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Il regno dei cieli in quattro parole

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Shuttertock | Akin Ozcan

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 08/07/21

Gesù ci chiede di fidarci, ma ci dà anche dei segni concreti di quel regno dei cieli che ci chiede di portare agli altri ed è già su questa terra: guarire, purificare, scacciare e sperimentare la gratuità della provvidenza.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino.
Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture,
né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto.
Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi».
Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi.
In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città». (Mt 10, 7-15
)

Il regno dei cieli

“Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni”.

La predicazione che ci viene chiesta è fatta di vicinanza: il regno dei cieli è vicino. Ma è anche una predicazione che tocca la vita in una maniera decisiva: guarire, purificare, scacciare.

Quattro parole che ricordano la vicinanza…

La guarigione serve a lenire la sofferenza che tante volte si accumula nella nostra vita e non ci fa più vedere la luce, il bene, il senso. La purificazione a che a fare con quel senso di indegnità, di distanza, di sentirsi sbagliati che delle volte ci fa odiare noi stessi fino al punto da farci del male. Scacciare è il verbo più eloquente contro il male, infatti ci sono delle cose nella vita con cui non si deve scendere a compromessi ma bisogna trovare il coraggio di allontanare, tagliare, togliere. Tutta la vita cristiana si gioca in questa pedagogia della prossimità che lenisce, riscatta, libera.

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento”.

…e la gratuità

La gratuità è ciò che contraddistingue più di tutto l’azione cristiana. L’amore di Dio è gratuito, non si compra ne si vende, non va meritato né ottenuto con perfomance religiose, e allo stesso tempo ogni cristiano che vuole annunciare il Vangelo deve poter offrire la medesima esperienza dell’amore di Dio.

Uno dei risvolti della gratuità è la fiducia nella Provvidenza: lo stesso Dio che ci chiede di amare gratuitamente e di propagare gratuitamente il Vangelo ci chiede anche di fidarci che è Lui stesso che avrà cura di ciascuno di noi provvedendo il necessario. Solitamente noi diamo a questo messaggio un valore simbolico ma i santi sono quelli che credono a queste parole in senso letterale, fiduciosi che Dio è così concreto da saper volgere in concretezza sempre tutto ciò che lo riguarda.

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