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Santa Scorese prima di essere uccisa: qualunque cosa mi succeda ho scelto Dio

Santa Scorese

Public Domain

Silvia Lucchetti - pubblicato il 25/11/21

Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne vogliamo raccontarvi la storia della Serva di Dio Santa Scorese, uccisa a 23 anni da un uomo che la perseguitava

Nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra ogni anno il 25 di novembre vogliamo ricordare la Serva di Dio Santa Scorese, una giovane barese di 23 anni uccisa a coltellate da uno squilibrato che la perseguitava da anni. 

La sua storia e la sua eredità spirituale sono state presentate dalla sorella Rosamaria invitata lo scorso 17 novembre a partecipare alla trasmissione di Rai 1: Oggi è un altro giorno, condotta da Serena Bortone.  

La testimonianza della sorella di Santa Scorese

Santa, figlia di Angela, casalinga, e di Piero, poliziotto presso il Tribunale di Bari, si chiamava così in onore della nonna. Era una ragazza allegra e volitiva – frizzante e “capatosta” la definisce la sorella – nata il 6 febbraio 1968, nel pieno della turbolenza di  questo “rivoluzionario” periodo storico. 

La spiritualità di Santa Scorese

Riferendosi al nome della sorella, Rosamaria afferma amaramente che si chiamava Santa ma certo “non voleva diventare santa”. La sua breve esistenza è stata connotata da una intensa spiritualità, inizialmente di stampo salesiano respirato nella sua parrocchia di origine. In adolescenza focolarino sotto l’influsso della forte personalità di Chiara Lubich. E più tardi ispirata alla figura del francescano San Massimiliano Kolbe che la spinge ad avvicinarsi alle Missionarie dell’Immacolata. 

Portata ad aiutare gli altri fin da bambina – Rosamaria riferisce l’aneddoto che alle elementari Santa tirava i denti da latte dalla bocca delle compagne – si impegna nei Pionieri della Croce Rossa, nel coro Gen, facendo la catechista in parrocchia, aiutando una giovane famiglia con problemi. 

Gli studi e il desiderio di spendere la vita per gli altri

Si prodiga molto anche negli studi, e dopo la maturità classica si iscrive all’università,  prima alla facoltà di Medicina per poi passare a Pedagogia, perché desidera iniziare il prima possibile una professione in cui può essere di aiuto agli altri. 

Ha sempre accanto un confessore stabile e un consigliere spirituale, don Tino Lucariello, che la guida nel suo cammino di fede. Senza confidarlo a nessuno inizia a scrivere il suo diario spirituale, trovato solo dopo la morte, in cui annota:

Una cosa ho scoperto: che Dio è veramente l’unico incrollabile punto fermo della vita di  ognuno di noi.

L’inizio della persecuzione

Nel 1988 ha inizio la persecuzione che finirà solo con la sua morte per mano di un giovane squilibrato mentale che casualmente l’ha sentita proclamare sul pulpito la Parola di Dio durante una celebrazione nella Cattedrale di Bari. Rosamaria durante la trasmissione specifica che al processo fu dichiarato incapace di intendere e di volere al momento dell’omicidio.

Lo stalker a Santa Scorese: “O mia o di nessuno, e nemmeno di Dio”

Da quel momento la segue ovunque, perseguitandola con un “corteggiamento” talmente ossessivo da fargli scrivere, tra i tanti biglietti che le fa trovare dappertutto, la frase minacciosa:

O mia o di nessuno, e nemmeno di Dio. 

Il tentativo di stupro nel giorno del suo compleanno

Il 6 febbraio ’89, giorno del ventunesimo compleanno di Santa, il giovane arriva a mettere in atto un tentativo di violenza sessuale a cui la ragazza riesce a stento a sottrarsi.  Al tempo non era stato ancora codificato il reato di stalking  e la violenza sessuale veniva ancora rubricata come reato contro la morale.

