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Addio a Raffaella Carrà

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FEDERICO FERRAMOLA / NURPHOTO / NURPHOTO VIA AFP

Giovanna Binci - pubblicato il 05/07/21

Dopo una improvvisa malattia si è spenta a 78 anni Raffaella Carrà.

Ha chiesto una bara di legno grezzo e un’urna per contenere le sue ceneri. Non sono ancora stati definiti i dettagli delle esequie, ma già trapelano le ultime disposizioni lasciate dalla stessa Raffaella Carrà (Raffaella Maria Roberta Pelloni, classe 1943) che si è spenta oggi alle 16:20 dopo una breve malattia. Della showgirl poliedrica che tutti abbiamo conosciuto e amato resteranno il suo caschetto platino inconfondibile, i lustrini e i tormentoni che hanno attraversato generazioni. Della donna icona di stile e di tante battaglie per l’emancipazione femminile (condivise o meno), resterà la tenacia e la capacità di farsi strada sempre con il sorriso e l’ironia.

Cantante, attrice, conduttrice, autrice nata a Bologna debuttò sul piccolo schermo nel 1961 con “Tempo di danza” e venne consacrata da “Canzonissima”. Quello della TV era ancora un mondo in bianco e nero, ma il colore del suo carattere e della sua incontenibile energia si vedeva già. Da allora si sono susseguiti per Raffaella Carrà programmi, hit e ruoli cinematografici con altrettanti grandi della musica e della televisione.

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Eppure la popolarità Raffaella l’ha sempre gestita con garbo e semplicità, come ricorda Pippo Baudo:

«Era la bella ‘burdelà romagnola, la guappa, aveva una voce forte che faceva impazzire tutti. Il suo modo di essere faceva pensare ad ogni ragazza di poter diventare Raffaella Carrà, invece non era vero. Ci voleva solo il suo talento per essere Raffaella Carrà. È stata l’ultima vera grande soubrette. Sono affranto»

Tra tutti i suoi successi e le sue esperienze, la stessa Raffaella ricordava con grande orgoglio l’intervista a Madre Teresa di Calcutta, rimproverandosi il look troppo sfarzoso, quel bracialetto di Swarovsky che le era sembrato stonare di fronte alla semplicità di quella Madre:

“Non ci fu tempo per cambiarmi e chissà cosa pensò madre Teresa quando mi vide così agghindata… In più, parlava in inglese con una voce molto flebile e io avevo il terrore di non capire nulla. Ricordo che mi rivolsi al mio angelo custode: “Ti prego, aiuta questa povera disgraziata”. Deve avermi ascoltato perché, non so come, compresi tutto ciò che mi disse. Ora devo darmi da fare per incontrare papa Francesco. Se ci riuscirò, di sicuro non mi presenterò con lo stesso look con cui mi ha vista madre Teresa».

Oggi, come aveva chiesto per l’amico Fabrizio Frizzi, siamo noi a dedicarle una preghiera e un pensiero perché anche lei possa raggiungere quella “stella” e dire col suo solito sorriso “Carramba! Che fortuna!”.

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