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Confusione, menzogne, calunnie: tutto fa brodo per denigrare Aleteia

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Aleteia - pubblicato il 19/01/22

Alcuni siti internet, che pure si professano cattolici, hanno avviato o rilanciato una campagna contro Aleteia che si rivela tanto malevola quanto infondata. Come redazione illustriamo qui i procedimenti che hanno impiegato per frodare il giudizio dei lettori.

Amici lettori, potete starne certi: tutti gli sforzi di noi collaboratori di Aleteia sono finalizzati a essere “servi buoni e fedeli” del Vangelo. Ovviamente siamo consapevoli di non essere perfetti e di poter sempre commettere errori, eventualmente anche gravi; per questa ragione ci sforziamo di accogliere ogni correzione fraterna – da qualunque parte provenga – come una grazia che ci permette di rendere Aleteia ogni giorno più adeguata al suo obiettivo. 

Un sito americano che si professa cristiano e cattolico, Church Militant, si è sobbarcato in un lungo articolo l’onere di impartire una severa correzione ad Aleteia. Il suddetto articolo è stato compiacentemente ripreso da numerosi media cattolici nel mondo, in Italia in particolare da La Nuova Bussola Quotidiana. Purtroppo ci è difficile rendere grazie per questo articolo, perché la correzione che ci infligge può difficilmente essere qualificata come “fraterna”, assomigliando più a una gratuita punizione che a un’opera di carità volta ad aiutare Aleteia a migliorare emendandosi dai suoi errori. 

A tale riguardo, vorremmo ricordare che tra cristiani, e tanto più fra cattolici, la correzione fraterna (cf. Mt 18,15-20) consiste nella riunione di due persone nel nome di Gesù per dirsi la verità nella carità. Allora Gesù stesso è in mezzo a loro. Dove invece sono la confusione, il giudizio temerario, la menzogna, la falsa testimonianza e la calunnia, certamente Gesù non è presente. Come in modo palmare dimostra l’articolo di Church Militant, se Gesù non è presente nelle discussioni, chi pretende di correggere gli altri si rivela incapace di amministrare una correzione fraterna che riesca a tenere insieme la verità e la carità. 

Procedimenti tanto fallaci quanto infidi 

Abbiamo rilevato nel suddetto articolo numerosissime e gravi mancanze alla verità, mancanze che in linguaggio cristiano si chiamano “peccati contro l’ottavo Comandamento”. È un aspro contrappasso, quello per cui si trova zeppo di contro-verità un articolo, quello di Church Militant, intitolato “Just what we don’t need: Catholic ‘fact-checkers’”: elencarle in modo esaustivo significherebbe riprodurre la quasi totalità dell’articolo, e allora ci contenteremo di citare alcuni esempi per i vari tipi di mancanze, al fine di aiutare il lettore a smascherare da sé stesso le trame della suddetta testata. 

Confusione

A Catholic « fact-checking » operation launched by a consortium of establishment Catholic media with close ties to Pope Francis is being bankrolled by child rape porn–pushing Google, vaccine-peddler Bill Gates and left-wing agitator George Soros.

Una operazione di “fact-checking” lanciata da un consorzio di media cattolici irreggimentati, fortemente legati a Papa Francesco, viene sovvenzionata da Google, che spinge la pedopornografia, dallo spacciatore di vaccini Bill Gates e dall’agitatore sinistrorso George Soros.

Church Militant 

Questa prima frase svela l’imbastimento di un processo che si spiegherà poi per tutto il seguito dell’articolo per produrre in fine il proprio effetto: si suggeriscono collusioni tra attori più o meno coinvolti e connessi, premettendo imputazioni infamanti che si possano fare loro, anche se esse non hanno nulla a che fare con quanto è in oggetto. L’efficacia del procedimento è garantita in quanto suggerisce sillogismi inconsci che possono ingannare i lettori frettolosi. Per esempio: 

  1. diciamo che un tizio va in Volkswagen; poi 
  2. raccontiamo incidentalmente che la Volkswagen fu fondata da Hitler. 

