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Belle tradizioni di capodanno dalla Francia e dal Canada

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Benedizione di Capodanno in Québec

Isabelle Cousturie - pubblicato il 31/12/21

Quando arrivano San Silvestro e il Primo Gennaio, un momento solenne ereditato dal passato consiste nel far benedire la chiave della casa o nel ricevere la benedizione paterna.

Il capodanno è cambiato molto, nel corso dei secoli, e ha drenato numerose sacre tradizioni che, a seconda dei Paesi, perdurano o regrediscono fino a perdersi nei meandri delle nostre sempre più secolarizzate società. 

In Occidente, c’è l’abitudine a festeggiare il capodanno alla Vigilia, la sera del 31 dicembre, talvolta sotto il vischio, scambiandosi i migliori augurî possibili ed eventualmente formulando buoni propositi. Ogni regione o Paese, però, aggiunge il proprio carico di riti antichi, col relativo bagaglio emotivo, da compiersi nella fede e nell’amore della famiglia – cose che in molti vorrebbero ritrovare. 

La benedizione delle chiavi ad Avignone 

Le benedizioni di Capodanno sono tradizioni belle e diffuse. Un momento solenne ereditato dal passato è stato restaurato ad Avignone da padre Daniel Bréhier, canonico metropolitano di Notre-Dame-des-Doms: da qualche anno è stata istituita/ripristinata la benedizione delle chiavi domestiche, durante la messa del 1º gennaio, in omaggio a Maria Madre di Dio, invocata come nume tutelare domestico. 

Cosa sensata in quanto per i credenti la Vergine è spesso descritta e venerata col titolo di “porta della salvezza” – spiega padre Bréhier –, 

in quanto ha messo al mondo Cristo, salvatore del mondo. 

Negli ultimi cinque anni sono sempre più i fedeli che portano la chiave di casa per farla benedire. Attraverso quell’oggetto, precisa il canonico, sono tutti quanti lo utilizzano – insomma gli abitanti, quelli di casa e gli ospiti – ad essere benedetti, e in pratica il gesto richiama l’importanza dell’apertura alla vita famigliare, amicale e sociale. 

La benedizione paterna in Canada 

La tradizionale benedizione paterna in Québec, a Capodanno, è una pratica cristiana e popolare-famigliare mutuata dai cattolici provenienti dall’Europa all’epoca delle colonie. È scomparsa progressivamente verso la fine del XX secolo, ma una manciata di credenti vi resta tenacemente attaccata, vedendovi non la simbolica di un gesto “patriarcale” nell’accezione deteriore del termine, fonte di imbarazzo e di malessere ai nostri tempi, ma di buon augurio per rinsaldare i vincoli famigliari ed estinguere ogni maretta o incomprensione. È il padre che ha il privilegio di benedire la sua famiglia. 

In caso di assenza del padre, è il più grande dei figli maschi a raccogliere l’onore. Simbolicamente, in quel giorno la paternità viene come rivestita del potere di un ecclesiastico. La sua famiglia lo circonda ben vestita per l’occorrenza. In piedi davanti a loro, egli traccia nell’aria un segno di croce e pronuncia la sua benedizione. Ogni membro, dopo averla ricevuta, andrà a distribuirla agli altri di casa, e poi ai vicini e al resto del parentado, augurando 

“Buon Anno… e il Paradiso alla fine dei vostri giorni!” 

In origine questo momento era seguito dalla distribuzione di doni e strenne natalizie ai bambini (all’epoca si davano al termine dell’ottava di Natale, e non il 25. Molti cattolici lamentano la perdita di questa tradizione, che giudicano «tra le più rispettabili», nonché «piena di grazia e molto emozionante». Non pochi vorrebbero che venisse recuperata dalle famiglie. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

*Traduzione di un articolo pubblicato dalla nostra defunta amica e giornalista Isabelle Cousturié della edizione francese di Aleteia, nel 2017.

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