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La neonata più piccola del mondo sta bene e va a casa dall’ospedale

PREMATURE, BABY, GIRL

OndroM | Shutterstock

Annalisa Teggi - pubblicato il 12/08/21

Piccolissime donne crescono. Alla nascita pesava come una mela, i medici non le davano molte possibilità di vita. Dopo un anno in ospedale ora pesa 6 kg e va casa con mamma e papà.

Finalmente potrà andare a casa. Dopo 13 mesi di terapia intensiva neonatale e corridoi di ospedale la piccolaKwek Yu Xuan può cominciare una vita con la sua famiglia. E’ ancora piccola, ma sembra gigante rispetto a quando è precipitosamente nata un anno fa. Esiste il registro dei bimbi più piccoli alla nascita e lei è la prima in classifica. E’ venuta venuta alla luce a Singapore a giugno del 2020, è entrata in un mondo in lotta con la pandemia coi suoi 212 grammi di peso. Ogni infausta previsione su di lei è stata sconfitta.

Non c’era scelta, ma rimaneva la speranza

La preeclampsia, o gestosi, è una complicazione della gravidanza che può essere molto pericolosa sia per la mamma sia per il neonato. Questa condizione è caratterizzata da un innalzamento eccessivo della pressione sanguigna ed è proprio ciò che fu diagnosticato a Wong Mei Ling alla 25 settimana di gravidanza. Ricoverata d’urgenza al National University Hospital di Singapore, si è trovata di fronte a una non-scelta. L’unica via di sopravvivenza per la bambina che aveva in grembo e per se stessa era un cesareo immediato.

La nascita della piccolissima Kwek Yu Xuan è stata dunque precipitosa e le fredde statistiche non erano dalla sua parte. I medici hanno preparato la famiglia al peggio, le possibilità di sopravvienza erano molto scarse. Il problema più grave di un parto così prematuro (4 mesi di anticipo rispetto al termine) riguardava il mancato sviluppo dei polmoni. Anche oggi, a un anno di distanza e con il peggio alle spalle, la bimba ha e avrà bisogno di un supporto respiratorio.

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Chiarito il quadro incerto e anzi drammatico, tutti si sono rimboccati le maniche in ospedale e ai genitori non restava che aggrapparsi alla forza irriducibile della speranza.

“Non mi aspettavo di partorire così in fretta ed eravamo tristi nel vedere che Yu Xuan era così piccola. Ma la mia condizione non ci dava scelta. Potevamo sono sperare che continuasse a crescere (e stare bene).

Da The Straits Time

L’ospedale si fa piccolissimo

Per le infermiere e i dottori del NUH di Singapore farsi piccoli non è più un modo di dire per recuperare lo sguardo sul mondo dei bambini. L’ospedale non era attrezzato per una creatura che pesava appena 212 grammi, e non poteva esserlo. Gli aghi troppo grandi, le dosi di medicine da diminuire, i supporti vitali da adattare.

Se Kwek Yu Xuan è stata molto chiara nella sua cocciuta voglia di vivere, l’assistenza medica intorno a lei ha dovuto affrontare sfide quasi impossibili per sostenerla. Senza manuali ma con tentativi suggeriti dalla creatività personale si è costruito attorno alla neonata un mondo a sua misura. Piccolissimo. Vedendola arrivare in reparto la prima volta anche la grande esperienza professionale della caposala ha dovuto alzare bandiera bianca. I pannolini, ad esempio: quello della taglia più piccola era più grande della bambina e non c’erano ditte in grado di fornirne per prematuri così small. Non è bastato ritagliarne della misura giusta, ma confezionarlo in modo che l’urina non fuoriuscisse e venisse a contatto con la pelle.

La stessa proattività è stata necessaria per tutti gli aspetti medicali della cura:

La dottoressa Yvonne Ng, consulente senior del dipartimento di neonatologia, ha dichiarato: “La sua cura quotidiana era la croce più grande, specialmente durante le sue prime due settimane di vita… Dovevamo innovare e trovare metodi improvvisati per seguire una bimba così piccola, era la prima volta che avevamo a che fare con un neonato così minuscolo. Anche il calcolo delle medicine è stato adattato e ridotto ai decimali”

Da The Straits Time
https://www.instagram.com/p/CSbO6n4oGfd/

E’ significativo trovare il termine innovazione accanto all’esperienza di farsi piccoli. Chissà perché innovare è sempre associato al pensare in grande. Forse innovare è lasciarsci stupire dalle novità presenti, per quanto piccole siano, e trovare uno slancio dalle sfide che pongono. Per una volta (e non è la sola) nel caso di Kwek Yu Xuan è stato il minuscolo passo della vita a guidare quello degli esperti grandi e adulti.

Piccolissime donne crescono

Potrebbe essere come nella storia di Mary Poppins: ad un certo punto, svolto il proprio compito, si vola via.

Per più di un anno l’ospedale è stato la casa di Kwek Yu Xuan. E’ cresciuta e oggi pesa poco più di 6 kg. Rispetto a molto criteri è ancora piccola, ma è pronta per vivere coi suoi genitori e senza assistenza medica continuativa. La sua presenza per 13 mesi nelle corsie del NUH di Singapore ha scombussolato e cambiato tutti, un po’ come accaduto alla famiglia Banks con la tata piombata giù dal cielo.

“A dispetto di ogni previsione, con gravi complicazioni presenti alla nascita, la bimba ha ispirato le persone accanto a lei con la sua perseveranza a crescere, e questo fa di lei una straordinaria bambina-Covid19, un raggio di speranza in mezzo al trambusto” ha dichiarato l’ospedale in un comunicato.

Da BBC

Solo le presenze hanno la capacità di cambiare il volto delle solite cose, questo è scritto nella storia di Mary Poppins. Un ospedale in piena pandemia ha ospitato una presenza opposta alla pressante ossessione del contagio, dell’isolamento e della morte. Qui la cronaca supplisce all’astratezza di tanti bei discorsi: farsi piccoli per custodire una minuscola scintilla di vita dà senso e orienta ogni altro sforzo.

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