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Minacce, lanci di bottiglie, simboli demoniaci: preti nel mirino a Torino

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Parrocchia Maria Regina della Pace | Facebook

Don Stefano e i ragazzi della parrocchia davanti alla Chiesa di Maria Regina della Pace.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 21/01/22

Allarme sicurezza e aggressioni segnalato anche alle forze dell’ordine. Ecco i casi più eclatanti accaduti contro chiese e parrocchie torinesi

C’è un allarme sicurezza e violenza contro parrocchie e preti a Torino e provincia. L’escalation di violenza segnalato anche alle forze dell’ordine, in più punti della città (e in particolare nel quartiere Barriera di Milano), è diventato sempre più grave dopo l’aggressione subita da Don Stefano Votta. 

Bottiglie di vetro contro la chiesa

Il parroco della chiesa della Madonna della Pace, in largo Giulio Cesare, è stato aggredito da un tossicodipendente con un coltello a Natale. Qualche giorno prima i pusher della zona avevano scagliato bottiglie di vetro con la chiesa, si legge su La Stampa

L’aggressione al prete è avvenuto al termine della messa delle 18. Il tossicodipendente ha prima infastidito alcuni fedeli: «Mi servono i soldi per la droga». Poi si è intrufolato in canonica ed è andato a minacciare Don Stefano Votta. 

Reati negli istituti religiosi

Le minacce ricevute da pusher e tossicodipendenti da Don Stefano Votta, sono solo l’ultimo di una lunga serie di episodi criminosi che hanno avuto come vittime i preti e le parrocchie di Torino. L’assedio degli spacciatori alla chiesa di Barriera di Milano è sicuramente il più grave, ma i tanti reati messi a segno negli istituti religiosi — solo negli ultimi mesi — dimostrano che le parrocchie sono sempre più nel mirino di ladri, rapinatori e truffatori. 

Balaustre distrutte

E poi ci sono anche i vandali, come quelli che si sono introdotti nella chiesa di San Filippo Neri, in via Maria Vittoria, nel pieno centro di Torino. Si sono divertiti a disturbare i fedeli in preghiera e poi si sono scagliati contro le balaustre in marmo accanto all’altare, risalenti all’epoca barocca, danneggiandole. Secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri, si trattava di una coppia di giovani teppisti «in stato di forte alterazione» che sono riusciti ad allontanarsi prima dell’arrivo della pattuglia.

Il simbolo del diavolo

Gli atti vandalici in parrocchia, del resto, scrive il Corriere della Sera – edizione Torino, non sono infrequenti neppure in provincia. A Rubiana i teppisti hanno utilizzato un pennarello nero per imbrattare la tovaglia dell’altare disegnando una stella circondata da tre numeri “6”, il simbolo del diavolo. Probabilmente si tratta solo di ragazzini, ma comunque bene informati visto che hanno agito proprio quando il sistema di videosorveglianza non era funzionante. Spesso sono anche le abitazioni dei religiosi sono prese di mira dai ladri. 

Il furto al prete

A Carmagnola, l’appartamento di don Giovanni Manella, parroco di San Bernardo Abate è stato messo a soqquadro da alcuni banditi che hanno portato via gioielli in oro, un centinaio di euro in contanti e la tessera bancomat. 

Non sono riusciti a impadronirsi delle refurtiva, invece, i malviventi che un paio di mesi fa avevano forzato la finestra al piano terra della chiesa della Natività di Maria Vergine per saccheggiare la casa parrocchiale, ma con ogni probabilità sono stati disturbati e sono scappati prima che qualcuno li vedesse. 

La caritas e la scritta in ebraico

A La Loggia un anno fa, era finita nel mirino anche la sede della caritas, devastata dai vandali, forse per dispetto nei confronti delle prese di posizione di don Ruggero Marini. Il parroco, pochi giorni prima, aveva infatti affisso sul portone della chiesa di San Giacomo la scritta «Juden Hier, qui abita un ebreo, Gesù», per scuotere le coscienze davanti ai casi di odio razziale che si erano ripetuti in quel periodo. 

Baby gang in azione a Piossasco

Nelle scorse settimane i carabinieri hanno denunciato due ragazzini di 15 anni e segnalato alla procura dei minori un terzo di appena 13, perché autori di una serie di atti vandalici nelle parrocchie di Piossasco. La baby gang aveva preso di mira sia la chiesa Santi Apostoli, che la Gesù Risorto.

I fatti risalgono allo scorso novembre, quando i tre erano prima entrati nella Santi Apostoli. Secondo le ricostruzioni avevano prima devastato alcune piante nelle aule didattiche della parrocchia, poi si erano «divertiti» a rovesciare un liquido altamente corrosivo sui pavimenti degli stessi locali. Il bis l’hanno concesso poche ore dopo alla Gesù Risorto, entrando nella chiesa e devastando i candelabri con le candele votive posti sotto l’immagine della Madonna.

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