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Clima, il cardinale Hummes: perdere l’Amazzonia è fatale per l’umanità

AMAZZONIA FORESTA PLUVIALE

Filipe Frazao/Shutterstock

La foresta amazzonica. Senza di essa, l'umanità è destinata a scomparire.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 04/11/21

Il cardinale, tra le maggiori autorità vaticane impegnate nella Difesa del clima e del Creato, ha avvertito la Cop26: “L’Amazzonia è centrale per la sopravvivenza del pianeta e della famiglia umana”

Salvare il pianeta? E’ possibile, a patto che si metta in salvo, prima che altri territori, l’Amazzonia con la sua immensa foresta pluviale. Il cardinale Claudio Hummes, presidente della “Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia”, avverte i leader mondiali intervenuti alla Conferenza Onu sul clima (Cop26) di Glasgow. 

Il 2 novembre c’è stata, infatti, una importante intesa fra i 105 Paesi che hanno partecipato alla Conferenza sul clima: stop al disboscamento entro il 2030 e taglio del 30% in 20 anni delle emissioni del gas metano. Ma il buon risultato raggiunto potrebbe restare solo sulla carta (visti anche gli impegni precedenti, mai conseguiti, per abbassare le emissioni inquinanti).

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Alluvioni e temporali violenti sono la spia, in negativo, dei cambiamenti climatici.

La discesa in campo di Hummes

E’ per questo motivo che è sceso in campo il cardinale Hummes, tra le voci più autorevoli fra i cattolici impegnati nella difesa evangelica del Creato e degli ultimi. Tanto da aver ispirato, con il suo «ricordati dei poveri» pronunciato in Conclave subito dopo l’elezione, il nome Francesco all’attuale Pontefice. 

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Il cardinale Hummes.

“Perderla sarebbe fatale”

Dopo aver guidato fin dalla fondazione la Rete ecclesiale panamazzonica (Repam), il religioso dei frati minori e arcivescovo emerito di San Paolo, è stato eletto presidente della neo-nata Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (Ceama), organismo costituito in seguito al Sinodo speciale sulla regione del 2019

«L’Amazzonia – dice ad Avvenire (4 novembre) – è centrale per la sopravvivenza del pianeta e della famiglia umana: è il punto di equilibrio della salute della terra. Perderla sarebbe fatale». Per questo, a nome della Chiesa d’Amazzonia, il cardinale vuole lanciare un appello ai leader internazionali riuniti alla Cop26 al coraggio e alla fermezza per arginare, stavolta senza passi indietro, il clima e le emissioni.

“L’Amazzonia ha fretta”

«L’Amazzonia – afferma il cardinale Hummes – ha fretta. Il tempo scorre veloce e il riscaldamento globale è inesorabile. Ne resta ancora, però poco. I leader devono avere fermezza di volontà per prendere decisioni costose sotto varie aspetti, altrimenti, il mondo non ha chance di futuro. La Cop26 non può rimandarle». 

Il monito: decarbonizzare l’economia

«Sarebbe una irresponsabilità grave e irreparabile verso tutta l’umanità e la storia – tuona il presidente della Ceama -. Tanto più che ci vorrà tempo per metterle in pratica. Prima di tutto, occorre decarbonizzare l’economia. Per quanto riguarda la deforestazione, lo stop è importante e va accompagnato al riconoscimento del diritto dei popoli originari alle loro terre. Nonché alla pulizia dei fiumi inquinate dall’attività mineraria».

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