni fa. Alternandosi nel prendere la parola toccano l’uno e l’altra, con semplicità e umiltà, il delicato argomento dell’infedeltà, e raccontano come il loro incontro personale con Cristo li ha guidati sul cammino del perdono e della riconciliazione. 

Provenienti entrambi da famiglie cattoliche, la loro infanzia e la loro adolescenza furono turbolente: Catherine perse brutalmente il padre quando aveva appena 15 anni – un lutto che provocò in lei un sentimento di rivolta e un rigetto di tutto quanto è “cattolico”. Quanto a Pierre, era cresciuto con l’idea (falsa) di non essere stato veramente desiderato dai suoi genitori, e si è dovuto confrontare con frustrazioni scolastiche fino all’età di 20 anni. «Giovane adulto, volevo provare che valevo qualcosa: volevo riuscire nella vita, essere riconosciuto, essere desiderato», ha confessato ad Aleteia. 

Pierre e Catherine si sono incontrati giovani, fu un colpo di fulmine e decisero di sposarsi: seguirono un corso di preparazione al matrimonio e si dissero sì davanti a Dio, in chiesa, per tradizione piuttosto che per convinzione. Una volta sposati, «apparentemente cattolici» – andavano a messa di tanto in tanto – la loro vita si concentrò attorno ai loro cinque figli, al lavoro – di cui Pierre era oberato – e le serate tra amici. 

La frattura 

«Poco a poco – si ricorda Pierre – la vita è diventata noiosa»: 

Avevo quasi quarant’anni. Avevo voglia di novità. Volevo guadagnare più denaro, essere riconosciuto come il migliore, girare in una macchina di lusso, essere ben vestito, essere desiderato. Tutto questo mi allontanò da Catherine. Passavo sempre più tempo lontano da casa, comunicavamo sempre di meno. Non mi interessavo a quello che faceva Catherine e non le parlavo del mio lavoro. 

Pierre cominciò allora a costruirsi la sua vita parallela: incontrò un’altra donna e lasciò la famiglia per andare a vivere con lei. 

Da parte sua Catherine si ricorda che la situazione è andata progressivamente deteriorandosi ben prima della loro separazione. Sentiva il bisogno di confidarsi, di sentirsi sostenuta – specialmente per l’educazione dei bambini – ma non trovava in suo marito l’ascolto di cui aveva bisogno: 

Non ho saputo esprimergli le mie sofferenze e sono andata a cercare altrove la sicurezza e l’ascolto di cui avevo tanto bisogno. Ho sviluppato una forma di amicizia amorosa con un uomo, poi con un altro… relazioni che non erano affatto sintonizzate sul nostro matrimonio. Questo ha deteriorato la nostra relazione, e tra di noi s’è scavato un fossato. 

Una volta separati, l’uno e l’altra scoprirono le menzogne e i tradimenti che avevano danneggiato la loro coppia: 

Ho visto tutto quello che avevo distrutto con la mia condotta – dice Catherine –, tutto il male che avevo fatto a Pierre, e che a poco a poco anche lui scopriva. Si sentiva come tradito, e ho sentito lo stesso quando ho appreso che stava con un’altra donna. 

Ha percepito come un grande spreco, ha visto i loro figli soffrire per i loro errori, ma la situazione le sembrava inestricabile. Così tanti perdoni da dare, tante dinamiche da modificare… «Sentivo nel fondo di me che volevo ricostruire la nostra coppia, ma mi sembrava semplicemente impossibile». Pierre, da parte sua, pensò seriamente al divorzio. 

L’incontro con Gesù 

Sempre separati, Catherine e Pierre avrebbero scoperto – in maniera totalmente inattesa – l’amore di Cristo per loro. Ciascuno da parte sua, ne fecero l’intima esperienza quasi nel medesimo momento. Un incontro che avrebbe sconvolto le loro vite. 

Catherine sapeva, all’epoca, che molte persone pregavano per loro. Amici e parenti, ma pure sconosciuti: 

La cosa mi toccava enormemente, e allora anche io ho cominciato a pregare, a supplicare il Signore di fare qualcosa. Per me solo un miracolo poteva cambiare le cose. Interpellavo Dio dicendogli che l’avevano invitato a essere testimone del nostro matrimonio e che era il momento di agire, perché noi non potevamo più fare niente. 

Qualche mese più tardi, in un giorno in cui la disperazione era troppo pesante, Catherine accese una candela, si mise a pregare in camera e pronunciò semplicemente il nome di Gesù, piangendo. 

