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Corallo: arte sacra dai mari

CORAL ROSARY

Public Domain | The Metropolitan Museum of Art

Lucien de Guise - pubblicato il 24/06/21

Il corallo ha molto in comune con il potere rigenerativo della crocifissione

Al giorno d’oggi, le preoccupazioni ambientali sono tali che quando si pensa al corallo la mente va subito al pericolo che corre il nostro mondo. In passato, però, il significato del corallo era piuttosto diverso. In vista del mese dedicato al Preziosissimo Sangue, quale mezzo migliore per rappresentare il Sangue di Cristo? Anche i rubini e le granate andrebbero benissimo, ma sono ancor più difficili da lavorare.

Il simbolismo sacro del corallo

Trovare dei riferimenti al corallo nella Bibbia è problematico. La gemmologia è una scienza molto recente, e sembra che la distinzione tra perle e coralli fosse particolarmente vaga. Entrambi fanno parte di organismi viventi trovati nel mare, e per gli scienziati pionieri del passato era sufficiente.

Se ci allontaniamo dalla Bibbia e guardiamo all’uso attuale, c’è una vera abbondanza di corallo. Quelli rosa e rosso sono i più comuni, trasformati in innumerevoli oggetti di significato cattolico. La celebrazione del Preziosissimo Sangue è relativamente recente se confrontata con la venerazione generale della sofferenza corporea di Nostro Signore. Il corallo ha molto in comune con il potere rigeneratore della crocifissione, perché questo organismo vivente muore e lascia una base su cui altro corallo può costruire la propria vita.

Nell’antichità classica, offrendo un legame con la crocifissione che sarebbe venuto in seguito, il corallo era descritto come un “albero di sangue”, o anche come “capelli di Medusa”.

In ogni parte del mondo, il corallo è stato trattato con reverenza e con più di un tratto di superstizione positiva. La sua “santità” ha raggiunto il picco durante il periodo della Controriforma in Europa. In un’epoca in cui la Chiesa cattolica incoraggiava la venerazione delle immagini sacre, si è affermato anche il simbolismo del corallo.

Rosari e crocifissi di corallo

La Sicilia è famosa per i suoi lavori con il corallo, e Trapani è diventata un centro di produzione degli oggetti in questo materiale. I grani del rosario erano tra le esportazioni più popolari. Combinato con metallo dorato, il corallo poteva essere usato per realizzare piccoli crocifissi o corone di spine. Sembrava sia il sangue di Cristo che le Sue lacrime, ed era l’antidoto colorato perfetto al grigiore della Riforma protestante.

Il fascino del corallo è poi scemato man mano che l’avorio diventava più disponibile, anche se è usato ancora oggi, seppur molto meno, per la realizzazione di oggetti religiosi. Del resto, ha delle caratteristiche che lo rendono sorprendente: morbido quando è immerso ed estremamente duro quando è asciutto, il corallo è quasi miracoloso, come lo è il modo in cui è iniziato nel Mediterraneo e si è poi esteso a est in Cina e a ovest nelle Americhe. La maggior parte delle meraviglie naturali hanno effettuato un percorso inverso.

Non tutto il corallo sacro serviva allo scopo per il quale era inteso. Dei tanti rosari in corallo portati in Nordamerica dai missionari spagnoli, sembra che i grani venissero a volte riproposti per collane secolari dai nativi americani che li ricevevano.

In via d’estinzione

Al giorno d’oggi c’è una certa reticenza a usare il corallo. Come con l’avorio delle zanne degli elefanti, l’eccessivo immagazzinamento ha minacciato la specie di estinzione. In passato, entrambi questi materiali erano ben più rinnovabili viste le esigue dimensioni del mercato, dal momento che erano accessibili praticamente solo alle famiglie reali.

Nel XXI secolo ci sono pochissimi gioiellieri che usano corallo nuovo. Riciclare oggetti vintage è la loro concessione alle preoccupazioni ambientali. Visto che la maggior parte degli antichi oggetti cattolici sono un’eredità o si trovano nei musei, è improbabile che vengano utilizzati come braccialetti New Age o pendenti yin/yang.

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