Non solo un terremoto devastante e migliaia di vittime. Non solo il ciclone Grace, ma bande armate che uccidono e bloccano gli aiuti umanitari. Eppure Suor Marcella Catozza resta lì, chiede aiuto e affida Haiti alla Madonna.
L’ultimo bilancio parla di 2189 vittime e 12 mila feriti, purtroppo non è definitivo e sarà destinato a crescere. Haiti non è in ginocchio, è a pezzi dopo il terremoto devastante (magnitudo 7.2) che ha colpito in paese alla vigilia di Ferragosto. Ma non è solo il sisma a rendere la situazione un inferno, un grappolo di circostanze naturali e di malvagità umana si accanisce su quest’isola: il ciclone Grace ha dato un ulteriore colpo di grazia e ora i soccorsi e gli aiuti sono compromessi dalle violenze di bande armate senza pietà.
“Abbiamo circa 600.000 persone direttamente colpite e che necessitano di assistenza umanitaria immediata”, ha affermato Jerry Chandler, direttore della Protezione civile haitiana.
Foscolo scrisse che anche la Speranza fugge dai sepolcri, come a dire che di fronte alla morte tutto crolla. Si sbagliava, o meglio non teneva conto di cosa accade quando la speranza smette di essere un sentimento ed è invece un’ipotesi che ha un volto e una voce incarnata. Suor Marcella Catozza, originaria di Busto Arsizio, è a Haiti da vent’anni e conosce le ferite profonde del paese. Circa la situazione attuale ha dichiarato al mensile Tempi:
«Perdere la speranza e non riuscire a ricominciare ogni volta sarebbe come andare contro la Resurrezione di Cristo e affermare che la morte è l’ultima parola su di noi. Il punto è la fede: crediamo veramente di essere amati anche nel susseguirsi delle tragedie?»