Di fatto si spera che l’inconscio del lettore collegherà le informazioni nel seguente sillogismo: 

  1. Tizio gira in Volkswagen; 
  2. Volkswagen è stata fondata da Hitler; 
  3. dunque Tizio è complice dei nazisti. 

Nella fattispecie, l’articolo è organizzato in modo tale da dare ad alcuni lettori l’impressione che Aleteia sia più o meno finanziata dalla pornografia e dalla violenza sui bambini, nonché manipolata da “spacciatori di vaccini” e dall’“agitatore sinistrorso” George Soros. 

In tal senso, si arriva perfino a denunciare Aleteia di essere entrata in un pactum sceleris con Google perché nel 2013 ha adottato le tecnologie di ricerca e i servizi di pubblicità utilizzati dalla stragrande maggioranza dei siti Internet di tutto il mondo. E dire che ancora oggi anche il sito di Church Militant utilizza un software di ricerca “Enhanced by Google”! Se ragionassimo nel modo sopra esposto, potremmo denunciare Church Militant di essere entrata in un pactum sceleris con Google… 

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Giudizio temerario

One of the consortium’s most high-profile listed media partners is Religión Digital — a left-wing, pro–liberation theology media group founded by laicized homosexual priest José Manuel Vidal, who has accused the Church of a « paranoid, irrational and absurd homophobia ».

Uno dei media di più alto profilo presenti nel consorzio è Religión Digitál, una testata di sinistra a favore della teologia della liberazione, fondata dal prete spretato omosessuale José Manuel Vidal, che ha accusato la Chiesa di «omofobia paranoide, irrazionale e assurda».

Church Militant 

Questa informazione è significativamente incompleta. Nella fattispecie, toccherebbe a Religión Digitál difendere il proprio onore e rettificare quanto necessitasse rettifica; per quanto ci riguarda, l’imputare all’insieme di un corpo composto di numerose membra i “misfatti” di uno solo dei suoi membri è, secondo la dottrina della Chiesa cattolica, un giudizio temerario gravemente colpevole. 

Non è equo generalizzare le particolarità di un partner senza prendere in considerazione quelle degli altri 34. In realtà, per essere membri del consortium la condizione necessaria e sufficiente era di essere media professionalmente serî, dichiaratamente cristiani e in comunione con la Sede Romana della Chiesa Cattolica. L’orientamento politico o ecclesiale non è mai stato preso in considerazione, in qualsivoglia senso. Ad esempio, sì, tra i media ispanofoni Religión Digitál viene effettivamente classificato come “progressista”, ed è membro del consortium, ma se si va a vedere la lista dei media partner ne trovate anche parecchi profondamente legati alla Tradizione, e con un bel ventaglio di sfumature tra le sensibilità. Il medesimo procedimento ingiusto e temerario viene utilizzato da Church Militant per gettare discredito sul comitato scientifico del consortium

Menzogna

Headed up by Aleteia (a Catholic website owned by France’s fourth-largest publishing house, the Média-Participations group)…

Capitanata da Aleteia (un sito cattolico di proprietà della quarta casa editrice in Francia, il gruppo Média-Participations)…

Church Militant

Il gruppo Média-Participations è un azionista minore di Aleteia, uno tra la quarantina di azionisti francesi e stranieri che detengono il pacchetto azionario della Società. 

…the initiative labelled catholicfactchecking.com is targeting Catholic journalists who expose adverse vaccine events and vaccine fatalities.

…l’iniziativa etichettata come catholicfactchecking.com sta mirando a giornalisti cattolici che riportano effetti collaterali ai vaccini, talvolta fatali.

Church Militant

Questa affermazione è due volte falsa: 

  1. l’iniziativa non riguarda i singoli giornalisti, intesi personalmente, ma i soli conclamati casi di disinformazione che si siano potuti dare; 
  2. essa non mira particolarmente alla disinformazione legata agli effetti collaterali e alle morti da vaccino. Infatti, non una sola volta catholicfactcheching.com ha additato specificamente dei giornalisti perché «presentavano effetti collaterali ai vaccini, talvolta fatali». 

Falsa testimonianza

A Church Militant investigation has unearthed an unholy nexus between the International Consortium of Catholic Media on COVID-19 Vaccines (aka catholicfactchecking.com) and Big Tech, Big Pharma and pro-abortion, pro-LGBTQ+ left-wing philanthropy.

