“Se la tocchi, ti prendo a pugni”: potrebbe sembrare la frase di un padre iperprotettivo che non approva l’appuntamento della figlia al ballo della scuola, in realtà è ciò che deve aver pensato Charlie quando ha visto sua figlia trascinata sott’acqua da uno squalo due anni fa.
Una storia da film, un amore reale
Proprio in questi giorni, nell’anniversario di quell’incidente avvenuto nel 2019, Paige e suo papà promuovono un documentario per National Geographic che racconta la loro storia. Storia di un papà che non si è arreso e che ha dato a sua figlia la vita una seconda volta. Perché niente è più “da film” di un amore reale come quello di un genitore che ti fa fare cose impossibili e vince contro ogni probabilità , anche contro uno squalo.
La storia di Paige Winter
E’ una calda giornata di giugno come tante. Una spiaggia del North Carolina. Una ragazzina di 17 anni gioca in acqua alle sirene quando ad un tratto qualcosa le afferra l’anca. Pensa a uno scherzo di suo padre, in mare con lei poco distante, ma poi il dolore, la sensazione di essere trascinata sotto e un incubo, una scena vista solo in TV, che ora è davanti ai tuoi occhi: uno squalo, arrivato nella baia stordito dalle piogge dei giorni precedenti.
Due anni fa, mentre la riva si allontana sempre di più, Paige Winter pensa che sia la fine di tutto, ma solo per un attimo. Poi ha ripreso a lottare e ha pensato a Dio, poco prima che il suo corpo andasse in black out per lo shock e il dolore:
“Ti prego, ho, ho tipo 17 anni. Non lasciare che muoia. Non sono pronta. Ho ancora tante cose da fare”
si legge nell’intervista rilasciata al Mirror.
Uno squalo…di papà!
Dio però non può essere sempre dappertutto e per questo ha inventato i padri (lo so, lo so, il proverbio ebraico è al femminile, ma per questa volta facciamo un’eccezione!). Quello di Paige è un ex marines diventato Vigile del Fuoco, ma soprattutto, è uno che letteralmente ha preso a pugni uno squalo toro (nell’intervista a ABC News lo vedete mentre mima i colpi sferrati alla fiera marina) e ha salvato così sua figlia.
“Stai cercando di prendertela, ma non puoi averla”, continuava a ripetersi Charlie coi piedi puntati tra la sabbia, in mezzo all’acqua colorata di rosa.
Nemmeno nei migliori film ti immagini un finale così, un vera “americanata” direi: un uomo che vince a mani nude contro un animale del genere, per giunta credo molto determinato dopo aver sentito il sangue.
Eppure quando la probabilità diventa cruda realtà (quella di essere uccisi da uno squalo è una su 3,7 milioni, dicevamo) la cosa ancora più improbabile, che supera ogni immaginazione e aspettativa resta comunque la nostra reazione.
Come un papà che con tutte le sue forze le dà di santa ragione a uno squalo fin quando non molla sua figlia. Come una ragazzina di 17 anni, oggi senza la gamba sinistra, che, per quanto sia stata dura, racconta la sua storia con la convinzione che da tutto “si possa ricavare qualcosa di positivo”.