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La “proteina Spike” è una tossina?

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Di arda savasciogullari|Shutterstock

Catholic-factchecking.com - pubblicato il 02/07/21

Su Telegram circola un articolo che richiama le dichiarazioni dell'immunologo Byram Bridle, per il quale la proteina Spike o S generata dopo l'iniezione del vaccino “è una tossina”. È falso!

Su Telegram circola un articolo che richiama le dichiarazioni dell’immunologo Byram Bridle, che in un’intervista a una programma radiofonico canadese ha affermato che la proteina Spike o S generata dopo l’iniezione del vaccino anti-Covid-19 “è una tossina”. È falso! La proteina S non è una tossina, né comporta un rischio per la salute una volta che il vaccino è stato inoculato, anche se è dannosa quando ha luogo un’infezione naturale da Covid-19.

Fake news circolano indisturbate

“La SARS-CoV-2 ha una proteina specifica sulla sua superficie. Ora sappiamo che la proteina S entra in circolazione. Pensiamo che la proteina S potrebbe essere un ottimo bersaglio antigenico; non avremmo mai immaginato che fosse una tossina. Vaccinando la gente, quindi, le stiamo inavvertitamente inoculando una tossina”, ha affermato Bridle, come riportaCatholic factchecking.com.

Secondo la British Encyclopedia, una tossina è “qualsiasi sostanza velenosa per l’organismo”, ovvero è un concetto più ampio. A volte “è un termine ristretto a elementi velenosi prodotti spontaneamente da organismi viventi (biotossine)”, e “oltre a veleni prodotti da microorganismi come batteri, dinoflagellati e alghe, ci sono tossine di funghi (micotossine), piante superiori (fitotossine) e animali (zootossine)”.

Sulla base di questa definizione, la proteina S situata sulla superfice del SARS-CoV-2 è “quella che permette al virus di legarsi al recettore sulla superficie delle cellule umane (ACE2) e infettarle”; ricorda Adelaida Sarukhan, immunologa e autrice scientifica dell’Istituto per la Salute Globale (ISGlobal, in catalano) di Barcellona. In questi casi, la proteina può andare fuori controllo e riuscire a circolare nel sangue, raggiungere altri organi e attaccarli.

“Nel contesto di un’infezione naturale, è stato proposto che i pezzi solubili della proteina Spike rilasciati dalle cellule infettate possono giocare un ruolo nell’amplificare la patogenesi della malattia dovuta all’adesione ai recettori ACE nei polmoni”, spiega l’esperta.

Ciò è diverso se abbiamo ottenuto la proteina attraverso la vaccinazione: “La proteina Spike prodotta come risultato della vaccinazione con iniezioni a m-RNA o vettori virali non è solubile, ma resta attaccata alla membrana cellulare”, dice la Sarukhan. “La sua produzione è inoltre altamente localizzata nella zona dell’iniezione (il braccio), e, come spiega l’EMA, gli esperimenti sui topi mostrano che non viene individuata praticamente nessuna proteina a circolazione libera. I vaccini sono quindi progettati di modo che la proteina S prodotta dopo l’iniezione nelle cellule del nostro corpo resti attaccata alla membrana cellulare, di modo da non poter sfuggire e quindi di non essere un elemento dannoso o essere considerata una tossina.

Scegliere la proteina S per sviluppare il vaccino non è stato un caso

La selezione della proteina S tra molte altre nel caso del coronavirus non è stata accidentale. Prima che emergesse la SARS-CoV-2, ci sono state la SARS (2002) e la MERS (2012), due malattie respiratorie provocate anch’esse da un tipo di coronavirus che ci hanno permesso di capire come anticipare e sviluppare migliori strategie di trattamento contro il Covid-19: “L’esperienza ottenuta con altri coronavirus (SARS, MERS) aveva già indicato che la scommessa più sicura per generare una buona immunità contro un coronavirus era usare la proteina Spike. Grazie a questo, siamo stati in grado di avere un successo così rapido con i vaccini SARS-CoV-2”, ha commentato l’immunologa.

Ciò non esclude che in futuro possiamo vedere vaccini che includano “altre proteine virali, come la N (nucleocapside), per migliorare o diversificare la risposta immunitaria”, ha concluso.

Numerose voci circolano sulla proteina spicola e sui suoi effetti sul corpo dopo la vaccinazione, come il fatto che si possa trasmettere per via aerea, o che sia all’origine di rari casi di trombosi. Entrambe queste affermazioni sono false.

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