Un’inchiesta di Church Militant ha portato alla luce un pactum sceleris tra l’International Consortium of Catholic Media on COVID-19 Vaccines (noto anche come catholicfactchecking.com) e Big Tech, Big Pharama e gruppi di filantropi abortisti, omosessualisti e sinistrorsi.

Church Militant

Fin dai paragrafi successivi si mostra chiaramente quanto sia forte il pregiudizio cognitivo di questa “inchiesta”: 

According to its website, the Google project pays journalists to counter « misinformation » on the China-virus jabs « to reach audiences underserved by fact-checking or targeted by misinformation » — in this case, Catholics with moral or safety concerns about the abortion […].

Stando al suo sito, il progetto di Google paga giornalisti per contrastare la “disinformazione” sul virus prodotto dai cinesi «per raggiungere pubblico privo di fact-checking o bersagliato da disinformazione», nella fattispecie i cattolici che hanno preoccupazioni sulla morale o sulla sicurezza di [materiali derivati dall’]aborto.

Church Militant

Nella medesima frase che comincia con “Stando al suo sito”, Church Militant offre un’informazione che non si trova sul detto sito: «Nella fattispecie, i cattolici che hanno preoccupazioni sulla morale o sulla sicurezza di [materiali derivati dall’]aborto». 

L’“inchiesta” di Church Militant consiste dunque qui nel riprendere la citazione di un sito internet aggiungendovi un’informazione falsa, presentata in modo che il lettore di attenzione media possa credere che essa (la seconda) figuri sul sito indicato! Il seguito dell’“inchiesta” è così traboccante di giudizi temerari, di calunnie e di “gioco delle tre carte” da perdere ogni residua credibilità. 

Calunnia

« The stench of corruption would need a gas mask, » the British ethicist added, noting that « Reuters Fact Check is a secular propaganda arm of Pfizer — a counterpart to the Catholic fact-checkers ».

«Il fetore della [cui] corruzione richiederebbe una maschera anti-gas», ha aggiunto l’eticista britannico, notando che «Reuters Fact Check è un braccio di propaganda di Pfizer – una controparte dei fact-checkers cattolici».

Church Militant

Non abbiamo informazioni particolari su Reuters Fact Check, ma protestiamo che fare di Aleteia l’equivalente di un organo di propaganda di Pfizer, «il fetore della [cui] corruzione richiederebbe una maschera anti-gas», costituisca una grave e totalmente gratuita calunnia. Sul punto, ci dispiace di dover ricordare ai capi e ai contributori di Church Militant che la Chiesa ha sempre insegnato come la calunnia sia una grave ingiustizia contro il prossimo, e anche per questo essa è sempre un peccato mortale. 

Doppiezza

Stando al dettato evangelico, quanti vogliono correggere un torto sono anzitutto invitati a dialogare «in disparte» per assicurarsi di aver ben compreso la posizione dell’altro, onde eventualmente correggerlo (cf. Mt 18,16). Solo in ultima istanza le accuse possono essere rese pubbliche. 

Il minimo che si potesse e dovesse fare, anche per riguardo alla deontologia professionale, sarebbe stato che Church Militant prendesse contatto con Aleteia e le sottomettesse il proprio progetto di articolo, onde poi poterne correggere gli errori fattuali e i processi alle intenzioni più offensivi. In materia di diffamazione, i tribunali sono molto attenti al fatto che il diffamatore si sia dato pena di contattare il diffamato per raccogliere le sue obiezioni e per segnalarle nell’articolo che lo cita in discussione. Church Militant lo sa bene, e infatti nella parte finale del suo articolo fa figurare la seguente dicitura: 

Church Militant contacted catholicfactchecking.com, asking about their sources of funding, conflict of interest, geographical location and if their « fact-checkers » were offering « opinion » and therefore protected from defamation, but received no response.

Church Militant ha contattato catholicfactchecking.com, chiedendo conto della provenienza dei loro fondi, di conflitti d’interesse, di dove si trovino geograficamente e se i loro “fact-checkers” stiano offrendo “opinioni”, e in tal senso è al riparo dall’accusa di diffamazione… ma non ha ricevuto risposta.

