Aleteia logoAleteia logoAleteia
giovedì 28 Marzo |
Aleteia logo
Spiritualità
separateurCreated with Sketch.

Alla scuola di preghiera di Teresa d’Ávila (5/5): diventare sé stessi

WEB2-SIGNATURE-THERESE-D-AVILA-PUBLIC-DOMAIN.jpg

Public domain

Marzena Wilkanowicz-Devoud - pubblicato il 15/10/21

Nel giorno della festa di santa Teresa d’Ávila, che cade il 15 ottobre, Aleteia conclude un breve percorso per mettersi alla scuola della grande mistica spagnola e imparare con lei a pregare meglio. Oggi tre consigli di santa Teresa per diventare sé stessi.

Chi non si è mai posto davanti a Dio la questione “chi sono?”? Chi è veramente il me che sta dentro di me? Quali valori sono veramente miei? Cos’è che mi avvicina a me stesso? Santa Teresa d’Ávila ha dedicato la sua vita all’esigente ricerca della conoscenza di sé. Nel suo celebre libro Il castello interiore ripete con insistenza che la conoscenza di sé è il lavoro di tutta una vita, dimostrando che la preghiera aiuta nel diventare sé stessi. Lo ha sperimentato Rosalie, 57 anni. 

Madre di tre bambini, professionista liberale e laica, impegnata nel Terz’ordine carmelitano dal 2009, è sempre stata alla ricerca di una dimensione interiore. Poi un giorno è scattato qualcosa: 

Da quel giorno l’orazione ha cambiato la mia vita. Non parlo di impressioni o di sentimenti: ha realmente e obiettivamente cambiato la mia vita! Non è stata una trasformazione radicale, ma un’evoluzione personale e spirituale al contempo. Mi ha permesso di diventare me stessa. 

Ecco tre consigli di santa Teresa d’Ávila per diventare sé stessi grazie alla preghiera. 

1Appoggiarsi alla preghiera degli altri

Per Rosalie tutto comincia con il trasloco che, col marito e coi tre figli piccoli, ha fatto in una nuova città. Non conosceva nessuno, e fu frequentando il Carmelo femminile di Amiens, non lontano da casa sua, che la giovane madre vide accendersi una lampadina: 

Ero attratta dal loro silenzio. Assomigliava al silenzio interiore che sentivo io. Vi ho trovato una vita scandita, radicata nella contemplazione e nella preghiera silenziosa. Mi sono messa per quella via agganciando la mia piccola roulotte alla locomotiva di quella comunità. 

Per santa Teresa d’Ávila, il cammino della preghiera passa dalla via della fraternità. È la ragione per la quale la mistica fondava piccole comunità di donne che, imitando il “collegio apostolico”, seguissero Cristo il quale, «proprio Gesù Cristo, sarebbe stato in mezzo a noi» (Vita 32,11). Camminare insieme con Cristo: ecco la raccomandazione della mistica spagnola. 

2Avanzare sul cammino delle piccole cose

«Impressionata dalla forza di carattere delle Carmelitane», Rosalie descrive così le tappe fondamentali nel suo cammino di preghiera: 

Sono impressionata dalla forza di carattere delle Carmelitane. Spoglie di tutto ciò che riempie la nostra vita quotidiana, senza più poter decidere di nulla, sono interiormente fortissime. 

All’inizio [nella preghiera] c’è la meraviglia, l’entusiasmo, la liberazione di una straordinaria energia. Un momento di densità e di intensità ricco e prezioso, da non sciupare. Una volta che l’orazione entra nella vita quotidiana, naturalmente l’entusiasmo diminuisce. C’è una discesa e si torna sulla terra… A quel punto le cose diventano molto interessanti! Non ci sono più emozioni truffaldine e la preghiera si integra nella verità della vita. Una vita che non è mai grandiosa, che ha i suoi limiti e le sue mediocrità… 

Ci è allora richiesto un cammino personale, non un colpo di bacchetta magica. Le cose maturano, diventano più vere, più serie. 

Rosalie consiglia soprattutto di non rimettere in discussione le decisioni anteriori: è il momento di avanzare poco a poco, passo dopo passo, senza tornare indietro. È lì che il Signore è presente. Per santa Teresa d’Ávila, che nelle proprie attività quotidiane sprigionava uno slancio fuori dal normale, era un’evidenza: 

Il Signore si trova anche in mezzo alle pentole della cucina. 

Fondazioni 5,8 

3Appellarsi ai santi

I santi sono degli amici a cui si può sempre fare appello, se non si riesce più a pregare. Non si è mai soli: 

Bisogna cercare un nutrimento spirituale che ci sazi, e qualche volta inciampiamo nelle parole di un santo che ci dicono qualcosa di molto forte, qualcosa che risuona particolarmente. Per non dimenticare, ne prendo nota, e quando poi ci torno rivivo la stessa cosa. Questo mi permette di rimettermi in carreggiata. In quel momento ci si rende conto che la potenza di Dio si comunica incessantemente mediante innumerevoli mezzi. 

Ad esempio si può invocare Teresa d’Ávila, per avanzare nell’amicizia con Cristo, «vero amico» con il quale «si può sopportare tutto», perché sempre 

Egli ci aiuta e ci infonde coraggio: non ci abbandona mai. 

Vita 22,6

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

Tags:
cammino di santitàmonache carmelitanepreghierasanta teresa d'avilavita spirituale
Top 10
See More