Aleteia logoAleteia logoAleteia
sabato 20 Aprile |
Aleteia logo
Chiesa
separateurCreated with Sketch.

Matrimonio: per papa Francesco la dichiarazione di nullità non è “un diritto” 

shutterstock_1043592691.jpg

Roman Motizov I Shutterstock

Anna Kurian Anna Kurian - pubblicato il 28/01/22

Ricerca della “verità”, “ascolto”, rifiuto della “manipolazione”… Papa Francesco ha così descritto lo spirito con cui devono lavorare i membri del Tribunale della Rota Romana – tribunale d’appello nelle cause di nullità matrimoniale – in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario (27 gennaio 2022).

Giovedì 27 gennaio 2022, davanti ai membri del Tribunale della Rota Romana (il tribunale d’appello delle cause di nullità matrimoniale) Papa Francesco ha ricordato che la nullità matrimoniale non è “un diritto”, qualcosa da erogare a ogni costo. 

Nel suo discorso ai prelati auditori, ai vicari giudiziari e agli avvocati, il Santo Padre ha fatto appello a un lavoro in stile sinodale nel processo di nullità matrimoniale. Si tratta di perseguire “insieme” il medesimo obiettivo: “fare la verità” sull’unione tra un uomo e una donna. 

La ricerca della verità deve caratterizzare «ogni tappa del processo», ha insistito il Romano Pontefice, invitando a non accontentarsi di «risposte standard» e ad essere capaci «di autocritica». E ha indicato ai magistrati l’attitudine-chiave da avere: l’ascolto costante. Si tratta, usando tempo e pazienza, di «comprendere la visione e le ragioni» di tutte le parti in causa, «quasi identificandosi con l’altro». 

Per papa Francesco, queste procedure devono favorire «il perdono e la riconciliazione fra gli sposi», e farli riflettere «sui motivi che li spingono a chiedere la dichiarazione di nullità del consenso matrimoniale». Inoltre, ha aggiunto, la dichiarazione di nullità non deve essere presentata come «l’unico obiettivo da conseguire», a fronte di una crisi di coppia, né si tratta di «un diritto» da tutelare a ogni costo. 

La manipolazione è inammissibile 

Francesco ha alzato la voce contro «ogni alterazione volontaria, o manipolazione, dei fatti» finalizzata ad influenzare il verdetto. Ciò «non è ammissibile», ha protestato aggiungendo a braccio al discorso preparato il racconto di un esempio che gli confidava qualche mese prima un vescovo, il quale si trovava di fronte a un grave problema disciplinare con un prete della sua diocesi. Il vescovo si era sentito dire dal giudice del tribunale nazionale del Paese: «Farò quel che mi dirà: se mi dice di condannare, lo condannerò; se mi dice di assolverlo, lo assolverò». Un processo non è «una negoziazione», ha esclamato il Papa: «In gioco c’è il bene della Chiesa e delle persone!». 

Come aveva ricordato nel discorso del 2021, anche quest’anno il Pontefice ha sottolineato che il primo giudice, nelle cause matrimoniali, è l’Ordinario del Luogo: in quanto Vescovo di Roma il Papa riceve il titolo di “giudice universale”, ha sottolineato, prima di ripetere che «il vero giudice è il Vescovo, e non il vicario giudiziale». Una precisazione che avrà fatto fischiare le orecchie a non pochi, in Italia, dove proprio i vicarî resistono alla riforma giudiziaria avviata dal pontefice argentino. 

In conclusione, invitando i giudici ad essere servitori «della misericordia» e a formulare sentenze «comprensibili», il Papa ha raccomandato loro di pregare. Anche se è soverchiato di impegni, un giudice deve anzitutto pregare, e anzi – ha rincarato –: «pregare due o tre volte di più». 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

Tags:
nullità matrimonialepapa francescoprocesso nullità matrimonialeriforma curiariforma della curiasacra rota
Top 10
See More