In capo a un certo tempo, mi sono resa conto che non piangevo più di disperazione ma di gioia. Perché il Signore era venuto a restituirmi una speranza. Mi diceva in fondo a me: «Sono con te: quello che dovrai vivere anche io lo vivo con te». 

Dal di fuori, la situazione di Pierre non cambiava, ma Catherine testimonia di un vero miracolo interiore: «Mi sono ritrovata nella gioia perché avevo la certezza di non essere sola, che Gesù mi amava e che potevo fidarmi di lui». Decise di affidarsi a lui e in quel momento il perdono, dolcemente, cominciò a sembrarle possibile. 

Per quanto riguarda Pierre, fu il messaggio di uno dei suoi figli, che all’epoca aveva 6 anni, a scuoterlo profondamente. Una semplice domanda geografica – «Papà, dove sei?» – lo fece riflettere: «Dopo quel messaggio non potevo più scappare». Poi incontrò una persona, un cristiano, e si confidò con lui per lunghe settimane, lesse i libri che lui gli consigliava per rinverdire la sua relazione con Catherine. 

Per una volta ascoltavo qualcuno che non fossi io stesso. Ho capito che quella vita non era fatta per me: gli chiesi di pregare – proposta completamente lunatica, da parte mia, ché non avevo idea da dove si cominciasse. Ma lui era cristiano, ci siamo messi a pregare e mi sono ritrovato nella pace. Non mi capitava da tanto tempo. Quella notte stessa ho visto il sorriso di Gesù, e l’indomani mattina ho ritrovato quel medesimo sorriso di Gesù in un libro della biblioteca. È stato un vero choc: ho compreso in quel momento che Gesù era vivo e che lo sguardo che posava su di me era uno sguardo di amore, uno sguardo che non mi giudicava, uno sguardo pieno di tenerezza. 

Più tardi Pierre sarebbe entrato in una chiesa e vi avrebbe ricevuto la parola dell’Evangelo: «Se la tua mano destra ti fa cadere, tagliala e gettala lontano da te» (Mt 5,30). 

Compresi che dovevo lasciare il lavoro, dove intrattenevo relazioni tossiche, e l’indomani diedi le dimissioni. Poi Gesù mi ha mostrato che invece di andare nei locali potevo passare del tempo con Lui, e questo è quello che ho fatto, nelle notti, e Gesù mi ha mostrato un cammino di riconciliazione possibile. 

Riconciliazione 

Progressivamente, quel che sembrava assolutamente impossibile è diventato possibile. Pierre e Catherine hanno potuto parlare l’uno con l’altra del loro incontro con il Signore. Hanno deciso di tornare a vivere insieme. Pierre ha annunciato il suo ritorno la sera di Natale, nel 2002, attorno al presepe e a Gesù che nasceva: «Eravamo tutti e sette attorno al presepe, ho annunciato che tornavo a casa e che amavo Catherine. È stata la nostra prima preghiera domestica». 

Le prime settimane non furono facili: 

Le nostre ferite erano ancora aperte. Sapevamo che non eravamo ancora pronti a parlare di quello che era successo. Abbiamo imparato la pazienza, l’autocontrollo. 

Poco a poco, Gesù li ha accompagnati per un cammino di guarigione, di ritiro in pellegrinaggio… «Tutta roba che prima ci sembrava inutile, ma adesso avevamo sete e Gesù ci dissetava». Entrambi desideravano il perdono, che tutti e due vedevano possibile. Fu l’amore di Gesù che permise loro di arrivare a meta: 

L’amore di Gesù è venuto ad appagarci, a colmarci, e poco a poco gli ostacoli fra noi e il perdono sono venuti meno. Il perdono è arrivato come un’esondazione dell’amore che Gesù ci dava. 

Gesù ha salvato la loro coppia, e Pierre e Catherine amano dire che ne erano stati avvertiti! Ecco il passaggio – quanto presago! – del Vangelo secondo san Giovanni scelto per il giorno del loro matrimonio: 

Chi dimora in me e nel quale io dimoro porta molto frutto, perché fuori di me non potete fare nulla. 

Gv 15,5 

Catherine riflette: 

Sul momento non avevamo capito quelle parole di Cristo, ma oggi siamo immersi nello stupore per l’eco che esse hanno avuto nella nostra vita e per ciò che esse possono realizzare tra le coppie. 

E Pierre riconosce: 

Dio si è manifestato perché al nostro matrimonio c’era: noi non eravamo stati fedeli, ma lui è stato fedele, non ci ha abbandonati. 

[*i nomi sono stati cambiati]

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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