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Covid, la diocesi di Teano vieta ai preti no vax di distribuire la Comunione

WIELKANOC, COVID

Pascal Deloche / Godong

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 10/01/22

Il vescovo spiega: “misura utile a contrastare il dilagare del virus tra la popolazione” e tutela “i più fragili“

Il covid avanza in tutta Italia, e in una diocesi, i preti no vax non potranno distribuire la comunione. Lo ha stabilito con decreto il vescovo della diocesi di Teano-Calvi (Caserta), Giacomo Cirulli, che ha esteso il divieto anche a diaconi e laici non vaccinati vista la situazione pandemica «in costante e grave peggioramento». 

Sospeso il catechismo

Il vescovo ha anche deciso la sospensione di ogni «attività pastorale, catechistica e formativa in presenza» (TgCom, 8 gennaio).

Una scelta di responsabilità 

Sulle Disposizioni pastorali (Prot. n.1/22) di mons. Cirulli, la diocesi di Teano chiarisce che la proibizione di distribuire la comunione “da parte di Sacerdoti, Diaconi, religiosi e laici non vaccinati”, «conferma la linea del rispetto e tutela della vita che in questo momento storico chiama in causa le scelte di ogni singolo». 

«Essa si pone come ulteriore misura utile a contrastare il dilagare del virus tra la popolazione e a tutelare tra i più fragili anche coloro che potrebbero non godere dei vantaggi della copertura vaccinale e purtroppo – come testimoniano i casi crescenti negli ospedali di tutta Italia – subire il danno della malattia».

Per ora, quello di Teano è il primo caso in Italia di un vescovo che vieta espressamente ai preti no vax di dare la comunione.

Sostegno alla campagna di vaccinazione

Mons. Cirulli, prosegue la nota diocesana, «oltre ad aver deciso la sospensione delle attività pastorali in presenza, come sta avvenendo in più Diocesi e similmente in contesti laici per quel che attiene momenti di incontri e contatti sociali, si conferma nella linea della Chiesa Cattolica Italiana e di Papa Francesco a sostegno della campagna vaccinale».

Il richiamo del Papa

Un tema su cui, nelle scorse ore, è nuovamente tornato il Pontefice nel saluto al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede: «I vaccini non sono strumenti magici di guarigione, ma rappresentano certamente, in aggiunta alle cure che vanno sviluppate, la soluzione più ragionevole per la prevenzione della malattia», ha detto il Papa.  

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