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Suicidi di sacerdoti: lo sfogo di due presbiteri brasiliani commuove le reti sociali

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Aleteia Brasil - Roberta Sciamplicotti - pubblicato il 07/07/21

“Non guardate a noi solo come al Cristo glorioso, perché per la maggior parte del tempo siamo l'uomo piagato, ferito, insanguinato e pieno di dolori. Un servo sofferente. Per amor di Dio, aiutateci!”

I nostri sacerdoti non sono superuomini, ha ricordato padre Sergio Luiz Santos sulla sua rete sociale a seguito della triste notizia del suicidio di un altro sacerdote in Brasile.

Tra il 2016 e il 2018, ricorda il sacerdote, nel Paese si è suicidata una media di 17-18 sacerdoti. Durante la pandemia sono stati tra 6 e 7, e nel 2021 è già il terzo caso.

Lo psicologo William Pereira, autore del libro Sofrimento psíquico dos presbíteros (Sofferenza psichica dei presbiteri), dice: “Ci si aspetta che il sacerdote sia quantomeno un modello di virtù e di santità. Qualsiasi scivolone, per quanto piccolo, diventa bersaglio di critiche e giudizio. Per paura, senso di colpa o vergogna, molti preferiscono uccidersi a chiedere aiuto”.

“Sappiamo che i sacerdoti sono Cristo sulla Terra. Sono i nostri padri spirituali”, ha scritto padre Sergio. “Sono quelli che ci aiutano e ci salvano con una parola, una benedizione, la Santa Messa, i sacramenti… Ciò, però, non può esimerci dal fatto di pregare per i nostri sacerdoti, amarli e prenderci cura di loro”.

I sacerdoti non sono superuomini

“I nostri sacerdoti non sono superuomini, per quanto lo vorremmo. I sacerdoti sono uomini fragili e limitati, che hanno donato la propria vita per amore a Dio, alla Chiesa e ai fratelli. Sappiamo e crediamo che il sacerdote è Cristo per noi; agisce nella Persona di Cristo. Non perde, però, la sua umanità. I sacerdoti soffrono, piangono, si ammalano, come qualsiasi essere umano. Anche Gesù ha sofferto e ha pianto per la morte del Suo amico Lazzaro”.

“Concludo la riflessione supplicando”, termina il sacerdote: “preghiera, amore e cura nei confronti dei nostri sacerdoti. Tre punti essenziali sia per i sacerdoti che per i fedeli. Se lo mettiamo in pratica, chi non conosce Gesù Lo conoscerà grazie alla nostra testimonianza: ‘Guadrate come si amano’”.

Non guardateci solo come il Cristo glorioso”

Anche un altro sacerdote, padre Wally Soares, della diocesi di Mogi das Cruzes (San Paolo), ha commentato il suicidio sulla sua rete sociale.

“Caspita, quanto è felice! Che vita meravigliosa! Mi sento così bene quando sto accanto a lui, quando lo sento parlare… Irradia molta luce, trasmette tanta fede, tanta positività… Anche chi ti incoraggia, ti aiuta a rialzarti e a sorridere affronta le sue cadute, i suoi limiti, le sue lacrime, il suo silenzio, il suo dolore, la sua spina nella carne. Forse non lo dimostra quando è vicino, ma soffre gli stessi vostri dolori, o magari anche più grandi”.

“Come può un sacerdote togliersi la vita?”, chiede padre Wally. “La vita è dono di Dio, ma il dolore e la sofferenza dell’altro non possono essere misurati né sentiti da un altro. Sono solo suoi. Chi ci vede sorridere, pregare, predicare, aiutare, non conosce le lotte che affrontiamo ogn giorno. Spesso ci rialziamo dieci volte, ma subito dopo cadiamo di nuovo”.

“Ci viene richiesto costantemente di essere eroi, amministratori, professori, ingegneri, architetti, avvocati, medici, psicologi… e non lo siamo; di dare la parola che non abbiamo, di risolvere un problema quando non ne conosciamo la soluzione, di fare tutto quando in realtà non possiamo fare niente”.

“Non guardate a noi solo come al Cristo glorioso, perché per la maggior parte del tempo siamo l’uomo piagato, ferito, insanguinato e pieno di dolori. Un servo sofferente. Per amor di Dio, aiutateci!”

“Aiutateci a prendere la croce, siate Cirenei nella nostra vita per aiutarci nell’ardua salita del Calvario. Una cosa è certa: non ci sarà resurrezione senza croce”.

“Smettete di cercare in noi la perfezione che solo Egli possiede. Per voi siamo un altro Cristo; con voi lottiamo per il cielo”.

“NON SIAMO SUPEREROI. Siamo i più miserabili tra gli uomini che Egli ha voluto fossero al Suo servizio. PREGATE. PREGATE INCESSANTEMENTE PER NOI, E QUANDO CADIAMO AIUTATECI: PREGATE DI PIÙ”.

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