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Coppie gay: il video su TikTok di un prete lancia un messaggio distorto

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Youtube | père matthieu

Il sacerdote al centro della polemiche dopo il video su TikTok.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/09/21

L'episodio è accaduto in Francia. Diocesi e Vescovi richiamano il popolare sacerdote, seguito da più 600mila followers, che esclude legami tra omosessualità e peccato, e si dice favorevole all'amore gay. Diocesi e vescovi lo correggono: certi sacerdoti riescono indubbiamente a fare breccia nello schermo, ma non devono perdere la testa inseguendo la popolarità

Polemiche per il video postato da un prete francese su TikTok in cui rispondendo ad una domanda, prende una posizione molto ambigua sull’omosessualità

Il video è stato postato la scorsa settimana da “PèreMatthieu”, sacerdote molto seguito su TikTok con oltre 600.000 followers. 

Il “botta e risposta”

“Si può essere gay ed essere ancora cristiani?”, chiede un follower di p. Matthieu. Accompagnato da un sottofondo musicale e davanti alla telecamera, il giovane sacerdote si esprime liberamente, rilanciando un’altra domanda: “Essere omosessuale o praticare l’omosessualità è peccato?”. “Sinceramente no”, risponde, per poi passare in rassegna brevemente vari riferimenti all’argomento nell’Antico Testamento o nelle lettere di Paolo, e menzionare le difficoltà nella traduzione di alcuni termini greci. “Non è scritto da nessuna parte, né nella Bibbia, né nel Catechismo della Chiesa Cattolica, che praticare l’omosessualità sia un peccato”, afferma.

Per poi aggiungere: “Dio, che è amore, potrebbe tenere rancore verso due persone dello stesso sesso che si sono amate per tutta la vita, che si sono prese cura l’una dell’altra con fedeltà, sincerità e perdono?” (Agensir, 30 agosto).

ŚWIĘCENIA HOMOSEKSUALNYCH MĘŻCZYZN

“Si esprime a titolo personale”

La diocesi di Sens e Auxerre – a cui fa riferimento il sacerdote, fa una precisazione sul proprio sito internet:  “Come molti sacerdoti, padre Jasseron si esprime a titolo personale, senza aver ricevuto una missione particolare”. 

L’impatto però che questi interventi social hanno sul pubblico, richiede che i sacerdoti presenti in questi ambito possano “beneficiare di una più ampia competenza per poter coinvolgere la Chiesa”. 

“Non essere lasciati soli in caso di errore”

Interpellato dal quotidiano La Croix (28 agosto) sul prete che su TikTok ha parlato di omosessualità, il direttore della diocesi padre Vincent Breynaert ha spiegato: 

“Certi sacerdoti riescono indubbiamente a fare breccia nello schermo. Ma devono essere accompagnati, in particolare per non perdere eccessivamente la testa inseguendo la popolarità o, al contrario, per non essere lasciati soli in caso di errore”.

La dura presa di posizione dei vescovi francesi

Venerdì scorso, anche la Conferenza episcopale francese è intervenuta con un tweet (poi rimosso), in risposta alla vicenda: 

“La Cef disapprova alcuni video che snaturano il messaggio della Chiese e mette in guardia sul fatto che il loro successo di audience non significa che siano giusti”.

Preparato a rivolgersi, normalmente, ai propri parrocchiani, scrive Avvenire (1 settembre), qualunque prete, nell’ambiente digitale, può ritrovarsi davanti una “assemblea” di tutt’altra misura e composizione, (specie se interviene su temi ai quali l’opinione pubblica è fortemente sensibile) senza esservi preparato o, peggio, subendo la seduzione dell’improvvisa popolarità.

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