Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 19 Aprile |
Aleteia logo
Spiritualità
separateurCreated with Sketch.

Giovanni Paolo II ci insegna a fare i bilanci di fine anno

John Paul II

DERRICK CEYRAC | AFP

Philip Kosloski - pubblicato il 31/12/21

Come abbiamo trattato la famiglia e l'amore coniugale quest'anno? Giovanni Paolo II ci invita a riflettere al riguardo

È abitudine che le persone compiano una valutazione della propria vita alla fine di ogni anno civile, per ricordare le tante cose buone accadute loro negli ultimi 12 mesi, ma anche le lotte e le difficoltà che hanno dovuto affrontare.

Per San Giovanni Paolo II, questa valutazione dev’essere effettuata alla luce della famiglia, sia della nostra che della famiglia umana in generale. Il Pontefice ha spiegato questo tipo di sguardo critico che bisogna avere nella sua prima omelia da Papa in occasione del Te Deum del 1978.

Promuovere la fraternità nella “famiglia umana”

“La domenica odierna è anche l’ultimo giorno dell’anno 1978. Ci siamo riuniti qui, in questa liturgia, per rendere grazie a Dio per tutto il bene che ci ha elargito e dato la grazia di fare durante l’anno trascorso, e per chiedere il suo perdono per tutto ciò che, essendo contrario al bene, è anche contrario alla sua santa volontà”, ha detto in quell’occasione. “Permettete che, in questo ringraziamento e in questa richiesta di perdono, mi serva anche del criterio della famiglia, questa volta però nel senso più largo. Siccome Dio è Padre, allora il criterio della famiglia ha anche questa dimensione; si riferisce a tutte le comunità umane, alle società, alle nazioni, ai paesi; si riferisce alla Chiesa e alla umanità.

Concludendo così quest’anno, rendiamo grazie a Dio per tutto ciò per cui gli uomini – nelle diverse sfere dell’esistenza terrena – diventano ancor più ‘famiglia’, cioè più fratelli e più sorelle, che hanno in comune l’unico Padre. Allo stesso tempo, chiediamo perdono per tutto ciò che è estraneo alla comune fratellanza degli uomini, che distrugge l’unità della famiglia umana, che la minaccia, che la impedisce”.

Questo tipo di valutazione esamina criticamente la nostra vita e serve a indicare come aiutiamo a seminare la fraternità nella nostra comunità o se seminiamo discordia nella famiglia umana.

Proteggendo la vita e l’amore coniugale

Oltre alla “famiglia umana”, San Giovanni Paolo II menzionava in quell’omelia anche due settori che dobbiamo esaminare nella nostra vita personale, esortando tutti a verificare come si sono protette la vita e la santità dell’amore coniugale:

“Cercando di esprimerci in modo conciso, diciamo che qui si tratta di due valori fondamentali che rigorosamente entrano nel contesto di ciò che noi chiamiamo ‘amore coniugale’. Il primo di essi è il valore della persona che si esprime nella reciproca fedeltà assoluta fino alla morte: fedeltà del marito nei confronti della moglie e della moglie nei confronti del marito. La conseguenza di questa affermazione del valore della persona, che si esprime nella reciproca relazione tra marito e moglie, deve essere anche il rispetto del valore personale della nuova vita, cioè del bambino, dal primo momento del suo concepimento”.

E allora, guardiamo alla nostra vita e vediamo come abbiamo sostenuto la dignità di ogni persona umana dal suo concepimento. Oltre a questo, esaminiamo come abbiamo promosso il valore della fedeltà nella vita coniugale, riconoscendo l’importanza della famiglia e la sua connessione con il tessuto della società.

In vista dell’arrivo dell’anno nuovo, guardiamo indietro e ringraziamo per tante cose, ma chiediamo anche perdono a chiunque possiamo aver ferito.

Tags:
anno nuovosan giovanni paolo ii
Top 10
See More