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Quella volta che Madre Teresa arrivò tardi dal Papa: “c’era Cristo per strada”

Mother Teresa and Pope John Paul II

JEAN-CLAUDE DELMAS / AFP

Silvia Lucchetti - pubblicato il 28/10/21

La grande santa ci insegna come davanti al nostro prossimo sofferente in cui c'è Gesù, l'unico valore che deve scandire il tempo è la carità. A costo di far aspettare il Papa in persona.

Sul primo numero di settembre del quindicinale Miracoli e misteri è apparso un articolo per ricordare i 24 anni dalla morte di Madre Teresa di Calcutta e la sua amicizia con papa Giovanni Paolo II.

Madre Teresa salì al Cielo il 5 settembre del 1997 e il 19 ottobre del 2003 papa Giovanni Paolo II la proclamò beata. All’inizio dell’omelia volle sottolineare la sua personale gratitudine nei confronti di Madre Teresa con cui era legato da una profonda amicizia:

Madre Teresa nelle parole di Papa Giovanni Paolo II

(…) donna coraggiosa, che ho sempre sentito accanto a me. Icona del Buon Samaritano, essa si recava ovunque per servire Cristo nei più poveri fra i poveri. Nemmeno i conflitti e le guerre riuscivano a fermarla.

vatican.va

La nascita della Congregazione delle Missionarie della Carità

Madre Teresa fondò nel 1950 la Congregazione delle Missionarie della Carità dedita al servizio dei più poveri tra i poveri, come le aveva chiesto Gesù: “Vieni, sii la mia luce” (motherteresa.org

Quattro anni prima infatti, durante un viaggio in treno da Calcutta a Darjeeling, Madre Teresa riceve la “chiamata nella chiamata”. Quel giorno sente in un modo mistico e potente che non volle spiegare mai completamente, il grido di Gesù sul Gòlgota: “Ho sete”. Il desiderio di saziare quella sete si impossessò totalmente del suo cuore e divenne lo scopo della sua vita.

Papa Giovanni Paolo II parla della vocazione di Madre Teresa

Così papa Wojtyla, sempre nell’omelia della beatificazione, commenta la speciale missione di Madre Teresa:

Il grido di Gesù sulla croce, “Ho sete” (Gv 19, 28), che esprime la profondità del desiderio di Dio dell’uomo, è penetrato nell’anima di Madre Teresa e ha trovato terreno fertile nel suo cuore. Placare la sete di amore e di anime di Gesù in unione con Maria, Madre di Gesù, era divenuto il solo scopo dell’esistenza di Madre Teresa, e la forza interiore che le faceva superare sé stessa e “andare di fretta” da una parte all’altra del mondo al fine di adoperarsi per la salvezza e la santificazione dei più poveri tra i poveri.

(vatican.va)
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La foto, scattata l’8 novembre 1988 a Johannesburg, mostra Madre Teresa con un bambino. AFP

A proposito dell’amore della madre di Calcutta per i più poveri tra i poveri e del legame straordinario che aveva con Giovanni Paolo II, Massimiliano Di Paolantonio nel suo articolo (Miracoli e misteri) ricorda un episodio davvero significativo.

Il giorno che Madre Teresa fece attendere papa Giovanni Paolo II

Madre Teresa e papa Wojtyla si incontrarono in più occasioni, ma c’è un incontro che illumina quanto davvero in Madre Teresa fosse presente lo Spirito Santo.

Era in automobile diretta a Nuova Delhi per andare a salutare il Santo Padre, quando ad un certo punto notò ai bordi della strada un malato di lebbra che soffriva in solitudine. Fece accostare l’auto, scese e si mise ad accudire il lebbroso. Parlò a lungo con lui per consolarlo, portandogli l’amore di Dio, infondendogli speranza e coraggio. Si rimise in viaggio e arrivò in ritardo all’appuntamento.

Quando uno dei cardinali indiani presenti le fece notare di aver fatto attendere il Vicario di Cristo, lei gli rispose tranquilla: “Sì, lo so, ma io ho incontrato Cristo per strada”.

Se l’altro è Cristo…

Davvero il fuoco di Gesù guidava la vita di Madre Teresa. Se l’altro è Cristo, se il malato è Cristo, anche il Papa può aspettare, i programmi possono saltare, il tempo deve assumere un’importanza diversa e relativa. Invece di quel tiranno che ci fa sentire con l’acqua alla gola costringendoci a una corsa affannata e distratta, può essere vissuto dando rilievo ad ogni momento riempiendolo di senso e di pace. Eppure noi che seguiamo le nostre tabelle di marcia non sorridiamo neppure a chi incrociamo nel nostro percorso, non solo per la strada, ma neanche dentro casa nostra. Siamo schiavi del tempo, non padroni.

… Come Madre Teresa vivremo il tempo senza affanni

Solo mettendo il Signore in alto, ponendolo al primo posto della nostra vita e riconoscendo la sua presenza viva in chi abbiamo accanto, possiamo invertire questa modalità distruttiva di vivere le nostre giornate, perfino quelle più “importanti”: riunioni di lavoro, esami universitari, visite mediche. Anche in esse l’orologio a cui dobbiamo guardare per scandire il nostro tempo è sempre quello di Cristo.

Perché se riconosciamo che c’è Gesù negli altri, soprattutto in chi ci è vicino ed è in difficoltà, come Madre Teresa ci fermeremo allora senza ansia e affanni – anche a costo di far slittare qualche impegno – per ascoltare con calma ad esempio un amico che vuole sfogarsi, un figlio che ci vuole raccontare le sue pene d’amore, un collega che ha la moglie ricoverata. Perché anche lì, tutti i giorni, incontriamo Cristo.

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