Church Militant

A maggior ragione non ci si spiega perché Church Militant non abbia ritenuto proprio dovere contattare direttamente Aleteia, se non altro in quanto il suo articolo designa Aleteia come la punta di diamante del consortium e il suo organo operativo. Ci si potrà stupire, ancora, che Church Militant non abbia proposto al consortium di spiegarsi e di rispondere ai sospetti prima che questi diventassero attacchi perentori. 

Insomma, si deve constatare che Church Militant ha agito in modo da non poter sperare di ricevere alcuna risposta prima della pubblicazione dell’articolo. Difatti Church Militant ha mandato una mail poche ore prima del 6 gennaio, giorno festivo in Italia (e Church Militant lo sapeva bene, poiché essa è stata inviata dal loro corrispondente a Roma). Ciliegina sulla torta, la mail termina così: «We are hoping to publish the story tomorrow afternoon and would be grateful for your response before that».

Come qualificare questa mail – che non è stata mandata al destinatario corretto e che è stata inviata quando si sapeva bene che gli uffici erano chiusi, e che ciononostante chiede una risposta nel lasso di tempo in cui è certo che sarà impossibile produrne, ma che ciononostante non propone ad Aleteia e al consortium di spiegarsi in merito alle accuse di cui sono fatti oggetto? 

Come sono andate veramente le cose 

Nel 2021, se ne ricorderanno i nostri lettori, Aleteia ha posto in cantiere un consortium di “fact checking” sulle attualità in merito ai vaccini contro il Covid-19, in partnership con una trentina di altri media cattolici. L’iniziativa è stata presentata in piena trasparenza ai lettori di Aleteia:

La sfida era capitale: le correnti di pensiero cattolico potevano non essere rappresentate tra i media votati a correggere la disinformazione sulla pandemia e sulla vaccinazione? Ma poteva Aleteia assumersi il rischio di impegnarsi nell’improba impresa, col pericolo reale che la sua iniziativa potesse essere fraintesa o anche calunniata? Dopo aver ben soppesato i pro e i contro, dopo aver raccolto i consigli delle competenti autorità ecclesiastiche, abbiamo ritenuto che i media cattolici non avessero il diritto di latitare, nel concorso pubblico mondiale organizzato da Google News Initiative, concorso nel quale 309 progetti di 74 paesi sono stati presentati. Alla fine, provenienti da diversi ambienti geografici e ideologici e selezionati da una giuria della cui imparzialità non abbiamo avuto motivo di dubitare, sono stati selezionati 11 progetti, tra cui quello di Aleteia. La composizione della giuria può essere consultata a questo link

I costi dello sviluppo del Consortium sono stati assunti da Google News Initiative. Come da patti iniziali, questo finanziamento non ha creato dipendenza ideologica alcuna dei media del consortium riguardo a Google News Initiative: ciascuno ha preservato la propria linea. Possiamo attestare che mai Google News Initiative è intervenuta presso qualsivoglia membro dell’iniziativa, in alcuna maniera e per alcuna ragione. In ultimo, precisiamo che mai la Gates Foundation oppure Open Society Foundation sono state sollecitate per sostenere l’azione del consortium. E mai questi due organismi hanno dato al consortium neanche solo un centesimo. 

Si capisce: mettendo in piedi il consortium non tutto è andato esattamente come noi auspicavamo. E noi stessi abbiamo certamente potuto fare errori, commettere imprudenze, insomma prestare qua e là il fianco a critiche meritate e suscitare vocazioni a venire a toglierci le pagliuzze dagli occhi. In fin dei conti, però, tutto considerato, non ci pentiamo di aver lanciato il consortium: era necessario farlo. Quanti ci criticano possono facilmente rimproverarci per le nostre mani sporcate dal lavoro: «loro le hanno pulite, ma le loro non sono mani» (Charles Péguy). 

