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La soluzione semplice a un problema estremamente complicato: una storia di conversione

ELDERLY MAN

Barabasa | Shutterstock

Suor Catherine Marie - pubblicato il 25/10/21

Bob è passato dall'essere arrabbiato all'essere riconciliato, con piccolissimi passi

Oggi vorrei parlarvi della conversione di un uomo di nome Bob. A differenza di altre conversioni a cui abbiamo assistito, in questo caso non c’è stata una crescita improvvisa nella virtù o una visione di santità, e abbiamo visto molto poco di ciò che Dio stava operando.

Quando Bob è arrivato a Rosary Hill, era lontano dalla Chiesa da ormai trent’anni. Sua sorella era religiosa a New York, e si addolorava non solo per il cancro che era stato diagnosticato al fratello, ma anche per il fatto che si fosse trincerato nell’animosità nei confronti della Chiesa.

Quando è arrivato, lo abbiamo notificato al cappellano come facciamo sempre quando viene ammesso un cattolico, ma Bob non ne voleva sapere. “Non osate mandare qui quello stregone!”, ha detto, facendoci capire fin dall’inizio che non voleva avere niente a che fare con la fede. Non imponiamo le nostre convinzioni ai pazienti, ma la nostra fede informa il modo in cui li trattiamo, e quindi, con una strada in salita davanti, ci siamo presi cura di quell’anima arrabbiata.

Ed era tanto arrabbiato! Parlava a malapena. Era pieno di pregiudizi, e riversava la sua scortesia sia sulle suore che sugli operatori. Poco dopo il suo arrivo, abbiamo capito che ogni volta che suonava il campanello, chiunque rispondeva si sarebbe probabilmente subìto un profluvio di lamentele su una cosa qualsiasi.

Questa situazione è andata avanti per qualche mese, con lo staff e le suore che cercavano di fare del loro meglio per essere pazienti con lui. Una sera, poi, ha cominciato con la tirata di tutte le tirate. Ho portato con me la superiora della casa per cercare di calmarlo. Quando è risultato un tentativo vano, la superiora ed io ci siamo guardate e gli abbiamo presentato – in modo fermo ma gentile – la verità nell’amore. Gli abbiamo ricordato come si era comportato da quando era arrivato a Rosary Hill e come tutti avessero sopportato la sua scortesia offrendogli comunque un’assistenza eccellente. Sapevamo di non poterlo cambiare. Visto che essere taglienti cura raramente un cuore indurito, abbiamo temperato le nostre parole con l’amore. La nostra fondatrice conosceva la risposta per i pazienti difficili:

“Se il problema è estremamente complicato, non c’è che una risorsa. La delucidazione, il vero lavoro, dev’essere ricevuta da Dio, attraverso i nostri appelli a Lui”

(Madre Maria Alphonsa)

Quella sera non è accaduto niente di nuovo, ma Bob era un po’ più tranquillo. Le suore e lo staff hanno continuato a prendersi cura di lui come sempre, e – cosa più importante – le preghiere sono continuate. Preghiamo ogni giorno per i nostri pazienti come prescritto dalla nostra fondatrice. Pregare per il benessere spirituale dei nostri pazienti è perfino inserito nella nostra routine quotidiana di intenzioni nel pasto di mezzogiorno.

Un semplice invito

Poco dopo quell’episodio, stavo camminando fuori e Bob era lì sulla sua sedia a rotelle a fumare una sigaretta con la sua solita espressione accigliata. Lo avevo visto così molte volte, e sapevo ancora molto poco di quello che c’era dietro quel volto e di cosa frullasse in quella mente. Ho iniziato ad allontanarmi, e poi qualcosa mi ha fatto tornare indietro. Gli ho detto: “La settimana prossima prenderò i voti definitivi, e vorrei che lei fosse presente, se le va”. È sembrato sorpreso, e ha solo borbottato qualcosa in risposta.

Ho detto: “Volevo solo farle sapere che è invitato. A dopo!”, e ho continuato la mia passeggiata. Dopo quell’episodio sono andata in ritiro prima dei miei voti finali, e onestamente non ho pensato molto all’invito, visto che la mia mente era concentrata su altro. Quando è arrivato il giorno dei voti definitivi e sono entrata in cappella, sono rimasta scioccata vedendo Bob tra i presenti. Sono andata verso di lui e ho sorriso. Un abbraccio era troppo per lui e lo sapevo, ma poteva vedere le lacrime nei miei occhi.

Dopo la Messa, uno dei miei familiari è andato da Bob e ha detto: “Non so chi lei sia, ma l’ha fatta felice venendo oggi!” Si sono stretti la mano, e Bob, per la prima volta da quando lo conoscevo, è sembrato commosso.

Non ci è voluto molto perché Bob chiamasse il cappellano, quello che aveva definito “stregone”, e tornasse alla Chiesa dopo un’assenza di 30 anni. Ciò non vuol dire che quel leopardo abbia cambiato automaticamente le sue macchie. Ci sono stati ancora capricci e tirate, ma ha continuato a venire a Messa ogni domenica. Ha fatto dei progressi a livello dei suoi pregiudizi. Non ha bandito la gente dalla sua stanza, e ha cominciato ad essere meno scortese. Non era mai una persona facile con cui parlare. Cadeva spesso, ma ricorreva alla grazia per ricominicare. E, cosa più importante, è morto dopo aver ricevuto i sacramenti ed essersi riconciliato con Dio e con la sua famiglia.

Dietro il velo

Ricordo sempre questa storia di conversione, non per quello che ho visto in lui, ma per come sono stati piccoli i passi e per quello che Dio è riuscito a fare con quelle piccole scelte. Nel giorno della mia professione finale, ho anche intravisto un barlume di come una religiosa sia l’immagine di Maria. I primi Padri della Chiesa vedevano che quello che si poteva dire di Maria si poteva dire della Chiesa e viceversa. In quell’istante, quando ho visto Bob nella cappella, ho intravisto un barlume dell’opera di Dio in me, e ho sentito la mia anima spalancarsi. Come il colonnato di Bernini a San Pietro, volevo accogliere quest’uomo nella Chiesa. Volevo aprire il mio cuore perché chiunque entrasse nella Chiesa! Quel barlume è durato un momento, uno scostare il velo, ma non è mai stato dimenticato.

Ed è iniziato tutto con un semplice invito. Dio può moltiplicare le nostre azioni più piccole per la salvezza delle anime. La vocazione di una Suora Domenicana di Hawthorne è realmente materna, modellata sulla Madonna. La nostra giornata è piena di compiti, di ferite da lavare e bocche da nutrire, ma in questo assistiamo anche l’anima delle persone che abbiamo davanti. Nei nostri piccoli compiti quotidiani, siamo come Maria alle nozze di Cana, indicando al Signore le necessità che ci circondano.

Imitare Maria come dovremmo sembra un compito impossibile per noi poveri peccatori, ma può essere anche molto semplice. Maria ha detto a suo figlio che la coppia di Cana non aveva più vino, e quella frase ha molti livelli di significato, come accade con tutta la Scrittura. Ma è stata anche una richiesta semplice, ed è qui che possiamo iniziare a imitare Maria. È qui che possiamo iniziare a scegliere in modo corretto. Intercedere semplicemente per quelle anime che Dio ha posto in mezzo a noi diventa qualcosa di sublime, qualcosa di mariano, quando siamo Suoi.

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Per conoscere meglio le Suore Domenicane di Hawthorne, vi preghiamo di visitare il nostro sito, www.hawthorne-dominicans.org, o di telefonare al numero 845-745-1319.

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