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L’aiuto psicologico per i bambini in ospedale

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Di Photographee.eu|Shutterstock

Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 25/06/21

E' un supporto fondamentale che può aiutare il processo di guarigione e sostenere non solo il bambino colpito dalla malattia ma anche la sua famiglia.

Per un bambino ammalarsi rappresenta un importante cambiamento nel corso della sua
vita, sia quando viene diagnosticata una malattia cronica, sia quando un problema acuto irrompe all’improvviso nella sua quotidianità.
La malattia può essere traumatica per tutta la famiglia: genitori, fratelli e nucleo allargato (nonni, zii, cugini, etc.). Al giorno d’oggi, infatti, una malattia che colpisce un bambino viene vista come un evento “contro natura”, “ingiusto”, non rispondente al normale ciclo della vita.

Le reazioni dei bambini alla malattia possono essere diverse a seconda dell’età, così come diverso può essere il loro modo di comprendere e tollerare i ricoveri in ospedale (a volte molto lunghi), gli interventi chirurgici, i cambiamenti del corpo.

Il bambino piccolo può vivere la malattia con paura e dolore. Fa esperienza del cambiamento attraverso le emozioni del genitore e ha bisogno che la famiglia gli sia
vicina e riesca a “reggere” l’impatto con la preoccupazione causata dalla malattia.

Il bambino più grande e l’adolescente hanno bisogno invece di essere informati in prima persona, con modalità e parole diverse a seconda dell’età, per renderli partecipi e permettere loro di capire in pieno quello che sta accadendo.

Aiutare il bambino a comprendere per aiutarlo a guarire

La conoscenza degli eventi migliora infatti l’aderenza alle cure. Sono questi alcuni dei motivi per i quali lo psicologo in Ospedale, specialmente in un Ospedale Pediatrico come il “Bambino Gesù, è presente fin dall’inizio della malattia e ha il compito di facilitare fin da subito i processi di adattamento.

Lo psicologo valuterà la capacità di reazione del bambino e della famiglia, il livello di coesione della coppia e della famiglia, il livello di sviluppo psicologico, emotivo e cognitivo del bambino.

Sarà importante, ad esempio, comprendere se lo sviluppo del bambino è adeguato all’età, o se, diversamente, ci sono problematiche che possono essere amplificate
dalla malattia.

Il lavoro si svolge prevalentemente in reparto, ma anche in ambulatorio. Vengono attivati percorsi di psicoterapia che possono essere individuali, familiari, di sostegno alla genitorialità e di gruppo. L’obiettivo è evitare che la malattia possa alterare lo sviluppo biologico, psicologico e sociale del bambino. È importante inoltre il lavoro multidisciplinare per la condivisione con tutto il personale sanitario del
percorso di cura in modo da favorire la comunicazione nell’equipe e tra questa ed i pazienti.

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