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Nè maschi, né femmine: è vero che gli angeli non hanno un sesso?

ANGELS

Shutterstock | Nancy Bauer

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 19/01/22

Gli spiriti celesti non sono dotati di organi riproduttivi, ma possono avere tratti che noi esseri umani identificheremmo in aspetti distintivi femminili o maschili

Maschi o femmine? Il sesso degli angeli è tutt’altro un tema da liquidare con una battuta. Don Marcello Stanzione e Fausto Bizzarri, esperti di angelologia, nel libro “Anghelosophia – volume 2” (Tau Editrice) ci spiegano perché.

Chiaramente non è pensabile passare in rassegna tutti i pensatori cristiani che hanno affrontato il tema, ma una premessa ci sembra necessaria: se è vero che la questione del “sesso degli angeli” non ha una parola esplicita della Rivelazione, è altrettanto vero che al non-sesso degli angeli allude esplicitamente (Lc 20,27-38), benché per via dialettica, Gesù stesso.

Secondo Cristo perfino gli uomini, insomma, pur conservando la propria natura sessuata, non ne eserciteranno la genitalità («non prendono moglie e non prendono marito»): in virtù di cosa sarebbe pensabile che abbiano una natura sessuata delle entità spirituali semplici che non sono state create in vista della moltiplicazione animale?

I Padri della Chiesa e il sesso degli angeli

In lingua italiana sappiamo che «discutere del sesso degli angeli, è un modo di dire che equivale a discutere di cose inutili, perdendo del tempo che sarebbe meglio utilizzare per cose più utili». In realtà non è così. Già i Padri della Chiesa avevano messo in relazione il tema del sesso e della sessualità con quello degli angeli. 

San Giovanni Crisostomo

Basandosi sulla Genesi 4, 1. San Giovanni Crisostomo afferma che l’unione fisica di Adamo ed Eva fu posteriore al peccato.

«Poiché prima della disubbidienza essi imitavano la vita degli angeli. Infatti Dio non ha certo assecondato il peccato, poiché avrebbe potuto moltiplicare l’uomo nel medesimo modo con cui l’ha creato; esistono milioni di angeli e arcangeli, e nessuno di essi è stato creato come gli uomini dopo il peccato» (San Giovanni Crisostomo, “Sulle Verginità”). 

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San Giovanni Crisostomo ha “avvicinato” angeli e vergini.

San Gregorio di Nissa

Anche per San Gregorio di Nissa la vita sessuale è estranea alla reale naturalezza umana. Senza la perdita di questo stato originale, gli uomini si sarebbero moltiplicati come gli angeli, in un modo che sfugge alla nostra comprensione; non fu data loro una differenza di sesso fino alla previsione del peccato originale. La vita sessuale è una conseguenza del peccato. In questa prospettiva la verginità rappresenta il ritorno dell’uomo alla sua verace naturalezza, molto simile alla naturalezza angelica. 

Sant’Ambrogio

Questa idea – vita sessuale, conseguenza del peccato – si incontra in Sant’Ambrogio, nella De institutione virginis,104 (P.L. 16, 345). Qui il Padre della Chiesa dice: “Sulla terra vediamo la vita degli angeli nelle vergini sacre”.

Ne parla in questi termini pure Pio XII, nella lettera enciclica, Sacra Virginitas”, 25-05-1954.

Esempi di vita a-sessuale

Queste potenti affermazioni della Patristica, afferma Stanzione in “Anghelosophia”, concordano su questi aspetti: 1) gli angeli sono esempi di vita a-sessuale per gli uomini ed in particolare per coloro che sentono un desiderio ascetico elevato che include la castità. 2) In secondo luogo, I primi esseri viventi non si sarebbero riprodotti attraverso il rapporto sessuale.

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Non hanno necessità di essere asessuati

Si può concludere che gli angeli, non avendo necessità di riprodursi, non hanno necessità di essere sessuati. Questo fatto esclude la riproduzione, ma non esclude che gli angeli possano avere una appartenenza sessuale.

La differenziazione sessuale 

Occorre fare memoria dell’origine della differenziazione sessuale nel genere umano: ricordiamo che Eva fu creata da Dio non per la mera riproduzione, ma per essere un aiuto che fosse simile all’uomo.

La domanda ora che ci poniamo è se anche gli angeli, prime luci create, necessitassero di un aiuto che gli fosse simile. Diventa davvero arduo pensare che gli angeli abbiano necessitato di un aiuto simile. La Scrittura non ci rivela nulla a tal proposito.

L’angelo ha un “corpo” diverso dall’uomo

La necessità di un aiuto, osserva Stanzione in “Anghelosophia”, si è manifestata nell’essere umano, che è un composto di corpo ed anima.

L’angelo ha un “corpo sottile” di luce ed è questa la sua essenza spirituale. L’angelo non è un composto uguale all’essere umano. La natura spirituale angelica non impedisce agli angeli di manifestarsi anche con sviluppi corporali che, essendo materia loro estranea, hanno la possibilità di prendere l’apparenza maschile, femminile, come pure infantile. 

Caratteristiche di femminilità o mascolinità 

L’angelo potrà prendere il volto d’uomo per esprimere la sua forza soccorritrice e protettrice, o di donna per manifestare una tenerezza materna e così via.

Il tema centrale sulla questione del sesso degli angeli, secondo Stanzione, è se gli angeli siano differenti fra loro e se in loro ci possano essere caratteristiche peculiari di femminilità o di mascolinità.

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Non sono creature uguali e indifferenziate

Avendo escluso la differenza sessuale come la intendiamo noi esseri umani aprirei senz’altro alle caratteristiche peculiari che ogni angelo possiede. Quando pensiamo agli angeli non dobbiamo pensare ad una miriade di creature celesti tutte uguali ed indifferenziate, sarebbe un errore gravissimo.

Ogni creatura angelica ha la propria peculiarità e la propria caratteristica che la rende unica e speciale rispetto all’altro angelo.

Il timbro della voce

Nella loro diversità può tranquillamente sussistere in loro un tratto peculiare che noi esseri umani identificheremmo con femminile o maschile.

Per esempio, apriamo mentalmente la visualizzazione del coro angelico in una gamma di voci celestiali che insieme danno vita al coro di gloria al Creatore. Ogni spirito angelico avrà un tratto caratteristico di vocalità che lo identifica. Ogni peculiarità vocale angelica è distintiva, ed è impensabile che vi siano solo voci maschili, solo voci femminili o solo voci bianche. 

Le apparizioni ai santi

Nella differenziazione di ogni timbro vocale angelico, che ontologicamente differenzia uno spirito dall’altro –  è la tesi dell’angelologo Stanzione – vi saranno angeli che identificano uno spettro di frequenza vocale più simile a quella femminile, altri a quella maschile ed altri ancora alle voci bianche.

Nella letteratura mistica leggiamo spesso che alcuni santi hanno avuto comunicazioni angeliche in cui lo spirito celeste ha variato il timbro vocale per suscitare maggior presa emotiva nell’essere umano.

Ogni angelo, conclude l’autore di “Anghelosophia”, ha la propria peculiarità che lo rende unico e speciale differenziando l’uno dall’altro. Ragionando nel contesto umano lo spirito celeste può avere tratti che noi esseri umani identificheremmo in aspetti distintivi femminili o maschili.

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