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Qual è il segreto per un matrimonio duraturo e felice?

OLD, COUPLE, DANCING

George Rudy | Shutterstock

BenEssere - pubblicato il 07/07/21

Esiste un segreto per un matrimonio duraturo? Uno studio americano condotto da Karl Pillemer, durato quattro anni, ha portato a una sorta di vademecum sulla base dell’esperienza di alcune coppie: ingredienti semplici ma non proprio.

di Maria Teresa Antognazza

Capelli bianchi, a passeggio nel parco, mano nella mano. Quale immagine più serena di due anziani uniti da una lunga relazione di coppia? Simona e Paolo a maggio festeggiano cinquant’anni di matrimonio. Enrico e Michela, invece, spegneranno le candeline delle nozze d’oro a settembre.

Nozze di diamante: resistenti e capaci di moltiplicare la luce

Serena e Giulio hanno superato il traguardo di quelle di diamante, e sono a quota 63, per la precisione. Veri e propri record di durata della vita a due. Ma qual è il loro “segreto”?

«Se pensiamo a questi anni trascorsi insieme», confida Michela, che si è sposata a 20 anni, «possiamo dire che ci sono alcune cose che ci hanno uniti e che hanno tenuto vivo il nostro amore: avere dei valori e degli obiettivi in comune, tenere viva la comunicazione tra di noi, appartenere a una comunità più ampia, pregare insieme».

Simona e Paolo

Una vita molto attiva, con intensi ritmi di lavoro anche all’estero per lui; la gestione della famiglia, prima con l’accudimento a tempo pieno delle due figlie e poi di due nipoti, per lei,
hanno contribuito a consolidare l’unione di Simona e Paolo.

Divisione dei compiti, unità di intenti

«Abbiamo alle spalle anni di grande sintonia perché ciascuno era “padrone” di uno spazio preciso e, contemporaneamente, ci univano passioni comuni, come i progetti di sviluppo della famiglia e i viaggi.

Il momento più faticoso del nostro stare insieme è stato negli ultimi mesi, che siamo entrambi stati a casa, pensionati e costretti a diradare gli impegni familiari per l’emergenza sanitaria.

La pazienza virtù necessaria

Finché», sottolinea la moglie, «io ero la “regina” assoluta della casa e mi muovevo in totale autonomia nella gestione familiare le cose filavano lisce come l’olio. Adesso che anche mio marito sta molto tempo in casa, e interviene anche nelle faccende domestiche, il segreto per non farsi la guerra tutti i giorni è una grande e costante pazienza».

Pazienza, dialogo, condivisione degli obiettivi comuni nell’educazione dei figli
e nello stile di vita sono gli ingredienti fondamentali anche per una vita insieme lunghissima come quella di Serena e Giulio.

Anche quando si tratta di affrontare le spigolosità della vita e dei diversi caratteri, la strada – spiegano le tre coppie – è quella del confronto e del dialogo serrato.

«Nessuno dei due ha mai rinunciato alle proprie idee», sottolinea Simona, «e spesso ci sono discussioni, perché ognuno ha il suo carattere. Ma poi quello che prevale è il desiderio di far pace e di accordarsi su come andare avanti, facendo in modo che entrambi si sia soddisfatti della vita che si sta costruendo».

Da uno studio USA un manuale di consigli

Uno studio americano condotto da Karl Pillemer, geriatra e professore alla Cornell University di Ithaca, nello Stato di New York, durato quattro anni, ha messo a tema la durata dei matrimoni di settecento pensionati, sposati in media da 43 anni, per giungere a una sorta di vademecum, intitolato The marriage advice project, Consigli per un buon matrimonio.

Gli ingredienti comuni di una ricetta sempre diversa

Le esperienze raccontate dalle coppie hanno messo in luce alcuni elementi di forza necessari a cementare la relazione: spirito di rinuncia e resilienza, per affrontare un’esperienza complessa, su cui occorre lavorare per tutta la vita; un grande innamoramento come molla iniziale dell’unione; comunanza di visione su alcuni valori fondamentali della vita, come il rapporto con la religione, con il denaro, l’educazione dei figli, il peso della carriera e il tempo libero; la disponibilità a mantenere vivo un dialogo franco e aperto, indice di flessibilità emotiva.