Santa Scorese al padre spirituale: qualunque cosa mi succeda ho scelto Dio

In questo contesto socio-culturale le denunce presentate dalla famiglia alle autorità non sortiscono purtroppo l’effetto sperato. Santa è pertanto costretta ad essere sempre accompagnata da qualcuno in ogni suo spostamento: il padre, la sorella, gli amici, gli altri catechisti; tutto questo sforzo di protezione non la fa comunque sentire al sicuro tanto da confidare al suo direttore spirituale:

Sappi che qualunque cosa mi succeda, io ho scelto Dio. 

14 coltellate

La sera del  15 marzo 1991 è di ritorno da una catechesi in parrocchia e da una visita a casa di una famiglia con problemi che seguiva da tempo: infatti insieme alla sorella, già madre, crescevano insieme i figli di Rosamaria e di questa coppia in difficoltà. 

Santa è abbastanza tranquilla perché deve fare in macchina solo il breve tragitto che dal parcheggio antistante la chiesa la porta nel cortile di casa, per cui ha ritenuto non sia il caso di farsi accompagnare. Ma il suo persecutore la attende proprio sotto il portone che Santa troverà sfortunatamente chiuso e la colpisce con 14 coltellate, mentre il padre dalla finestra assiste impotente alla terribile scena. 

“Ho solo 23 anni, non posso morire così”

Santa gravemente ferita viene soccorsa dai familiari e trasportata al Policlinico di Bari.  Durante il percorso pronuncia queste parole:

Ho solo 23 anni, non posso morire così.

Mentre dal Pronto Soccorso la trasferiscono in rianimazione Santa è ancora cosciente, e Rosamaria le chiede di affidarsi all’Immacolata, a cui entrambe sono profondamente devote. Muore nelle prime ore del 16 marzo 1991. 

Nella bara con l’abito rosso indossato per l’ultimo esame universitario 

Quando la conduttrice Serena Bortone verso il termine dell’intervista chiede a Rosamaria come si fa ad affrontare una simile tragedia riceve questa risposta:

O muori o ne fai una ragione di vita.

E a questo proposito ricorda come – ben prima delle scarpe rosse con cui oggi si cerca di sensibilizzare sulla piaga dei tanti femminicidi che ancora si consumano – volle che nella bara Santa fosse vestita dell’abito rosso vermiglio con cui aveva sostenuto l’ultimo esame all’università. 

La tristissima vicenda di Santa Scorese ha avuto e ha ancora una grande eco mediatica a livello locale e nazionale. Al teatro Parioli di Roma nel 2017 è stato presentato il lavoro: “Santa delle Perseguitate”. Nel 2019 il regista Mimmo Spataro ha realizzato un medio- metraggio dal titolo: “L’incredibile storia di Santa Scorese”, che ha riscosso numerosi consensi a livello internazionale. Sempre nel 2019 il regista Alessandro Piva ha presentato un docufilm sulla storia di Santa: “Santa subito”, che ha vinto il  premio del pubblico alla Festa del Cinema di Roma.

Grazie a numerosi passi del diario di Santa e alle tante testimonianze raccolte è stato  pubblicato:  “Un volo sempre più in alto – La vita di Santa Scorese” in cui l’autore , Pasquale Lubrano, ripercorre la parabola umana e spirituale di questa Serva di Dio.

Santa Scorese: vittima di femminicidio e “martire” cristiana

Infatti nel 1998, ad appena sette anni dalla morte, la Diocesi di Bari ha dato avvio alla causa di beatificazione di Santa Scorese, “martire” a 23 anni perché, come afferma Rosamaria, la persecuzione di cui è stata fatta oggetto è anche “una persecuzione cristiana”.

Oggi la Chiesa ha in corso il processodi accertamento per dirimere se quella morte – un femminicidio per la legge e la società civile – fu un vero martirio, ma fin da ora Santa…

(…) è la dimostrazione vivente che è possibile realizzare i grandi progetti di Dio senza rinunciare alle gioie della vita e vivendo con pienezza fino al sacrificio estremo i più importanti valori dell’esistenza.   

(santiebeati.it)

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