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Margherita Leijonhufvud, la regina svedese che rimase fedele alla sua fede cattolica

MARGARETA LEIJONHUFVUD

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Sandra Ferrer - pubblicato il 18/01/22

Nella Svezia luterana, la regina difese il cattolicesimo, minacciato dal suo stesso marito, re Gustavo I

Quando, all’inizio del XVI secolo, Martin Lutero promosse la Riforma protestante, la mappa religiosa dell’Europa moderna iniziò a modificarsi. Alcuni Paesi decisero di abbracciare la nuova dottrina luterana, dando inizio a una lunga serie di conflitti religiosi che finirono in dispute politiche e perfino in guerre.

Re Gustavo I di Svezia fu non solo il primo sovrano del lignaggio dei Vasa, ma anche il monarca che promosse in terra svedese la riforma protestante. Perché il cristianesimo riformato fosse un successo nel suo regno, Gustavo I non esitò ad attaccare la gerarchia cattolica e a permettere il saccheggio dei suoi beni.

In questo contesto in cui i cittadini svedesi che non volevano rinunciare alla propria fede originale subirono persecuzione e rifiuto sociale, il re che aveva imposto la Riforma sposò una regina cattolica.

Era la sua seconda moglie. Nel 1535 era rimasto vedovo della prima, la regina Caterina di Sassonia-Lauenburg, con cui aveva avuto un figlio, il futuro re Enrico XIV. In quel momento, però, Enrico era un bambino di appena due anni, ed era necessario ampliare la lista dei possibili eredi.

Margherita Leijonhufvud, nota anche come Margherita Eriksdotter, era membro di uno dei lignaggi più potenti di Svezia e della famiglia del re stesso, perché sua madre, Ebba Eriksdotter, era sua cugina.

Cattolica fin da bambina

Margherita ricevette un’educazione conforme al suo rango, e lo fece non solo tra le mura del castello in cui viveva, ma anche in un convento in cui apprese le basi del cattolicesimo, che dovettero rimanere profondamente impresse in lei, visto che non avrebbe rinunciato alla sua fede nonostante le pressioni della nascente Riforma protestante. 

La scelta di Margherita come seconda moglie di Gustavo I, che aveva vent’anni più di lei, fu una decisione di Stato con cui il re si legava a una delle famiglie nobili più potenti del Paese. Margherita e Gustavo si sposarono nell’ottobre 1536 nella cattedrale di Uppsala, stesso luogo in cui il giorno dopo Margherita venne incoronata come sovrana svedese.

All’epoca Gustavo I aveva già iniziato la sua conversione al protestantesimo, e aveva iniziato a disporre dei beni della Chiesa cattolica, che iniziava a subire saccheggi e mancanza di protezione da parte dei poteri statali.

Non sappiamo se la decisione di contrarre matrimonio con il re sia stata gradita a Margherita, ma ciò che è certo è che ella assunse il suo ruolo con dignità, difendendo al contempo i propri princìpi.

Lavoro silenzioso

Di fronte al progredire della Riforma nel suo Paese, la regina continuò ad appoggiare il cattolicesimo, cosa che non dovette alterare il suo rapporto col sovrano, con cui ebbe dieci figli. Mentre molte chiese venivano distrutte, Margherita, come sua madre Ebba, elargì consistenti donazioni a quelle che rimanevano ancora in piedi.

La regine Margherita fu ugualmente amata e rispettata dai suoi sudditi. Lontana dalle turbolenze del potere, cercò di migliorare la situazione del suo regno compiendo opere di carità e aiutando i più bisognosi. Divenne anche un’importante mediatrice in alcuni casi che riteneva ingiusti.

Anche se non si coinvolse nella politica, era nota per le sue doti diplomatiche nello spegnere i fuochi a corte, come anche le rivolte che minacciavano la stabilità del regno.

Le dieci gravidanze indebolirono la salute della regina, che tuttavia non abbandonò mai le sue responsabilità nei confronti del popolo e dei figli. Una polmonite le stroncò la vita nell’agosto 1551, quando aveva appena 35 anni.

Il re pianse sinceramente la morte della moglie, con la quale aveva contratto un matrimonio iniziato per questioni di Stato ma che aveva trovato il modo di resistere nonostante le differenze ideologiche.

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