Aleteia è sempre rimasta libera e nella verità 

Per quanto riguarda il sito Aleteia, la sua linea editoriale sulle questioni della pandemia e della vaccinazione non ne è risultata che meglio informata, e restando perfettamente libera. Abbiamo condotto uno studio per fare il punto sul giusto equilibrio della nostra copertura su questi temi: su quel centinaio di articoli recensiti, in copertura a questi ultimi 12 mesi, possiamo garantire e comprovare che la copertura è stata perfettamente equilibrata tra due orientamenti di fatto non contradittorî. Essi sono 

  1. da una parte il sostegno alla vaccinazione, e in particolare nella modalità in cui l’hanno promosso il Santo Padre e le principali conferenze episcopali; e
  2. al contempo l’informazione verificata sui limiti e i rischi dei vaccini, nonché sugli effetti deleterî della “sanitarizzazione globale”, con particolare riguardo alla salute mentale dei bambini. 

La parola greca da cui viene il nome Aleteia vuol dire “verità”, e ci facciamo un punto d’onore nel non contraddire questo bel titolo. 

Sì, Aleteia è sempre stata, è e sarà sempre totalmente libera di dire la verità. Aleteia non è una cappellania. Aleteia non è venduta a Google. Aleteia non è tra i “media del Vaticano”: non abbiamo alcun legame, né gerarchico né finanziario, con la Santa Sede. Aleteia cerca anzitutto e soprattutto di far risplendere il messaggio dell’Evangelo, con benevolenza verso tutto e tutti. Proprio la benevolenza, anzi, è quel che ci separa da siti come Church Militant o La Nuova Bussola Quotidiana. Dei primi cristiani i pagani potevano dire: «Guardate come si amano!». A leggere l’articolo di Church Militant su Aleteia, il mondo non può dire altro che: «Guardate come si detestano!». 

Aleteia è una testata profondamente cattolica. Ciò significa che noi rispettiamo il Papa e la Chiesa docente. Sappiamo che su una questione come quella dei vaccini essi non sono infallibili, ma la loro parola è per noi importante e, con piena aderenza al dovere di cronaca, noi diffondiamo ciò che essi dicono. È un servizio che dobbiamo ai nostri lettori. Questa deferenza – libera e illuminata, certamente – verso il successore di san Pietro e i successori degli apostoli, nostri legittimi pastori, è un’altra cosa che ci separa radicalmente da Church Militant

Per chiudere, ci sia concesso ispirarci a san Paolino: «Perdonare un calunniatore e amarlo – diceva a Sulpicio Severo – è una vendetta celestissima» (ep. 2 ad Sever.). Dunque sì, perdoniamo Church Militant e tutti i siti che gli hanno fatto da cassa di risonanza, e non soltanto come vendetta, ma perché a condannarli bastano le loro cattive azioni: «In quo enim iudicas alterum, te ipsum condemmnas» (Rom 2,1). 

E poi, in questi tempi in cui i cattolici si fanno rari e vengono duramente perseguitati, vorremmo tanto poter recitare con tutti i cattolici – sì, con tutti! – a una sola voce, con un solo cuore e con un’anima sola la preghiera attribuita (sebbene pseudoepigraficamente) a san Francesco: 

O Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa’ ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dov’è discordia ch’io porti l’Unione,

dov’è dubbio fa’ ch’io porti la Fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.

Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.

Oh! Maestro, fa’ che io non cerchi tanto.
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
poiché è dando che si riceve.
Perdonando si è perdonati;
morendo si risuscita a Vita Eterna.
Amen.

In ultimo, pregando per la Salvezza eterna dei nostri detrattori, vorremmo ricordare loro l’articolo 2487 del Catechismo della Chiesa Cattolica: 

Ogni colpa commessa contro la giustizia e la verità impone il dovere di riparazione, anche se il colpevole è stato perdonato. Quando è impossibile riparare un torto pubblicamente, bisogna farlo in privato; a colui che ha subito un danno, qualora non possa essere risarcito direttamente, va data soddisfazione moralmente, in nome della carità. Tale dovere di riparazione riguarda anche le colpe commesse contro la reputazione altrui. La riparazione, morale e talvolta materiale, deve essere commisurata al danno che è stato arrecato. Essa obbliga in coscienza. 

Catechismo della Chiesa Cattolica, 2487

Non remittitur peccatum nisi restituatur ablatum

(lettera apocrifa di Agostino ad Armentario e Paolina)

[traduzione a cura di Giovanni Marcotullio]

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