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«Io vi mando come agnelli in mezzo a lupi»

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 25/01/22

Davanti alla messe enorme ci sentiamo insufficienti, di fronte ai lupi feroci, come agnelli inermi. La forza sta tutta in Colui che ci ha mandato.

Vangelo di mercoledì 26 gennaio

 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.  Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.  Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;  non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.  In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.  Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.  Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.  Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,  curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».

(Luca 10,1-9)

Tante volte ci può passare per la mente un pensiero molto semplice: ma Gesù aveva chiaro quanto poteva essere complicato per i suoi discepoli vivere il Vangelo nelle logiche del mondo?

Il Vangelo di oggi sembra rispondere esattamente a questa domanda perché l’evangelista Luca pone proprio queste parole sulla bocca di Gesù:

“Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi”.

Non c’è bisogno di molta fantasia per capire il clima che si può creare tra un agnello e un lupo. La sproporzione è così grande che fin dall’inizio possiamo immaginare come andrà a finire.

Eppure Gesù sa anche bene che la forza di un discepolo non è in se stesso, ma in Lui che manda. Un agnello può permettersi di essere un agnello perché il pastore che ha alle spalle è più forte di ogni lupo che si può incontrare lungo la strada.

La nostra tentazione è pensare che per poter vivere in un mondo di lupi dobbiamo diventare anche noi un po’ lupi. Ma un cristiano non deve mai cadere in questa trappola. Per vincere il male non bisogna comportarsi come il male.

Questo atteggiamento porta dei risultati immediati, ma a lungo termine ci trasforma in ciò che odiamo. La vera differenza cristiana è nel non avere paura di assumere tutta la nostra debolezza, tutte le forme di bene possibile, sapendo che è questo ciò che il male non sopporta.

Ecco allora che apparentemente sembra che perdiamo, ma non ha fatto così Gesù? Ha risposto con il male a chi gli faceva del male? Ha usato la forza per difendersi? Gesù è stato l’agnello di Dio fino all’estreme conseguenze. Chi di noi ha la forza di vivere così? Probabilmente nessuno, ma è proprio qui che viene in nostro aiuto lo Spirito Santo. Infatti senza lo Spirito Santo nessuno di noi potrebbe vivere davvero il Vangelo.

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