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Suor Maria Elisabetta: apri a Dio la grotta più brutta del tuo cuore

WEB NUN PRAY LIGHT BLUE © Antoine Mekary – Aleteia

© ANTOINE MEKARY / ALETEIA

Silvia Lucchetti - pubblicato il 23/12/21

La bellissima catechesi sul Natale di suor Maria Elisabetta, clarissa presso il Monastero San Bonaventura di Padova. "Ognuno di noi ha la sua povera grotta in cui Dio desidera nascere".

Sul sito ufficio diocesano per l’annuncio e la catechesi della Chiesa di Padova è stata pubblicata il 20 dicembre una illuminantecatechesi sul Natale, firmata suor Maria Elisabetta e sorelle clarisse del Monastero S. Bonaventura di Padova. (ufficioannuncioecatechesi.diocesipadova.it)

Ricordo che da piccola restavo sempre corrucciata quando gli adulti nel raccontarmi la storia della nascita di Gesù arrivavano al punto in cui Giuseppe e Maria non trovavanoposto nell’albergo. Mi chiedevo: “perché? perché proprio loro, poverini?”.

Dio ha scelto la (nostra) povertà

Così suor Maria Elisabetta risponde alla mia domanda di bambina:

Non è stata la sfortuna a portare Maria e Giuseppe in quel luogo isolato (…) Non è stata la sfortuna, nemmeno l’indifferenza dei molti, ma il desiderio di Dio di apparire tra noi nella povertà e nell’umiltà, nella buia emarginazione e nella fredda solitudine. Il nostro Dio non si è accontentato di farsi uno di noi, ma ha scelto anche la povertà e la piccolezza perché noi non avessimo mai più paura di Lui, lo sentissimo veramente e sempre Uno di noi, Uno con noi.

(Ibidem)

La catechesi sul Natale che mi serve meditare

Abbiamo, o almeno io ho, questa idea sballata del Natale. Credo sempre di doverci arrivare bene, mentalmente e fisicamente. Vorrei trasformarmi in una di quelle vetrine ben lucide dei negozi del centro, tirate a festa. Essere impeccabile con gli altri, avere tutto sotto controllo, sentirmi felice, calma, a posto con i sentimenti e i problemi di ogni giorno.

Ovviamente non mi riesce, e lo vedo in queste ore in modo particolare, in cui tutto pare sfuggirmi di mano. I bambini si beccano qualche malanno di stagione, le nottate sveglia con loro si sprecano, il lavoro in casa e fuori che si accumula, i battibecchi con mio marito aumentano con il crescere della stanchezza.

Con quale spirito stai arrivando al Natale?

E allora a notte fonda, quando tutti dormono e sono sveglia solo io che ancora traffico per casa, mi fermo un attimo e penso: ma come ci sto arrivando al Natale? Con quale spirito? Uno spirito fatto di lamentele, mormorazioni, pensieri bui, critiche verso chi ho più vicino e giudizi. Uno spirito incapace di amare. Ci sto arrivando così: male. E allora mi prende lo sconforto e non so cosa fare.

Invece leggendo la catechesi sul Natale di suor Maria Elisabetta ho capito una cosa semplice ma fondamentale: devo solo aprire a Dio la grotta più brutta che ho, la parte di me che rifiuto, che non sopporto, che mi fa soffrire, perché Lui desidera nascere proprio lì.

Quella povera grotta che ha avuto il privilegio di accogliere il Signore al momento della sua nascita assomiglia tanto alle nostre grotte, quelle che portiamo nel cuore o che segnano la nostra esistenza di fatica e di sofferenza. Ognuno di noi ha la sua povera grotta in cui Dio desidera nascere perché la nostra povertà, precarietà e fragilità, tutto questo ci rende amati e preziosi agli occhi di Dio; tutto questo è il luogo privilegiato della sua Incarnazione.

(ufficioannuncioecatechesi.diocesipadova.it)

“Dove c’è Dio tutto diventa prezioso”

E poi un altro passaggio rinfrancante che completa il primo: nella mia grotta spenta e inguardabile il Signore porta la luce, abitandoci dentro la trasforma in una casa regale:

Questo sa fare Dio se lo accogliamo con umile fiducia: trasformare ciò che di noi ci fa male, che non sappiamo accettare, sia essa povertà materiale, morale o spirituale in tempio santo della sua Presenza. Sì, perché lì dove c’è Dio tutto diventa prezioso. Lì dove nasce Dio una luce risplende, quella luce che riscalda e dà senso, quella luce che ci aiuta a guardare alla vita con uno sguardo nuovo, riconoscente, perché consapevole che non c’è povertà in cui il Verbo non possa nascere e donarci quella vita nuova che abbiamo ricevuto nel Battesimo e che sempre effonde in noi mediante il suo Spirito.

(Ibidem)

La catechesi ci suggerisce la risposta alla domanda: “Cosa fai per Natale?”

Oggi, quando mi chiederanno: “cosa fai per Natale? a casa di chi festeggerete?”, risponderò: aprirò a Dio la casa del mio cuore, la stanza più brutta, in disordine e malmessa, quella che di solito tengo chiusa a chiave, perché Lui è lìche vuole nascere e incontrarmi. Proprio come scrive – ispirata dallo Spirito Santo – suor Maria Elisabetta:

Abbiamo la possibilità di aprire le nostre grotte, quelle che non vorremmo avere, alla nascita di Dio; abbiamo la possibilità di “adempiere quel desiderio tanto desiderato del nostro fedelissimo Redentore di unirsi alle anime nostre, ad eterna sua gloria” (M. Graziosa Z.) perché splenda in noi quella stessa stella dorata di Betlemme e le nostre povere grotte vengano rese, dalla presenza del Signore, luoghi di ineffabile incontro con Lui, l’Altissimo, che ama chinarsi sulla nostra piccolezza per farci risplendere di Lui.

(ufficioannuncioecatechesi.diocesipadova.it)

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