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Carlo Acutis come san Domenico: ebbero “una misteriosa elezione divina”

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Carlo Acutis via http://www.carloacutis.com/ - Saint Dominic By jorisvo via Shutterstock

Carlo e san Domenico.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 11/10/21

La relazione con Dio fin da bambino è fuori dal comune: il giovanissimo beato non aveva neppure cinque anni e già aveva stretto un “patto” con il Signore. La stessa relazione si riscontra nel fondatore dei Predicatori

Il beato Carlo Acutis (Londra, 3 maggio 1991 – Monza, 12 ottobre 2006) come San Domenico, fondatore dell’Ordine dei Predicatori? Non è un paragone azzardato, ma fin da bambini entrambi hanno percorso una strada molto simile nel loro rapporto con Dio. 

Ne parla nel libro “Originali o fotocopie” (edizioni Studio Domenicano)Giorgio Maria Carbone, con scritti di Carlo Acutis. 

La fede di mamma Antonia

Carlo nasce il 3 maggio 1991 a Londra da Andrea Acutis e Antonia Salzano. Antonia – è lei stessa che lo scrive – «proveniva da un ambiente, non diciamo ostile, ma che comunque aveva poca affinità con la pratica religiosa». Apparteneva cioè a una famiglia di tradizione cattolica, ma non praticante.

Antonia ricevette i sacramenti dell’iniziazione cristiana, cioè battesimo, prima comunione e cresima. A Messa probabilmente andò solo in queste occasioni, fino al giorno del suo matrimonio. nonostante tutto, nutriva una forte devozione per la Vergine Maria.

La religiosità di  papà Andrea

Andrea era cresciuto in un ambiente più religioso. Partecipava regolarmente alla Messa domenicale e da piccolo, la sera prima di andare a dormire, recitava le preghiere con la mamma e la sorella. Per gli studi universitari si recò all’estero e così trascurò la partecipazione alla Messa e ben presto si trovò a essere non praticante.

La fede inculcata dalla tata Beata

Carlo Acutis ricevette i primi rudimenti su Dio e la fede soprattutto dalla sua tata, Beata, e da qualche lezione di religione appresa all’asilo. Quando erano i genitori a metterlo a letto la sera, Carlo chiedeva sempre di recitare le preghiere con loro – iniziativa che i genitori non avrebbero preso all’epoca –: «Carlo ci teneva tantissimo e ci faceva piacere accontentarlo».

«Nonostante questa poca iniziale attenzione di noi genitori verso la formazione religiosa di nostro figlio – spiega Antonia Salzano – Carlo si mostrò fin da subito molto autonomo in questo senso, lui andava avanti per la sua strada e coltivava lo stesso questo suo amore per Gesù. Era molto interessato ad approfondire la vita di Cristo attraverso dei libri illustrati della Bibbia che gli avevano regalato i nonni». 

Chiedeva di poter salutare Gesù in chiesa

«Spesso con la bambinaia polacca – aggiunge la mamma di Carlo Acutis – si recava in chiesa a salutare Gesù, oppure a portare i fiorellini che raccoglieva nel parco alla Madonna. La tata gli insegnò a recitare le preghiere e anche il rosario. Inoltre gli aveva portato dalla Polonia delle immaginette sacre in regalo raffiguranti alcune Madonne presenti in santuari famosi che lui custodiva gelosamente. La bambinaia Beata, quindi, seminò su un terreno fertile le basi della fede cattolica tanto che Carlo intorno ai 4-5 anni cominciò a porre anche alla mamma domande sulla fede chiedendo di essere portato a salutare Gesù in chiesa».

L’educazione “domenicana”

Qualcosa di simile lo riscontriamo in san Domenico di Caleruega, il fondatore dell’ordine dei Frati Predicatori. I suoi biografi raccontano che sin da piccolo faceva penitenza e pregava per gli altri. Sicuramente in queste opere Domenico è stato educato dai suoi genitori. Ma la sua costanza e la sua fermezza in esse sono sintomo di una “misteriosa” elezione divina. La scelta di Dio per i piccoli, anche per i piccoli di età, ricorre nella vita della beata Imelda Lambertini, in quella di padre Pio da Pietrelcina, solo per ricordarne alcuni.

Dio attira a sé ogni persona umana, indipendentemente dalla sua età anagrafica.

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