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“L’impossibile diventa realtà”. Un video per ricordare perché il Natale ci riempie di speranza

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Catholic Link - pubblicato il 27/12/21

Dio trova chi non si dà per vinto e chi supera le paure aiutando gli altri a fare lo stesso

di Blanca Serres

 ha pubblicato un annuncio che tocca il cuore. Sappiamo che uno spot ha una finalità puramente pubblicitaria. La mia professione è la stessa, lavoro nel mondo della pubblicità, e per questo conosco il lavoro che c’è dietro a due minuti di spot. Ci sono intenzioni commerciali, sicuramente, ma si vede da lontano quando ci sono anche valori e sensibilità.

Immagino il responsabile creativo dell’agenzia che va a passeggio pensando all’incarico e cercando di trovare il tono e il messaggio perfetto.

Colori, musica, storia… e quando ha trovato quello che cercava corre a preparare la presentazione per cercare di convincere l’équipe che la sua proposta è l’opzione migliore.

Credetemi se vi dico che quell’équipe non finanzia lo spot se l’idea non la tocca dentro.

Non dubito quindi che avrete subito voglia di vederlo, e poi passeremo a scoprire perché il Natale è il momento perfetto per credere.

Il Natale e la nostra sete di speranza

Torniamo al nostro responsabile creativo, alla persona che ha avuto l’idea geniale. Può essere credente o meno. Forse la sua prima proposta si è arricchita grazie all’apporto di altri.

È chiaro, però, che il Natale non gli è indifferente, che la sua idea di Natale ha a che vedere con la speranza.

Anche senza essere consapevole del messaggio evangelico, riconosce una buona notizia e una possibilità infinita e forte di un mondo più caloroso, più tenero, più amorevole.

Forse ha a che vedere con le luci nelle strade, con i bambini che cantano, gli alberi addobbati, i messaggi di auguri, i regali, i progetti con la famiglia, gli incontri con gli amici.

Per alcuni è una confabulazione mondiale (benedetta confabulazione!), per altri un momento magico. Ad ogni modo, sembra che una volta all’anno uomini e donne si riempiano di tenerezza.

Gli ultimi tempi non hanno lasciato molto spazio alla speranza

Tante persone sono affondate nel pantano della tristezza. Uno dei miei film preferiti, La Storia Infinita (1984), ci regala una scena significativa.

Il protagonista, Atreyu, cavalca il suo destriero Artax alla ricerca dell’imperatrice bambina del regno di Fantasia, per lottare insieme contro l’indifferenza dei bambini, che hanno perso la loro capacità di credere nell’impossibile.

Durante il viaggio, cavallo e cavaliere restano intrappolati nelle paludi della tristezza. Atreyu vince la tristezza e cerca di smuovere il cavallo, invaso dalla devastazione.

Anche se Artax alla fine soccombe alla tristezza, mi piace pensare che il Natale ci aiuti ad essere più Atreyu, a smuovere gli altri, a vincere la tristezza e a rafforzare i legami per non perdere la speranza.

So che non è sempre tutto rosa, ma possiamo sempre fare il bene

È difficile vivere ai margini delle paludi. A Natale, empatizziamo in modo speciale con le paludi della solitudine, della malattia, della fame, della violenza, della povertà, della discriminazione…

E ci sentiamo straordinariamente collegati a valori che ci restituiscono la speranza. Per un momento sembra che siamo tutti d’accordo con qualcosa.

La speranza è lo stato che sorge quando ciò che desideriamo si presenta come possibile. La fede implica fiducia senza possedere prove sulla verità.

Voglio pensare che procedano di pari passo. Quando appaiono nel cuore dell’essere umano, lasciano la porta aperta perché Dio si affacci.

Chi ha speranza non smette di cercare

E in quell’atteggiamento di ricerca, Dio riconosce l’anticonformista che guarda al di là delle luci, degli alberi addobbati, dei regali o di una tavola con tante cose buone da mangiare.

Dio trova chi non si dà per vinto e quello che guarda direttamente la palude mettendo da parte la paura, la attraversa, evita di affondarvi e aiuta gli altri a fare lo stesso.

Dopo aver visto il video, non posso non immaginare il nostro creativo che scrive una lettera al Polo Nord, resistendo a pensare che non ci sia niente da fare e sfruttando qualsiasi possibilità perché l’Amore diventi presente.

Lo stesso atteggiamento di una ragazza di duemila anni fa che ha accettato di fare la sua parte perché Dio, lungi dal considerare l’umanità un caso impossibile, abitasse tra noi riempiendo il mondo di speranza.

Buon Natale!

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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