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Crescente sentimento anticristiano in 5 Paesi storicamente cristiani

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Serhii Ivashchuk | Shutterstock

J.P. Mauro - pubblicato il 13/12/21

Un rapporto evidenzia un aumento del 70% degli episodi esempi di discriminazione e violenza anticristiana in Europa dal 2019

Una nuova analisi della persecuzione religiosa in Europa sta attirando l’attenzione sugli attacchi e sulla discriminazione contro i cristiani in cinque Paesi importanti dell’Unione Europea. Il rapporto, intitolato Under Pressure: Human Rights of Christians in Europe, è il prodotto di uno studio di due anni da parte dell’Osservatorio sull’Intolleranza contro i Cristiani in Europa (OIDAC). 

I dati raccolti dall’OIDAC nel 2019 e nel 2020 hanno mostrato che cinque Paesi storicamente cristiani sono quelli ora più inclini a violare la libertà di credo cristiana. Queste Nazioni sono Francia, Spagna, Germania, Regno Unito e Svezia.

Il rapporto, di 71 pagine, ha anche evidenziato che negli ultimi due anni i crimini per odio anticristiano in Europa sono aumentati del 70%. Anche se il sentimento anticristiano si sta incrementando in tutto il continente, nelle cinque Nazioni elencate questo fenomeno ha avuto una maggiore incidenza. In Francia e Germania si verificano più episodi, ma quelli più gravi hanno avuto luogo in Francia e Spagna. Secondo il rapporto, ciò è “dovuto a una forma reazionaria di secolarismo”.

Le due “dinamiche minacciose” principali che interessano la vita cristiana sono state identificate nella ricerca come l’intolleranza secolare e nell’oppressione islamica. Delle due, l’intolleranza secolare è l’elemento prevalente. Il rapporto suggerisce che un fattore che contribuisce all’intolleranza secolare è una crescente analfabetizzazione religiosa, l’incapacità di comprendere una fede che non è la propria.

L’oppressione islamica è un fattore un po’ più isolato. Il rapporto ha indicato che in alcune zone calde i cristiani convertiti sono diventati un gruppo molto vulnerabile. Per l’OIDAC, i dati indicano che molti convertiti affrontano intolleranza e perfino violenza da parte delle loro ex comunità religiose, ma anche che la loro situazione è stata studiata poco e la loro piaga è spesso ignorata dalle autorità.

È stato evidenziato che i cinque Paesi elencati hanno anche problemi riguardo alla difesa della libertà di parola e al diritto all’obiezione di coscienza. Nel Regno Unito, c’è una tendenza crescente a perseguire il discorso religioso come “discorso di odio”. I tassi di procedimenti legali di questo tipo sono inferiori nelle altre quattro Nazioni, ma in queste i cristiani hanno riferito di una maggiore attenzione all’“autocensura”.

Durante l’attuale pandemia di Covid-19, nei cinque Paesi menzionati le chiese sono state ripetutamente discriminate. Ciò si è constatato in maniera minore anche in altri Paesi europei, in cui il trend diffuso punta alla negazione della libertà religiosa, e si è verificato nella forma di sproporzionati divieti generali all’adorazione e di sminuire la pratica religiosa come non essenziale.

Il rapporto conclude che c’è un’urgente necessità di ulteriori ricerche sulla questione. L’OIDAC ha indicato che “la religione è una realtà sociale” fondamentale per una società “stabile e sana”.

Secondo il Catholic Register, Regina Polak, esperta di sociologia della religione e una delle menti dietro il rapporto, ha affermato in una conferenza stampa che si tratta di “un appello a un’azione globale, in primo luogo sostenendo le vittime, promuovendo misure per l’aumento della consapevolezza e la ricerca”.

Il rapporto completo dell’OIDAC è disponibile qui.

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