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Ghana, a 17 anni Samuel ha costruito uno scooter elettrico per disabili

SAMUEL ABOAGYE

Africa Rivista | Youtube

Annalisa Teggi - pubblicato il 17/01/22

Usando materiale di recupero e con una creatività vivace, Samuel Aboagye ha creato un ottimo prototipo di moto. Dagli scarti un'idea che può aiutare chi è trattato da scartato a causa della disabilità.

Degli scarti che aiutano gli scartati. Samuel Aboagye è un 17enne del Ghana che ha costruito un prototipo di scooter elettrico per disabili, usando materiale di recupero. Il motore, ad esempio, è stato preso dalla macchina da cucire della mamma.

Anche alle latitudini dei paesi cosiddetti “ricchi” la disabilità non è ancora percepita come parte integrante della ricchezza umana. Scartati molti disabili lo sono ovunque, spesso perché c’è un forte attrito a favorire le condizioni affinché la loro presenza si mostri per il bene che è.

Il recupero di cui è stato capace questo ragazzo ghanese è un rilancio, a dire vero. I temi ecologici sono ancor prima temi umani. Quello che è stato messo da parte è una risorsa – ridotta a inerzia – di cui ci stiamo privando.

Samuel Aboagye, un’idea nuova con roba vecchia

Dice che l’idea gli viene in mente mentre fa. Samuel ha ragione, spesso l’opera chiarisce certe nebulose intuizioni che passano per la testa. Chesterton ricordò che siamo figli del vero materialista, un Dio che ha creato il mondo impastandolo con le mani. Facendo s’impara a tenere unito corpo e spirito, le mani che fanno e la mente che pensa.

E ‘materia’ ha come etimologia la parola mater, madre. Nel fare c’è una nascita, o forse un travaglio in cui una parte di noi viene al mondo.

Attorno alla zona dove vive Samuel c’è tanta legna. La si usa principalmente come fonte di riscaldamento. In quelle cataste lui ha visto una possibilità di movimento, non solo di fuoco. All’inizio l’idea era quella di costruire un’automobile, poi si è reso conto che per renderla davvero reale doveva pensare a qualcosa di più piccolo. Lavorando, ingegnandosi, ha costruito una moto elettrica.

Ho deciso di costruire veicoli elettrici proprio per aiutare le persone disabili ogni volta che vanno da qualche parte”.

Da BBC

Signore e signori, ecco un inventore nel tempo tempo degli influencer. Ecco un ragazzo che ha messo in pratica una vera transizione ecologica, mentre qui da noi se ne parla molto ma…

Una moto semplice, ma piena di sorprese

Guardando Samuel che mostra alla telecamera le potenzialità del suo prototipo viene subito da pensare al giovane hipster che sfreccia sul monopattino di ultima generazione nella grande metropoli occidentale. Un altro mondo, il nostro, in cui il mezzo è uno status symbol, un accessorio trendy, un modo di parlare di sé. Qua da noi ci siamo messi molto avanti con le appendici dell’ego.

Che il mezzo resti solo un mezzo non è un di meno, anzi. La moto elettrica di Samuel è pensata come mezzo per chi altrimenti sarebbe tagliato fuori dalla possibilità di spostarsi. Il mezzo sta al suo posto, come supporto – veicolo, davvero – per dare alla persona disabile l’opportunità di non essere tagliata fuori dalla vita.

E semplice non significa brutto. Racconta ancora Samuel:

Dopo aver fatto lo schizzo ed esposto il mio progetto, il mio insegnante e la mia famiglia mi hanno spronato, dandomi quei pochi soldi per comprare quello che mancava e di cui avevo necessità.

Da Africa Rivista
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Tutto il materiale usato da Samuel è riciclato, gomme, batterie di cellulari, campanelli di biciclette, fari. E’ un veicolo elettrico che ha un’autonomia di 5 ore (riesce a percorrere circa 20 miglia), ma può essere alimentato anche da un pannello solare, presente nella parte posteriore del mezzo. Ed essendo progettato da un 17enne la musica non può mancare: sì, la moto è dotata anche di una radio. Samuel è fiero nel dire che può ricevere circa 200 stazioni radiofoniche.

Cara Greta, non è tutto un bla bla bla

Quante volte abbiamo letto che i giovani sono sensibili ai temi ambientali? E poi alle parole si affiancano immagini di ragazzi intruppati in veste di follower di Greta. Manifestazioni e cartelli, molto rumore per nulla. Se Greta ripete ai potenti del mondo che si perdono in un inutile bla bla bla, questo è vero anche di una certa ondata ecologista.

C’erano (ci sono ancora?) i cosiddetti Friday For Future, che – diciamolo – erano una ghiotta occasione per non andare a scuola e abbracciare di vero cuore la causa ambientale (e un weekend lungo). Ma i ragazzi non sono dei lavativi, sono l’opposto. E un vero ideale non li sottrae alla presenza attiva, anzi li stimola.

Samuel Aboagye è uno dei tanti piccoli esempi che dimostrano che una buona idea ci mette all’opera, ci catapulta nell’intraprendenza che vede un tesoro anche in uno scarto. I nostri adolescenti che ciondolano tra frigo e videogiochi sono identici a lui. Sono inventori nel DNA. Abbiamo bisogno di venerdì per il futuro che non siano una bandiera ideologica. Quale tesoro di creatività resta inerte se riduciamo tutto a una scusa per allungare il weekend?

Il primo spreco è quello di anime ridotte al letargo sotto le coperte di uno sdegno astratto, mentre in ogni angolo attorno a noi ci sono scarti (oggetti, persone, occasioni) che – se guardati con l’occhio della curiosità – sono un invito a essere parte creativa del Creato.

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