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Black Friday alla fabbrica di bambini: sconti sulla surrogata ucraina

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Di TatyanaMago|Shutterstock

Paola Belletti - pubblicato il 12/11/21

Se i bambini sono oggetto di desiderio e d'acquisto allora perché ci stupiamo che subiscano lo stesso trattamento di altre merci in vendita e ne seguano in tutto e per tutto la sorte? Sconti, possibilità di reso, cambio merce, limited edition, personalizzazione dell'offerta, pacchetti low cost. C'è tutto, tranne l'amore.
La BioTexCom, per esempio, offre anche gli sconti per il Black Friday .

Gravidanza surrogata, un business che continua a prosperare e devastare

In questi giorni l’algoritmo ci assedia con un susseguirsi di notizie sul tema “industria della riproduzione umana”. Sono storie tragicamente prevedibili, date le premesse, perché mostrano sulla pelle di bimbi veri gli abominevoli effetti collaterali del business della gravidanza surrogata.

Madri che scelgono la fecondazione in vitro e scoprono, dopo pochi mesi, che la figlia che stanno allattando, cambiando, vezzeggiando, presentando ai fratellini e ai nonni non è la loro.

Errore (dis)umano. Scusate; può succedere, no? Probabilmente c’era qualche voce scritta piccola nel contratto per regolamentare questi casi e saranno anche previste le modalità di indennizzo. Curiosità: come si calcola il danno immane arrecato a un bambino da questi errori? che tabelle usano? Ah no, per ora si tratta solo di contentare gli adulti, sentimentali carnefici e insieme vittime di queste disavventure biotech.

Esperienze d’acquisto finite male

Sempre dalle pagine di Avvenire scopriamo un’altra storia in cui la vittima è una bambina che ora ha solo un anno, ma ha già subito quasi tutte le ingiustizie che si possono subire alla sua età. Concepita in vitro con i gameti di qualcuno che le resterà per sempre sconosciuto, impiantata nell’utero di una donna che non avrebbe potuto chiamare mamma, lasciata per un anno in Ucraina alle cure di una babysitter stipendiata dalla coppia italiana committente che infine l’ha abbandonata; o meglio così ha dedotto la babysitter dal momento che hanno smesso di pagarla.

La pandemia e i problemi di logistica

C’è stato di mezzo il Covid, la chiusura delle frontiere, il caso dei 46 bambini “stoccati” in un hotel a Kiev in attesa che i genitori (acquirenti) venissero a ritirarli; c’è stata tanta retorica sulla sofferenza di questi pseudo-genitori mentre si sarebbe dovuta levare un’onda di sdegno da parte di tutti gli uomini e le donne di almeno discreta volontà in difesa di quei bambini, della loro vita, del loro di desiderio.

Decine di bambini, decine di storie ferite per volontà di adulti che su di essi e il loro essere così carini, paffuti, disposti ad amare chiunque si prenda cura di loro, hanno impostato un business sempre più prospero e sfacciatamente, diabolicamente disumano.

Il marketing e le sue leggi

E che continua a crescere: sembra che quanto più una cosa è grave tanto meglio sia farla su larga scala, sfacciatamente e con protervia alla luce del sole.

L’azienda, perché di questo si tratta, di un’impresa che realizza profitti con processi interni, svolti da professionisti pagati allo scopo, è la stessa dei due casi appena citati, la BioTexCom, è meritevole di altri titoli shock per le sue strategie di marketing.

Black Friday: volete un figlio con lo sconto?

Ormai ci siamo abituati anche in Italia: abbiamo adottato supinamente o quasi l’Halloween consumistico come lo si vede nelle serie tv made in USA; e abbiamo imparato che il primo venerdì di novembre dopo il giorno del ringraziamento è dedicato agli sconti: ormai anche da noi si è imposto il Black Friday.

E poiché ogni azienda per restare sul mercato ha bisogno di vendere cerca con ogni mezzo di incentivare l’acquisto. Una delle tecniche di vendita più consolidate è la combinazione tra vantaggio economico e limite di tempo per usufruirne.

Per cui, signore e signori, bando all’indecisione; costruite una buona volta la famiglia che desiderate. Dal 15 al 26 novembre potrete farlo con uno sconto del 3 per cento su ogni pacchetto.

Non è molto ma sul pacchetto All Inclusive Vip si sente, sono quasi duemila euro in meno e per lo stesso bambino, naturalmente.

Non dove andremo a finire, ma da dove siamo partiti: quando i figli sono cose

E’ quasi inutile profondersi in parole di sdegno e amare considerazioni su dove andremo a finire, ci siamo già finiti: poiché se la vita umana è ridotta a bene di consumo, se un figlio è né più né meno un prodotto da comprare, e le donne – o meglio solo i loro uteri – sono mezzi di produzione, allora si sa già tutto ed è orribile.

I figli-merce si possono comprare, vendere e buttare. Rendere o lasciare in fabbrica, se si cambia idea o sono difettosi.

Comprare con lo sconto se qualche brand si mette a fare promo. Le donne si possono usare e pagare; e non chiamare nemmeno per intero, loro. Quando fanno un bambino per altri sono solo uteri. Invece occorre chiamare donne uomini che si percepiscono donne e così sì dichiarano.

Pe amor di verità ho scritto in un commento sotto un post di Freeda che le “persone che hanno le mestruazioni”, come recitava il post, sono solo le donne e ho ricevuto qualche like e tanto reindottrinamento: esistono persone non binarie o uomini trans che hanno le mestruazioni, mi è stato detto.

Solo con uova fresche

Prendiamo fiato. Perché non è finita. E comunque chissà quanti orrori non arrivano nemmeno all’attenzione dell’opinione pubblica. C’è un grido più silenzioso ancora dell’aborto procurato che consiste nel sacrificio di migliaia di embrioni che non arrivano all’impianto in utero, scartati per diagnosi preimpianto infausta. O che restano crioconservati per decenni, alcuni per sempre.

Sul sito sempre della medesima clinica, a cui sto facendo fin troppa pubblicità, nella versione italiana che non può almeno ufficialmente promuovere la surrogata eterologa, compare in home page un’altra strategia commerciale. Lo scopo è sempre quello: presentarsi come il miglior partner per la realizzazione del progetto-figlio.

Oltre alla ormai ben nota e consolidata “personalizzazione del trattamento” compare la rassicurante disponibilità ad intervenire su coppie di ogni età, senza limiti. Non può mancare l’ampiezza della banca di donatori, una gamma vastissima tra cui poter scegliere. Ma soprattutto, ci assicurano, i trattamenti si fanno solo e soltanto con ovociti freschi.

La persona umana fatta a pezzi e il desiderio di interezza

Capite? Alle coppie che arrivano alla surrogata si offrono uova fresche di giornata, mentre alle donne che lavorano nelle aziende “più evolute” si propone come benefit la possibilità di farsi estrarre gli ovuli e di crioconservarli.

Uno smembramento continuo dell’integrità dell’essere umano. Via il sesso dall’amore, via la procreazione dal sesso, via la maternità dalla femminilità, via il dato biologico dalla personalità, via la donna dall’uomo. Mentre il nostro desiderio più profondo è proprio quello dell’unità, dell’interezza, della relazione e del dono.

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