Enrico e Michela

«Quando ci siamo conosciuti», raccontano Enrico e Michela, «arrivavamo da due esperienze giovanili diverse ma avevamo ideali in comune e lungo gli anni ci siamo confrontati diverse volte su quali dovessero essere i nostri obiettivi insieme.

Così abbiamo cominciato la vita familiare: abbiamo deciso, oltre ad avere i nostri figli, di essere aperti ad altre prospettive e abbiamo aperto la nostra casa ad accoglienze di ragazze madri, sole o con figli, il tempo necessario perché fossero autonome.
Non sono mancate le difficoltà ma, oltre a poter contare su alcuni amici fidati, quello che ci ha aiutati è stata la capacità di restare fedeli ai nostri ideali.
Quando i figli poi sono cresciuti l’esperienza dell’accoglienza è terminata e con la stessa dedizione ci siamo ritrovati nonni a stare vicino ai nostri nipoti».

Serena e Giulio

La flessibilità e la disponibilità a uno stile di famiglia aperta agli altri sono due caratteristiche che hanno segnato anche la vita di Serena e Giulio, da sempre attivi in parrocchia, nella caritativa e nel mondo scout.

«Durante tutti questi anni, anche ne riodi più difficili e davanti alle sfide più grandi, che arrivavano da dentro e da fuori la nostra famiglia o dei nostri quattro figli, ci siamo sempre confrontati con schiettezza e rispetto e abbiamo sempre condiviso i nostri pensieri
e le nostre emozioni, accettandoci reciprocamente anche quando avevamo
posizioni diverse».

Io e te sempre prima di tutto

Secondo i protagonisti dello studio di Pillemer, la relazione con il coniuge deve
venire prima di ogni cosa, anche prima dei figli
, dei suoceri, del lavoro e degli amici. Questo perché è alla base di un rapporto sereno con tutti loro.

Tuttavia, per la durata del matrimonio è di particolare importanza curare con attenzione il rapporto con i suoceri, perché si impari a rispettare una “giusta distanza”; sebbene a volte la relazione possa rivelarsi “spinosa”, la maggior parte delle esperienze raccolte dallo studioso americano mostrano la ricerca di compromessi e punti di contatto, per ricavarne benefici reciproci.

Il rimpianto dei complimenti non fatti

«Il matrimonio è fatto di migliaia di micro interazioni», afferma Pillemer, «come vezzeggiare l’altro o fare piccoli gesti inaspettati. Molti degli intervistati ammettono che l’incapacità di dare e ricevere complimenti è uno dei loro più grandi rimpianti». Ma c’è anche un ultimo consiglio delle coppie mature e riguarda il rispetto reciproco:

«Le coppie sposate da lungo tempo», sottolinea il geriatra, «avvertono che il pericolo del matrimonio è conoscere l’altro così bene da poterlo ferire con estrema durezza».

Tu sarai amato, il giorno in cui potrai mostrare la tua debolezza, senza che l’altro se ne serva per affermare la sua forza.

Cesare pavese

Non approfittare di questa vulnerabilità, in realtà, è il vero significato del rispetto. Per le coppie credenti, infine, la condivisione della pratica religiosa è un altro collante fondamentale.

Coppia e famiglia, un sistema aperto

«La comunità è stata un elemento importante per la nostra unione», spiega Michela, «sia la comunità ristretta delle nostre famiglie sia quella della parrocchia e dell’Azione cattolica, nelle quali ci siamo impegnati assumendo diversi ruoli.

Preghiamo insieme?

Infine la preghiera: ogni giorno, ancora oggi, nonostante i ritmi impegnativi di certe giornate, riusciamo a ritagliarci pochi minuti per leggere insieme un brano di vangelo e una preghiera.

Questo rito quotidiano è stata la linfa che ha ispirato le nostre scelte e che ha rafforzato i nostri valori e la nostra relazione anche nei momenti difficili».

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