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Due Papi hanno pensato di rinunciare prima di Benedetto XVI 

BENEDICTUS XVI

Giuseppe Ruggirello-(CC BY-SA 3.0)

Ary Waldir Ramos Díaz - pubblicato il 29/10/21

Intervista al medico e giornalista argentino Nelson Castro, autore di un libro sulla salute dei Papi

Nelson Castro, autore del libro La Salud de los Papas. Medicina, Complots y fe desde León XIII hasta Francisco (La Salute dei Papi. Medicina, complotti e fede da Leone XIII a Francesco, Ed. Sudamericana), ha spiegato ad Aleteia alcuni dettagli sui vari Papi che hanno pensato di rinunciare a causa dei loro problemi di salute. “Il libro sottolinea l’importanza politica della salute nella continuità della funzione del Papa”.

La stampa dei tempi di Papa Paolo VI denunciava “I Papi muoiono ma non si ammalano”, a indicare che il Vaticano in varie occasioni aveva minimizzato lo stato di salute di un Pontefice.

Il testo è stato scritto con il sostegno di Papa Francesco, che ha concesso a Castro un’intervista esclusiva sul suo stato di salute. La Santa Sede ha anche permesso all’autore di consultare l’archivio apostolico (chiamato così dall’ottobre 2019), prima Archivio Segreto, fondato da Papa Paolo V nel XVII secolo. La ricerca è stata svolta dalla giornalista Marina Artusa. 

“Abbiamo deciso che il libro dovesse iniziare da Leone XIII perché prima di quel periodo l’aspetto scientifico della medicina era molto precario nell’effettuare diagnosi”, ha affermato Nelson Castro.

“Nel periodo che abbiamo analizzato, i Papi che hanno pensato di rinunciare prima di Benedetto XVI sono stati due: uno è Giovanni Paolo II, che ci ha pensato in qualche momento e ne ha parlato, ed è anche arrivato a stabilire alcune idee circa la procedura da implementare.

L’altro è stato Paolo VI prima del suo intervento alla prostata, per timore che l’operazione non avesse successo o di riportare qualche danno neurologico. Ha pensato di rinunciare e ha scritto due lettere da pubblicare nel caso in cui dopo l’intervento fosse rimasto colpito da una disabilità, che poi il cardinale Giovanni Battista Re ha reso note a Giovanni Paolo II.

Aggrapparsi alla Croce” è un concetto che è stato usato pensando a Giovanni Paolo II durante il Parkinson e associato a non rinunciare, qualcosa di equivalente a “non scendere dalla Croce”, secondo il cardinale Dziwisz. La rinuncia era un tema “di cattivo gusto” per i suoi collaboratori, nonostante l’evidente sofferenza e la tracheotomia.

Una fonte importante è stato il cardinale argentino Leonardo Sandri, che ha annunciato la morte di Giovanni Paolo II (2 aprile 2005) e conferma che esporre la sua agonia è stato un modo per abbracciare la Croce come esempio per i cristiani, cosa che ha però suscitato molte controversie. La decisione è comunque stata questa: non rinunciare e non nascondere al pubblico i danni che il Parkinson stava provocando al suo corpo nel corso degli anni.

Quali elementi possiamo considerare, dal punto di vista medico, nella rinuncia di Papa Benedetto XVI?

Benedetto XVI è durato più da Papa emerito che da Papa. Credo che nessuno, neanche lui forse, pensava che avrebbe vissuto tanto tempo, perché in quel momento anche chi lo conosceva dai suoi tempi migliori lo vedeva impacciato, con qualche difficoltà anche a camminare, con una voce molto attenuata. È quindi evidente che il tema della salute sia stato presente, e nessuno immaginava che la sua sopravvivenza al pontificato sarebbe stata così prolungata. È un dato sorprendente per tutti, oserei dire anche per lui. Ricordo che disse “Sono agli ultimi passi del mio peregrinare”. E sono passati già otto anni!

È possibile che il ritiro di Benedetto XVI a una vita di preghiera e tranquillità sia stato quasi una medicina che gli allunga la vita?

È possibile che il fatto di sentirsi alleviato dal trambusto sia stato un aiuto per Benedetto XVI, perché vivere sotto stress, oltre a quello che ha dovuto affrontare con il tema dei Vatileaks e tutto il resto, deve avergli pesato molto. A livello medico, è probabile che la tranquillità gli abbia allungato la vita.

In tutti gli uomini dopo i 40 anni c’è un declino nelle forze fisiche. Come lo spiega a livello medico in Benedetto XVI, e come vede i motivi della sua rinuncia?

Benedetto XVI aveva avuto il precedente di un piccolo incidente cerebro-vascolare e ha poi avuto episodi di cadute, fratture e altro, e quindi c’è stato un peggioramento dello stato di salute. È una congettura: credo che a Benedetto XVI sia pesato molto quello che ha visto con Giovanni Paolo II, ed è possibile che non volesse ripetere ciò che si è vissuto in quel momento, perché la malattia di Giovanni Paolo II e la sua incapacità di muoversi, di parlare e altro hanno avuto conseguenze nella gestione politica del Vaticano. Credo che non volesse una ripetizione di quella storia.

Ritiene che Papa Francesco potrebbe seguire lo stesso esempio di Benedetto XVI e rinunciare se gli venissero a mancare le forze fisiche? 

Credo che la volontà di Francesco sia quella di portare avanti il suo pontificato fino alla fine dei suoi giorni, salvo nel caso in cui compaia una malattia molto invalidante. È questa la mia impressione. Ho chiesto a Papa Francesco (intervista che si trova nel libro) ‘Come immagina la sua morte?’ Mi ha risposto: ‘Come Papa, in funzione o emerito. E a Roma. Non tornerò in Argentina’. L’idea è che finché avrà forza continuerà a esercitare il pontificato. Ho posto la domanda per via delle speculazioni sulla sua rinuncia.

Ovviamente, finché Benedetto XVI sarà vivo, e speriamo ancora per molti anni, le possibilità di una rinuncia sono più complesse, perché l’esistenza di due Papi emeriti per il Vaticano sarebbe se non una complicazione quantomeno un elemento di incertezza. Lo dico in base a una valutazione astratta e logica.

POPE FRANCIS

Qual è la sua opinione professionale circa l’intervento al colon del Papa? 

Il Papa ha subìto un’operazione importante alla vescica quando era sacerdote, lo aveva operato il dottor Juan Carlos Parodi. Lo racconta nel libro. Ciò ha fatto sì che in questa occasione l’intervento al colon fosse più lungo, ma si è ripreso molto bene, cosa impressionante per un uomo di 84 anni. Nessuno può dire come sarà la sua vita d’ora in poi, ma non credo che gli provocherà alcun tipo di complicazioni per portare avanti il suo pontificiato. Il recupero è stato eccellente per un’operazione delicata, gli hanno asportato una parte del colon, come ha detto lui stesso.

Quali lezioni possiamo trarre dal trattamento informativo della malattia del Papa? 

Mi è sembrato importante che abbia parlato con chiarezza della sua operazione, perché concordo sul fatto che le informazioni fornite dal Vaticano siano state molto succinte. L’aspetto fondamentale è stato chiarire le speculazioni che si erano diffuse. Ho analizzato dettagliatamente l’aspetto chirurgico ed è molto chiaro: ‘stenosi diverticolare’, indicatore di una patologia benigna. Una delle cose che sono state fatte è stato analizzare la parte per vedere se c’era qualche segno di malignità, e l’importante è che sia risultato che si trattava di una patologia benigna.

LA SALUD DE LOS PAPAS
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