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Nella Città del Vaticano solo col Green pass, a Milano diocesi vaccinata

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 21/09/21

Se il Vaticano ha imposto formalmente la certificazione verde, la Cei ha sollecitato la vaccinazione per operatori, sacerdoti in primis, ma anche catechisti, cantori, volontari a vario titolo

La Chiesa sta prendendo sempre più una svolta a favore dei vaccini e del Green pass. Due importanti indicazioni in tal senso, sono arrivate dalla Città del Vaticano e dalla diocesi di Milano. 

Il comunicato della Città del Vaticano

La Città del Vaticano è stato tra i primi Stati al mondo a vaccinare i suoi residenti e le persone che vi lavorano (e che ha donato vaccini anche ai Paesi più poveri). Finora il green pass è richiesto solo nella mensa aziendale interna alle mura vaticane. Ma dal primo ottobre l’ingresso in Vaticano sarà consentito solo con il Green pass. 

Lo ha stabilito un’ordinanza della Pontificia commissione dello Stato Vaticano. «A far data dal primo ottobre 2021 – si legge – è consentito l’ingresso nello Stato della Città del Vaticano e nelle aree di cui agli artt. 15 e 16 del Trattato Lateranense», esclusivamente con il Green pass vaticano, Green pass europeo o con test negativo.

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Chi è escluso dal Green pass

Sono esclusi solo «coloro che partecipano alle celebrazioni liturgiche per il tempo strettamente necessario allo svolgimento del rito, fatte salve le vigenti prescrizioni sanitarie sul distanziamento, sull’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, sulla limitazione della circolazione e dell’assembramento di persone e sull’adozione di peculiari norme igieniche» (dal Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede).

La sollecitazione dei vescovi italiani

La Conferenza Episcopale Italiana già una decina di giorni fa, in coincidenza con l’apertura dell’anno pastorale, ha dato indicazione a tutti i vescovi a sollecitare i fedeli a vaccinarsi, con un “invito” particolare per gli operatori, sacerdoti in primis, ma anche catechisti, cantori, volontari a vario titolo. 

Nessun obbligo vero e proprio ma una sorta di ’moral suasion’ da parte dei vertici di una Chiesa, quella italiana, che fin dall’inizio ha sostenuto la campagna vaccinale mettendo a disposizione anche i propri locali per effettuare le inoculazioni.

Il caso della diocesi di Milano

La prima diocesi a rispondere all’appello della Cei è stata quella di Milano. Già a partire dal 20 settembre, nelle parrocchie milanesi sacerdoti e operatori devono avere ricevuto la prima dose da almeno 14 giorni o essere guariti da meno di 180 giorni dal Covid o aver fatto un tampone negativo nei due giorni precedenti. Bisogna quindi aver fatto quello che serve per ottenere il Green pass, anche se formalmente il certificato non sarà richiesto (Sole 24 Ore, 21 settembre).

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